a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

martedì 30 settembre 2014

Città metropolitana, consiglio al lavoro per scrivere lo statuto

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Il rammarico di Ghio: Maschio fuori, peccato

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Province, le prime elette senza cittadini

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Città metropolitana, la débacle di FI

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Al voto le nuove province e le città metropolitane

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Dalle larghe intese alle larghe rotture

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Nelle città metropolitane i primi eletti

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In rete per rappresentare tutto il territorio

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Colpo grosso a Recco: eletti due consiglieri metropolitani

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Diventare attrattivi per tornare a competere

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Voto metropolitano, un test regionale

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Metropoli, vince il Listone, Doria guiderà il Consiglio

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lunedì 29 settembre 2014

ELEZIONI DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI GENOVA. RISULTATI DEFINITIVI.


VOTI DI LISTA E SEGGI ASSEGNATI.
1) COMUNI E COMUNITÀ 14.986 voti pari a 3 seggi assegnati;
2) LISTE CIVICHE NOI PER L'AREA VASTA - LIBERI DI SCEGLIERE 12.838 voti pari a 2 seggi assegnati;
3) COSTITUENTE PER LA CITTÀ METROPOLITANA 58.990 voti pari a 13 seggi assegnati.


VOTO DI PREFERENZA E CONSIGLIERI ELETTI.
a) COMUNI E COMUNITÀ.
1) COLLORADO GIOVANNI (Sindaco, Castiglione Chiavarese) = 4.051 voti; (UDC)
2) SENAREGA FRANCO (Consigliere, Recco) = 2.579 voti; (LN)
3) GIOIA ALFONSO (Consigliere, Genova) = 2.495 voti. (UDC)


b) LISTE CIVICHE NOI PER L'AREA VASTA - LIBERI DI SCEGLIERE.
1) BUCCILLI GIAN LUCA (Consigliere, Recco) = 4.126 voti; (FI)
2) SALEMI PIETRO (Consigliere, Genova) = 3.291 voti. (Lista Musso)


c) COSTITUENTE PER LA CITTÀ METROPOLITANA.
1) VASSALLO GIOVANNI (Consigliere, Genova) = 5.800 voti; (PD)
2) LODI CRISTINA (Consigliere, Genova) = 5.240 voti; (PD)
3) LEVAGGI ROBERTO (Sindaco, Chiavari) = 4.724 voti; (NCD)
4) GHIO VALENTINA (Sindaco, Sestri Levante) = 4.685 voti; (PD)
5) PIGNONE ENRICO (Consigliere, Genova) = 4.388 voti; (Lista Doria)
6) BAGNASCO CARLO (Sindaco, Rapallo) = 4.109 voti; (FI)
7) OLIVERI ANTONINO (Consigliere, Campo Ligure) = 3.780 voti; (PD)
8) PASTORINO GIAN PIERO (Consigliere, Genova) = 3.491 voti; (SEL)
9) ANZALONE STEFANO (Consigliere, Genova) = 3.291 voti; (IdV)


10) BUSCAGLIA ARNALDO (Consigliere, Bargagli) = 3.139 voti; (PD)
11) OLCESE ADOLFO (Sindaco, Pieve Ligure) = 3.068 voti; (Centro destra)
12) BIORCI MARIA LUISA (Sindaco, Arenzano) = 2.878 voti; (Centro sinistra)
13) REPETTO LAURA (Consigliere, Busalla) = 2.636 voti. (Centro sinistra)

Punti di vista...sul listone

Il cosiddetto listone ha vinto, ma non ha sfondato: la fronda delle liste "ribelli" ha dato dei risultati abbastanza insperati, e l'astensione dei consiglieri 5 stelle ha contribuito a guastare l'en plein del listone tarsversale tra i partiti, nato con l'intento di svolgere un ruolo costituente per quel che riguarda le regole di funzionamento della Città metropolitana.
Il Levante ha ottenuto un buon risultato, eleggendo quattro rappresentanti nel Tigullio e tre nel Golfo Paradiso, mentre come era prevedibile in assenza di un accordo l'entroterra è rimasto privo di consiglieri di riferimento e dovrà "appoggiarsi" su rappresentanti "costieri".
Dal punto di vista politico, come era prevedibile si nota la prevalenza di rappresentanti del centrosinistra nell'area genovese, mentre il Levante assume tonalità più variegate e presenta un notevole peso delle forze di centrodestra.

Buon lavoro al Sindaco Doria e a tutti i consiglieri, ora il primo compito che li attende è la stesura dello Statuto metropolitano.

La curiosità: due titoli opposti fotografano questa mattina le interpretazioni dei media rispetto al voto




Eletti sei del Levante nel nuovo consiglio metropolitano

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Città metropolitana, scelto consiglio grillini fuori dei giochi

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Città metropolitana, elezioni senza sorprese

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Prime elezioni metropolitane, a Genova vincono le larghe intese

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Le province sono abolite, però si vota lo stesso

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Pulizia delle strade e scuole le sfide del nuovo ente

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Il sindaco Doria: poche risorse dobbiamo utilizzarle al meglio

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Picchettaggi ai seggi, appelli alle truppe cammellate

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Atteso l'esito nelle città metropolitane: Genova, sì alle larghe intese per Doria

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Niente fondi e competenze per la città metropolitana: "Così istituzione a rischio"

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mercoledì 24 settembre 2014

Province, Liguria, assessori Paita e Rossetti: “Via a osservatorio regionale su riorganizzazione deleghe e tutela personale”

Siglato protocollo d'intesa su riordino istituzionale
Genova. E' stato siglato nella mattinata di mercoledì 24 settembre nella sede della Regione Liguria di piazza De Ferrari l'intesa sul monitoraggio e la qualificazione delle funzioni e del personale coinvolto nel processo di riordino istituzionale, a seguito della ridefinizione delle funzioni degli Enti locali. All'incontro erano presenti gli assessori regionali alle infrastrutture con delega al riordino amministrativo Raffaella Paita e l'assessore regionale al bilancio Pippo Rossetti accanto ai rappresentanti di ANCI, UPI, alle organizzazioni sindacali confederali e di categoria. Obiettivo dell'intesa la costituzione di un tavolo di regia che coinvolga tutti i soggetti partecipanti che si occuperà della riorganizzazione delle deleghe e delle funzioni e della tutela del personale. E parallelamente la costituzione di un osservatorio regionale sul riordino istituzionale che veda il coinvolgimento di tutti gli assessorati sulla base delle tematiche, oltre alle Province, alle città metropolitane e all'ANCI. "Si tratta di due ambiti – hanno spiegato gli assessori Paita e Rossetti – che si confronteranno mensilmente per coordinare tutte le fasi e seguire l'attività degli enti interessati, affinché gli eventuali processi di trasferimento avvengano nel rispetto delle norme".

dal sito della Regione Liguria

Partiti e paesi, conte e veleni per il consiglio metropolitano

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sabato 20 settembre 2014

I genovesi scendono dall'auto

Negli ultimi tre anni, una auto su quattro sono sparite dalle strade cittadine: soltanto colpa della crisi, o c'è in atto un cambiamento nelle abitudini dei genovesi? Genova presenta anche molti anziani che spesso rinunciano all'uso dell'auto e si rivolgono ai mezzi pubblici. Forse una indicazione viene proprio dall'aumento della domanda di trasporto pubblico, benchè quest'ultimo, tanto su gomma quanto su ferro, non presenti livelli di efficienza e di quantità di servizio particolarmente elevati, specie se raffrontati ad altre realtà europee.

lunedì 15 settembre 2014

Città metropolitana: per Viarengo è una sfida da cogliere ma la legge non va bene

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Tre liste in lizza, prove di nuova maggioranza

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Città metropolitana: sorteggiato l'ordine delle liste per l'elezione del Consiglio

Un po' tristemente ci avviamo, il 28 settembre p.v., alla prima elezione "indiretta" del consiglio metropolitano...penso che in futuro una elezione diretta tanto del sindaco quanto del consiglio metropolitano contribuirebbe a rinsaldare il senso di appartenenza dei cittadini ad una realtà quale quella della città metropolitana richiederebbe, mentre ad oggi più che un grande fatto politico ci sembra di assistere all'elezione di un consiglio di amministrazione...e le molte diatribe intorno alla composizione delle liste non hanno aiutato a sgomberare questa impressione...

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Le Province? Ora devono fare l'inventario

Secondo quanto stabilito dal Decreto Attuativo della legge Del Rio sulla riforma degli Enti Locali, entro 15 giorni dalla sua data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, le province sono tenute a effettuare una mappatura dei beni e delle risorse connesse a tutte le funzioni, fondamentali e non, alla data di entrata in vigore della Legge, salvo per quanto riguarda i beni e le partecipazioni in enti e società (per i quali prevale il termine di cui al successivo art. 5 del presente decreto), compresi i rapporti attivi e passivi. Tale mappatura dev'essere comunicata alla Regione e al rispettivo Osservatorio, che verifica la coerenza della ricognizione con i criteri del decreto e ne valida i contenuti entro i successivi 15 giorni trasmettendo tempestivamente all’Osservatorio centrale i documenti relativi.
In caso di incongruenze l’Osservatorio regionale individua e propone alle province interessate soluzioni per rendere conforme la ricognizione ai criteri previsti dal presente decreto. In caso di mancata ricognizione o qualora persistano le incongruenze segnalate, la Regione assume le relative determinazioni.
In esito all’attribuzione delle funzioni oggetto di redistribuzione le amministrazioni interessate concordano il trasferimento dei beni e delle risorse, ivi comprese le risorse assegnate dallo Stato in conto capitale o interessi.
Il personale vede garantiti i rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nonché quelli a tempo determinato in corso fino alla scadenza per essi prevista.

Ddl Delrio, il testo del decreto attuativo che riforma le Province

Ok al Dpcm: le prossime tappe e il destino dei dipendenti

La riforma delle Province arriva allo stadio conclusivo. Ieri è arrivato il via libera della Conferenza unificata dell’accordo tra Stato, Regioni e Autonomie e, parallelamente, è arrivato l’ok al decreto attuativo collegato che realizzerà le disposizioni del ddl Delrio.
Anche se due mesi in ritardo rispetto al calendario inizialmente prefissato in stesura del disegno di legge, si avvia dunque a compimento la chiacchieratissima, e altrettanto contestata, riforma delle province italiane, erroneamente indicata, talvolta, come quella di “abolizione”.
In realtà, le province rimangono esattamente al loro posto, senza modificare il proprio raggio territoriale e, in buona parte, anche i propri organici. Cambieranno nome in “enti di area vasta” ma, al di là di questo, a modificare, infatti, saranno specialmente alcune funzioni, così come la composizione e la formazione dei consigli provinciali, che saranno eletti dai sindaci e da consiglieri comunali.
Sicuramente, di portata storica l’introduzione delle Città metropolitane, che andranno a sostituire le amminisitrazioni provinciali nelle zone dei maggiori centri urbani: in questo caso, a presiedere sarà il sindaco della città con più abitanti.

I nuovi obblighi versi i dipendenti
Entro il 31 dicembre prossimo, toccherà alle Regioni prendere il timone della riforma e procedere alla redistribuzione delle funzioni demandate. Ciò, ovviamente, comporterà delle conseguenze anche per i dipendenti delle strutture coinvolte nel riordino.
Innanzitutto, andranno evidenziate le direzioni e le risorse che saranno coinvolte negli spostamenti relativi all’attuazione della riforma, quindi entro due settimane dall’uscita del Dpcm in Gazzetta saranno le province a dover stilare una “mappatura dei beni e delle risorse connesse a tutte le funzioni, fondamentali e non”. 
In seguito, ai nascituri enti di area vasta saranno cedute le responsabilità in fatto di pianificazione territoriale, sull’assistenza agli enti locali, e la promozione delle pari opportunità nel mondo del lavoro.  Le altre attività di cui saranno spogliate le province, finiranno in capo a Comuni o Regioni.

In ogni caso, ogni spostamento dei lavoratori sarà collegato a un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali e, contestualmente, al riconoscimento del trattamento fondamentale e accessorio, così come previsto dai contratti attualmente in vigore che non saranno ritoccati anche nei termini temporali.

 

domenica 14 settembre 2014

Da Genova a Ferrara spunta l'alleanza PD-FI per le nuove province

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Torino: Dieci progetti per cambiare il futuro. E la città sarà bilingue

L'obiettivo è attrarre aziende estere e creare nuovi saperi. Il piano presentato da Fassino al forum di Cernobbio: "Torino dovrà diventare una piccola Svizzera, sarà creata un'agenzia a questo scopo" . Di questo argomento avevamo trattato anche noi, in riferimento al territorio di Genova e provincia, nell'articolo Il territorio della Provincia di Genova, alcune idee per riconquistare l'attrattività perduta, e ci fa piacere riscontrare molte analogie con quanto si vorrebbe fare a Torino.

di GABRIELE GUCCIONE
pubblicato su La Repubblica Torino l'8 settembre 2014

Una città dove ogni turista, studente, ingegnere o ricercatore straniero possa sentirsi a casa. Sentirsi rispondere in inglese a qualunque domanda, per strada, o sul posto di lavoro. Come se Torino fosse un punto sulla cartina della Finlandia. Sembra un sogno. Ma l'idea di una città bilingue, e per questo più capace di attrarre investitori stranieri, è diventata un progetto. Uno di quelli messi a punto dal nuovo piano strategico che il "pensatoio" presieduto dall'ex sindaco Valentino Castellani e diretto da Anna Prat stanno finendo di scrivere e che ha l'ambizione di puntare al traguardo del 2025.

sabato 13 settembre 2014

CORSO DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE SULLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E STRATEGICA DELLA CITTA’ METROPOLITANA



Organizzato da INU Liguria e Ordine degli Architetti di Genova, sta per partire un corso che si propone di mettere a fuoco le tematiche inerenti il rapporto tra la professione dell'architetto e le novità introdotte dall'avvento della Città Metropolitana.

Nel contesto dell’imminente formazione della Città metropolitana di Genova, che comporterà rilevanti innovazioni sui processi di governo del territorio e conseguenti necessità di aggiornamento professionale, il Corso intende fornire ai partecipanti una conoscenza di base delle tematiche relative alla pianificazione di carattere metropolitano. Le attività formative, che prevedono il coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono orientate allo sviluppo delle competenze pertinenti alla pianificazione territoriale di area vasta ed alla gestione dei processi attinenti lo sviluppo del territorio all’interno dell’area metropolitana che comportano l’acquisizione di competenze professionali ed amministrative.

PRIMO MODULO: analisi delle attribuzioni al nuovo Ente disposte dalla legge 56/2014 (legge Del Rio) e dalle proposte di modifica del titolo 5° della Costituzione; esperienze e iniziative in corso da parte di alcune Città metropolitane italiane, citando alcuni esempi di Città europee; lo stato dell’arte nella formazione della Città metropolitana genovese, con particolare riferimento ai temi del governo del territorio.

SECONDO MODULO: rapporto fra pianificazione strategica e pianificazione territoriale nella Città metropolitana e rapporti con la programmazione europea e le forme di promozione del territorio; contenuti della pianificazione dell’area metropolitana in relazione alle strategie ed agli obiettivi nazionali ed europei; aree insediate e non insediate, aree verdi, corridoi ecologici, modelli insediativi, mobilità e servizi; nuova impostazione della programmazione attraverso l’istituto degli Investimenti Territoriali Integrati.

TERZO MODULO: approfondimenti e proposte sul tema della nuova pianificazione di area vasta in esito al lavoro condotto con i partecipanti al Corso, con specifica focalizzazione sugli strumenti di pianificazione urbanistica che saranno messi a punto dalla Città metropolitana di Genova. Il seminario si conclude con un dibattito sulle prospettive della “Città metropolitana genovese”.


IL CORSO SI SVILUPPA IN TRE MODULI: 19 settembre, 3 e 17 ottobre 2014
Ore 13:00 – 18:00
DOCENTI: arch. A. Pasetti, Direttore Pianificazione Generale e di Bacino della Provincia di Genova; prof. F. Gastaldi, Professore associato di Urbanistica presso l’Università Iuav di Venezia.
 

Province, l’ultimo trucco della casta: via il nome, restano tutte le funzioni

Tra le competenze fondamentali che rimarranno agli enti intermedi anche l'ambiente, le scuole, il trasporto pubblico, la pianificazione del territorio. Infatti dai territori si chiedono risorse altrimenti, come dice il presidente della Conferenza delle Regioni Chiamparino, non potranno essere garantite funzioni fondamentali come il riscaldamento delle scuole o la pulizia delle strade dalla neve


Ma non solo. Regioni e Stato si sono incontrati, l’11 settembre, per definire se le Province dovranno prendere altre materie da gestire e su cui intervenire. Ma quelle 5-6 ci saranno di sicuro e il paradosso è che sono state proprio quelle il cuore della ragione d’essere delle Province conosciute fino a ora. Sembra un gioco di prestidigitazione: Matteo Renzi non avrà la bacchetta magica, ma forse un cilindro e un mazzo di carte se li è procurati. Come spiega il presidente dell’Upi Alessandro Pastacci, d’altronde, le Province continuano “a erogare funzioni fondamentali, in particolare, sulla costruzione e gestione dell’80% delle strade, pari a circa 130mila chilometri e sulla gestione della edilizia scolastica delle superiori secondarie, che sono circa 5mila edifici. Per questo è necessario che vengano erogate le risorse adeguate”. E d’altra parte la conferma è arrivata dalle dichiarazioni anche di chi rappresenta le Regioni: se non ci saranno trasferimenti sufficienti, dice il presidente Sergio Chiamparino, non saranno garantite funzioni fondamentali “come il riscaldamento nelle scuole o la pulizia delle strade dalla neve“. “Proceduralmente – aggiunge chiedendo che le risorse siano già nella legge di stabilità – ci sono delle garanzie che verranno attribuite le risorse per far si che le nuove province possano ottemperare almeno alle funzioni fondamentali , alla parte fondamentale dei loro compiti, però i soldi non ci sono ancora quindi questo è un altro tema. Rischiamo di non riuscire a mantenere le scuole aperte o la minima funzionalità delle viabilità in particolare in zone impervie e montagna”. Mentre tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre verranno eletti sindaci e consigli metropolitani di 8 città e presidenti e consigli di 64 Province, 33 di queste presentano una situazione di “pre-dissesto”, come è emerso dalla due diligence realizzata da Upi, ministero dell’Economia e Viminale.

venerdì 12 settembre 2014

Cosa fa il Consiglio Metropolitano

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Città metropolitana, Tigullio in campo

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Paita: città metropolitana, affrontiamo il nodo risorse

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Tigullio e Golfo Paradiso: i candidati della lista per la città metropolitana

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FI scopre il "doppio forno" alle Provinciali con il PD

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Tris di liste per la città metropolitana

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Città Metropolitana: Prime indiscrezioni sui nuovi "assessori"

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Lista Unica: Vogliamo decidere e incidere

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Restano comuni da 180 abitanti

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martedì 9 settembre 2014

Levaggi critico: questa formula danneggerà il Tigullio

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MS5 fuori da tutte le liste

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Accordi: FI con Ncd assieme pure a Genova

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Quattro liste per la città metropolitana

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Città metropolitana: allarme anche in Regione

Trasferimenti di competenze tra enti, ma le risorse non arrivano, e allora, come fare?

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Città metropolitana, tris di liste

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Partecipazione dei Comuni: valorizzazione delle aree periferiche

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Centrosinistra compatto per la città metropolitana: i grillini restano fuori

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lunedì 8 settembre 2014

Presentate le prime liste per le prossime elezioni della Città Metropolitana

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I risparmi "fantasma" della città metropolitana

Una analisi interessante che, se confermata, fa riflettere non poco sulle modalità attraverso cui si è giunti alla messa in discussione delle province: forse per sviare l'attenzione da altri bersagli decisamente più appetibili per la cosiddetta "casta"??

La sentenza del commissario Fossati: con queste risorse non può che fallire

Amara ma realistica l'analisi di chi ogni giorno resiste in trincea per garantire i servizi minimi che i tagli orizzontali hanno eroso ed erodono ogni giorno di più: manutenzione strade e scuole, in primis.

Nuova città metropolitana, grillini fuori dal consiglio

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sabato 6 settembre 2014

Governo e Regioni divisi sul futuro delle province

Non si sblocca la vicenda dei decreti che dovrebbero riattribuire le funzioni tra Città metropolitane, Province e Regioni. Le regioni in particolare temono il dualismo con le città metropolitane e premono per annacquarne le competenze.

Città metropolitana, Senarega con Armando Ezio Capurro

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Le 100 città resilienti: ciò che non uccide fortifica

La Rockefeller Foundation ha individuato 100 città ritenute “resilienti”, ovvero capaci di reagire a crisi e disastri traendone spunti per migliorarsi e crescere. Tra loro c’è anche Roma che entrerà a far parte di questo prestigioso network internazionale.

di Elena Biscotti
pubblicato su tafter.it l'11 dicembre 2013

“Non si può predire dove o quando la prossima maggiore scossa o rottura per il nostro benessere si manifesterà” dichiara Judith Rodin, presidente della Rockefeller Foundation. Ed è proprio da questa premessa che, in occasione della celebrazione del centenario dell’Istituzione, ha preso il volo la sfida 100 Resilient Cities, una piattaforma virtuale in cui parteciperanno 100 città mondiali – selezionate da sette giudici, fra cui si annovera Bill Clinton – in grado di presentare dei progetti di trasformazione urbana a seguito di cataclismi o rotture economico-sociali.
Con la diffusione della crisi economica, delle nuove tecnologie e della globalizzazione, del fenomeno dell’inurbamento e della crescita demografica, delle catastrofi ambientali ed ecologiche sempre più frequenti, si sta assistendo a una messa in discussione dei paradigmi vigenti sino ad ora, soprattutto per ciò che concerne il rapporto dell’essere umano con l’ambiente che lo circonda e le problematiche a esso connesse.
Non è un caso se temi quali “rigenerazione”, “pianificazione culturale”, “rinnovamento sociale”, “interculturalità” o “multiculturalità”, “globalizzazione”, “urbanizzazione”, “innovazione tecnologica”, “cambiamenti climatici”, “disastri ecologici e ambientali” sono diventati il fulcro di progetti incentrati sulla risoluzione dei problemi che colpiscono la collettività, principalmente nell’ottica della riqualificazione urbanistica e dell’adozione di misure preventivo-attuative nei momenti di crisi.

lunedì 1 settembre 2014

Il bicameralismo delle città metropolitane

In un momento in cui il dibattito politico è tutto incentrato sul superamento del bicameralismo e sulla semplificazione e celerità dei procedimenti amministrativi, la legge Delrio prevede un percorso accidentato per l’approvazione dello strumento di programmazione economico-finanziaria delle città metropolitane.

pubblicato su LeggiOggi.it il 1 settembre 2014

La procedura di approvazione del bilancio delle città metropolitane prevede una sorta di doppia lettura. In un momento in cui il dibattito politico è tutto incentrato sul superamento del bicameralismo e sulla semplificazione e celerità dei procedimenti amministrativi, la legge Delrio prevede un percorso accidentato per l’approvazione dello strumento di programmazione economico-finanziaria delle città metropolitane.

Lo schema di bilancio deve essere proposto dal sindaco metropolitano, adottato dal consiglio metropolitano, in una sorta di prima lettura, e sottoposto al parere della conferenza metropolitana.

Il secondo organo assembleare dell’istituzione di area vasta esprime il proprio parere, approvandolo con una maggioranza che deve soddisfare due requisiti, la maggioranza della popolazione ed un terzo dei comuni.
A questo punto lo schema di bilancio torna al primo organo assembleare ed il consiglio metropolitano, in seconda lettura, può finalmente approvare lo strumento di programmazione.