a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

sabato 19 dicembre 2015

giovedì 10 dicembre 2015

Progettare un servizio ferroviario: l'orario cadenzato integrato

Un articolo sull'orario cadenzato che ne spiega il funzionamento e le condizioni per una sua introduzione corretta, che porti benefici reali. 

di Giorgio Stagni*

Il desiderio di ogni viaggiatore sarebbe sempre quello di un trasporto "porta a porta", tuttavia un sistema di trasporto pubblico è un compromesso tra i desideri degli utenti e le esigenze di economicità del sistema, e richiede spesso di effettuare dei trasbordi da un mezzo all'altro.
Le coincidenze però non avvengono per caso, ma sono legate al modo con cui sono progettati gli orari. L'orario cadenzato integrato è un modo efficiente per garantire una combinazione equilibrata di diversi mezzi, purché siano rispettate alcune precise regole di progettazione.

martedì 8 dicembre 2015

Il compostaggio diventa di prossimità, a Scarpino va l'impianto di separazione

Prende forma il nuovo piano dei rifiuti della Città Metropolitana: a Scarpino l'impianto di separazione secco-umido e impianti di compostaggio sparsi tra i vari comuni.

Atp, la validità del biglietto scende ancora

Atp sempre più in difficoltà taglia servizi e stipendi dei lavoratori, ma così facendo il servizio è sempre meno appetibile per gli utenti che infatti sono in calo costante. Un circolo vizioso da cui non si può uscire? Non necessariamente, ma occorre ripensare l'organizzazione complessiva del TPL, a cominciare dall'integrazione gomma-ferro. 

domenica 6 dicembre 2015

La governance del trasporto pubblico locale, questa sconosciuta

A fronte delle recenti novità sull'orario e sul contratto di servizio ferroviario che dovrebbe essere ben presto rinnovato, può essere forse utile richiamare alcuni articoli già pubblicati su questo blog:

Il disegno di legge regionale sul trasporto pubblico locale in Liguria: qualche luce, molte ombre

Un modello di governance del Trasporto Pubblico dell’Area Metropolitana Genovese

Un modello possibile per la governance del Trasporto Pubblico dell’area metropolitana di Genova: il caso di Parigi

Il nuovo orario ferroviario "cadenzato": problematiche e possibli rimedi




Il mese di dicembre è atteso, ormai, con una certa apprensione dalle migliaia di pendolari che ogni giorno utilizzano la rete ferroviaria della Liguria, in quanto è proprio in questo mese che da diversi anni entra in vigore il nuovo orario.


Spostamenti giornalieri per lavoro e per studio verso Genova – Elaborazione dati da fonte Istat (censimento 2011)
Quest’anno, in particolare, è stato annunciata l’introduzione del cosiddetto “orario cadenzato” che secondo quanto asserito dai proponenti dovrebbe semplificare la memorizzazione dato che i treni di una certa categoria partono sempre allo stesso “minuto” (es.: 8.33, 8.56, 9.33, 9.56, ecc.).


Non si tratta, per la verità, di una assoluta novità, in quanto già in passato si erano introdotti orari basati sul cadenzamento, che, forse perché realizzati in maniera non ottimale, avevano creato non pochi problemi e sono stati progressivamente modificati per cercare di rispondere meglio  alle esigenze dell’utenza.

L’ orario cadenzato odierno prevede l’individuazione di tre tipologie di servizio: urbano, suburbano ed extraurbano, con intensità decrescente del servizio a mano a mano che ci si allontana da Genova. 


La prima annotazione è che il sistema è in effetti molto “genovacentrico” e ruota sulle due stazioni principali, Brignole e Principe che tuttavia a volte non si “parlano” e costringono chi oltrepassa il nodo genovese a cambiare treno. Ad esempio, se volessi andare a Chiavari partendo da Principe e usando un regionale veloce, dovrei andare fino a Brignole e poi cambiare treno (alcuni esempi: Reg 2191 + Reg 11375 e anche Reg 2193 + Reg 11377). Non proprio il massimo della comodità, quindi, soprattutto se si pensa che sono moltissimi gli utenti di Principe che necessitano di recarsi a levante.


Dal 2015 Genova e i comuni della ex provincia costituiscono la Città metropolitana, e si potrebbe immaginare che, conformemente al ruolo strategico che la legge assegna in tema di trasporto pubblico al nuovo ente, l’ orario ferroviario (in attesa di un più organico e complessivo piano dei trasporti che la Regione non è stata ancora in grado di produrre) dovrebbe tendere a rendere i comuni dell’ex provincia maggiormente coesi e interconnessi, mentre lo spezzettamento delle tratte contraddice la vocazione tipica della nuova entità amministrativa.

Immagine tratta da GenovaMilanoNewsletter



I tempi di percorrenza sono un grosso tasto dolente: spesso il dover effettuare un cambio di treno comporta attese anche abbastanza lunghe sul binario (sperando di non dover subire ritardi aggiuntivi) e questo rende più lunghi i viaggi, ma vi è anche il caso dei treni cui vengono aggiunte molte fermate che fanno lievitare i tempi complessivi.


Analizziamo, per fare un esempio, l’attuale treno Reg 33863 che parte da Genova Principe alle ore 17:10 e arriva a Lavagna alle ore 18:13, facendo 10 fermate intermedie. Il tempo attuale di percorrenza è di 01:03. Con il nuovo orario il Reg 11265 partirà da Principe alle ore 17:12 e arriverà a Lavagna alle ore 18:20, incrementando il tempo di percorrenza di 5 minuti e facendo 14 fermate intermedie. 


Analogo discorso lo si può fare con il Reg 33871 che attualmente per coprire la tratta Genova Principe – Lavagna impiega 55 minuti partendo alle ore 18:11 e arrivando alle ore 19:06, facendo 7 fermate intermedie. Con il nuovo orario il Reg 11269 partendo alle 18:12 arriverà alle ore 19:21 facendo 14 fermate intermedie e impiegando così 14 minuti in più. 


In entrambi i casi l’allungamento dei tempi di percorrenza è evidente, e non si può certo considerare un miglioramento, tanto più che i treni sulla tratta risultano diminuiti (uno in meno al mattino, il Reg 11232 e uno in meno la sera, il Reg 11293) e variamente “riaccorpati”. Il Reg 11293, per inciso, è uno dei treni più utilizzati da chi lavora a Ponente del nodo di Genova (Via di Francia, Sampierdarena, Cornigliano, Sestri Ponente) perché permette anche a chi esce intorno alle 18.00 di arrivare nel Tigullio prima della 19.00.


Con il nuovo orario tutte queste persone dovranno cambiare treno, dato che i “regionali veloci” per il Levante partono da Genova Brignole, o rassegnarsi a fare tutte le fermate. I tempi di attesa non sono brevi (e come potrebbero, data la frequenza con cui si verificano ritardi) e contribuiscono ad allungare ulteriormente i tempi di percorrenza degli utenti. Anche la frequenza bioraria dei regionali “veloci” non sembra quella necessaria e sufficiente per servire una città metropolitana come Genova, dato che almeno uno all’ora parrebbe essere una frequenza accettabile.


Per chi abita in un piccolo centro a Levante e lavora, poniamo, a Sestri Ponente, o prende regionali che effettuano tutte le fermate (ma solo se va fino a Savona o fino a Sestri Levante), oppure deve cambiare a Genova Brignole, prendere un regionale veloce e quindi aspettare a Chiavari o a Sestri Levante un altro treno regionale lento per arrivare finalmente a destinazione. A volte occorre comunque prendere un treno metropolitano che fa la tratta Voltri - Nervi e poi cambiare prendendo un regionale lento. In entrambi i casi, si ha un considerevole aggravio dei tempi di percorrenza, che vanno ad incidere non poco sulla qualità del viaggio.


Discorso analogo lo si può fare con chi lavora a Levante, oltre il nodo di Brignole,  e deve recarsi a Ponente o nell’entroterra: tra cambi e allungamenti dei tempi di percorrenza il quadro degli spostamenti quotidiani peggiora specie per chi abita fuori dell’area servita dalle stazioni genovesi.



In definitiva, pensiamo che sia gravemente carente una seria analisi dei flussi di pendolari e di conseguenza che si sia applicato uno schema astratto non fondato sulle effettive presenze, in ciascuna stazione, di utenti (attuali e potenziali) ma solo su distanze chilometriche: a mano a mano che ci si allontana da Genova centro, i servizi si diradano e si allungano i tempi di percorrenza. Questo è, appunto, uno schema troppo rigido e non tiene conto del fatto che chi lavora lontano da casa ha una maggiore necessità di disporre di collegamenti che presentino tempi di percorrenza accettabili e possibilmente senza cambi di treno. 


I dati Istat che abbiamo potuto analizzare, pur dando alcune indicazioni di massima, non fotografano fino in fondo la situazione degli spostamenti, poiché registrano solo gli spostamenti complessivi (TPL + privati) tra comune e comune mentre sarebbe importante analizzare le tratte ferroviarie stazione per stazione: la sola città di Genova ne conta 23, tra grandi, medie e piccole, e per ciascuna occorre avere un quadro preciso dei flussi nel corso della giornata, contando materialmente gli utenti perché anche la vendita di biglietti e abbonamenti può non rispecchiare l’effettivo utilizzo di questa o quella stazione.


In questi giorni si torna a parlare di biglietto elettronico: sarebbe utile uno strumento di analisi che servirebbe appunto anche a monitorare i flussi, ma considerando che molti anni sono passati dall’attivazione di tale progetto, che ha richiesto fino ad oggi anche ingenti somme di denaro, sarebbe neessario effettuare comunque una campagna di rilevamenti fatti in modo tradizionale anche per avere una base di confronto in vista di un futuro utilizzo del biglietto elettronico…auspicando che non si tratti di un ennesimo annuncio seguito da un triste insuccesso, come fino ad oggi purtroppo è stato.


Infine, dobbiamo purtroppo notare come sia rimasta lettera morta la legge regionale che introduceva l’Agenzia per il Trasporto in Liguria, che pur istituita formalmente nell’agosto del 2014 non ha ancora realizzato nessuno dei compiti di programmazione e coordinamento ad essa assegnati: anche questo, duole dirlo, un fallimento che testimonia la carenza della Regione a sapersi dotare di idonei strumenti di pianificazione e gestione del trasporto pubblico.  


martedì 1 dicembre 2015

Atp, ancora caos: sciopero e corriere in tilt

La situazione sempre più difficile di ATP (azienda trasporti provinciali) è dovuta alla ormai cronica carenza di fondi pubblici che mette a repentaglio le funzioni un tempo garantite dalla provincia. 
Una migliore programmazione ed integrazione del servizio ad esempio con le linee ferroviarie avrebbe potuto almeno in parte attenuare il calo di utenti che ha di certo peggiorato le finanze dell'azienda? 
E' tempo che le aziende di trasporto pubblico imparino a mettere in atto sinergie per superare i momenti difficili e studiare il rilancio anche tramite una migliore offerta all'utenza. 
L'agenzia regionale dei trasporti avrebbe dovuto, fra l'altro, occuparsi anche di questo aspetto e favorire una migliore integrazione tra i mezzi di trasporto pubblico, ma ad oggi nulla è stato fatto, il servizio peggiora, gli utenti calano: un circolo vizioso che rischia di lasciare fuori del servizio pubblico soprattutto le zone dell'entroterra.

Visualizza l'articolo in .pdf

lunedì 30 novembre 2015

Napoli, città metropolitana: troppi ritardi, ora la regione faccia la sua parte

A quasi un anno dalla nascita dei nuovi enti, l'articolo traccia un primo bilancio e mette in evidenza le poche luci e le molte ombre che li caratterizza, tra ritardi nella definizione dei vari organismi e un preoccupante deficit di rappresentatività e di capacità operativa. L'articolo parla di Napoli, ma fotografa una realtà analoga in tutta Italia.

Visualizza l'articolo in .pdf

sabato 28 novembre 2015

Piccole stazioni, diretti per Torino e per MIlano addio

Il nuovo orario opera scelte senza davvero analizzare i flussi reali dei passeggeri, e come si muovono da una stazione all'altra. Il risultato è uno schema di funzionamento astratto che non si adatta alla realtà e soprattutto agli utenti.

venerdì 27 novembre 2015

Bus ATP: altra stangata sui passeggeri

Si continua a considerare il trasporto pubblico come un costo invece che come una opportunità di fornire servizi utili al territorio, e la risposta alla crisi è il solito mix di tagli al servizio e ai salari dei lavoratori, oltre che l'aumento dei biglietti. Davvero poche idee e tanta miopia caratterizzano gli amministratori dell'ATP che, invero, sono lasciati soli a decidere su una questione politicamente cruciale, che andrebbe inquadrata nell'assetto complessivo del trasporto pubblico genovese.

giovedì 26 novembre 2015

Allerta neve, fondi al lumicino per fronteggiarle

Creare le città metropolitane e poi non dotarle dei fondi necessari per farle funzionare è un paradosso che rischiamo di pagare molto caro anche in termini di salvaguardia del territorio, per non parlare della perdita di competitività con le vere città metropolitane che in Europa e nel mondo guidano le economie e attraggono risorse e talenti.

martedì 24 novembre 2015

Pendolino e stazioni minori per anticipare i tempi

La Liguria è da tempo sempre più emarginata dai flussi più importanti di traffico ferroviario, uno studio fa delle proposte per riavvicinare Genova a Roma e a Milano tramite il treno, rispolverando i "pendolini" che sulle tratte ad alta velocità sono stati sostituiti dai Frecciarossa.

sabato 21 novembre 2015

I sindaci del Golfo Paradiso: 118 unico per ASL 3 e ASL 4

L'integrazione dei servizi della città metropolitana passa anche per una progressiva unificazione delle aziende sanitarie?

Visualizza l'articolo in .pdf

Condannato il ministero moroso: fa mancare i soldi per le scuole

Non solo la Città metropolitana subisce i tagli dei trasferimenti dallo Stato, ma deve anche fare i conti con il mancato pagamento dell'affitto del palazzo della Prefettura, rischiando di mettere in ginocchio i servizi di manutenzione delle scuole superiori.

venerdì 20 novembre 2015

Treni più frequenti e veloci, ma non per tutta la Liguria

L'introduzione dell'orario "cadenzato" porterà non pochi sconvolgimenti nelle abitudini dei liguri, che dovranno in molti casi effettuare cambi di treno e sopportare tempi di percorrenza più lunghi.

Visualizza l'articolo in .pdf

giovedì 19 novembre 2015

Dodici anni di contratto con Trenitalia

Firmato un pre-contratto che consegna a Trenitalia la gestione del servizio ferroviario per ben 12 anni, mentre sarebbe stato ben più auspicabile indire una gara europea sulla base di un contratto di servizio ritagliato sugli effettivi bisogni dell'utenza ligure, invece che farsi fare il solito "pacco" da Trenitalia.

mercoledì 18 novembre 2015

Ticket treno+bus, aumento più vicino

La questione del biglietto integrato dovrebbe, oramai, interessare l'intera area metropolitana che comprende tutti i comuni dell'ex provincia di Genova, tuttavia le difficoltà economiche ed il rimpallo di responsabilità tra Regione e Comune di Genova mettono in forse la permanenza della pur parziale integrazione tariffaria che ad oggi sussiste nel territorio del capoluogo.

martedì 10 novembre 2015

Liguria: Trasporti Pubblici, la rivoluzione si allontana: altri due anni di attesa

La creazione del bacino unico regionale per il trasporto su gomma è una scelta discutibile, ed è ora messa in forse dall'atteso giudizio del Tar che deve pronunciarsi sulla sua fattibilità dal punto di vista legale. Nel frattempo la situazione si fa sempre più caotica e i lavoratori entrano in fibrillazione, minacciando scioperi.

venerdì 6 novembre 2015

Milano, città metropolitana: a rischio il servizio di tutela ambientale

Tra le funzioni che stanno subendo più tagli, quella della tutela ambientale svolto fino ad oggi dalla polizia provinciale. Una scelta miope che rischia di provocare molti più danni dei risparmi che nell'immediato porterebbe.

No al depuratore unico, si a tre impianti più piccoli

Continua la polemica sul depuratore ( o sui depuratori) del Tigullio, tra veti incrociati e sospetti di sindrome "Nimby"...intanto il tempo passa ed incombe la minaccia di ingenti sanzioni da parte dell'Europa, che verrebbero pagate dai cittadini dei comuni interessati.

lunedì 26 ottobre 2015

In Liguria servono otto biodigestori

Il tema dei rifiuti è un altro di quelli che andrebbero affrontati tenendo ben presente le economie di scala realizzabili a livello di città metropolitana, mettendo in atto filiere del riciclo e della vendita dei prodotti ottenibili dalla separazione e trattamento dei rifiuti. Attualmente, siamo ancora ben lungi dall'aver trovato soluzioni credibili e anche in questo campo incombono le sanzioni europee.

lunedì 12 ottobre 2015

Chiavari, lo Stato snobba la caserma

Chi l'avrebbe mai detto che un immobile nel centro di Chiavari sarebbe stato giudicato poco appetibile dal Ministero dell' Economia e delle Finanze? Eppure...Intanto procede il piano di valorizzazione della Città Metropolitana, che spera di fare cassa vendendo gli immobili non più necessari al suo funzionamemnto.

domenica 11 ottobre 2015

Depuratore a Chiavari: scelta nata da ragioni economiche e tecniche

Non sempre è semplice prendere delle decisioni impattanti su un territorio: se ne è ben accorto il Sindaco metropolitano Marco Doria che espone i motivi della scelta di ubicare il nuovo depuratore comprensoriale a Chiavari.

Il regionalismo differenziato entra in Costituzione

Le Regioni virtuose saranno premiate mentre quelle che "sforano" saranno sanzionate. Questo il senso della riforma allo studio del Governo e delle Camere.

No al depuratore unico ma con posizioni diverse

Uno, nessuno e centomila: nessuno vuole nel suo territorio il nuovo depuratore di vallata. D'accordo che non lo si vuole fare insieme alla val Petronio, ma allora quello dell'Entella dove lo si vuol piazzare? Lancio una proposta: e se lo si facesse in mare, tipo off-shore??? 

Porto: il Nord Europa non aspetta più: subito le infrastrutture

Visualizza l'articolo in .pdf

venerdì 9 ottobre 2015

Province: Emiliano, senza fondi impossibile gestione delle funzioni

(Regioni.it 2806 - 09/10/2015) “Il governo sa benissimo che non abbiamo le risorse per gestire tutte le materie non fondamentali che la Regione deve prendere dalle Province". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della riunione della Commissione consiliare in cui si è discusso del disegno di legge che recepisce le misure della legge Delrio con cui si ridistribuiscono le funzioni delle ex Province.
 
“Con i fondi che gli rimangono - ha rilevato Emiliano - non è garantita neanche la gestione delle funzioni fondamentali che restano alle Province. Perché gli sono stati dimezzati i bilanci". Poi, ha aggiunto Emiliano, occorre capire "che fine devono fare le aziende partecipate dalle Province, che rischiano di dover licenziare a brevissimo, qualcuna lo ha già fatto, il personale. E una volta messe in liquidazione queste società non possono essere riattivate successivamente laddove dovessero arrivare risorse" dal governo. "Il terzo elemento molto urgente - per Emiliano - è quello delle polizie provinciali, che fine devono fare?". 

"Infine - ha proseguito - definire subito nella legge di stabilità le funzioni delle politiche attive del lavoro che passano alle Regioni e con quali risorse".
"Questi - ha concluso - sono gli elementi che il governo deve affrontare. Non glielo chiediamo noi. Sanno benissimo che senza questi elementi non possiamo procedere oltre nel percorso legislativo che la legge nazionale impone alle Regioni”.

venerdì 2 ottobre 2015

mercoledì 30 settembre 2015

Rischio default per 7 province lombarde

Il ritardo con cui vengono riattribuite le funzioni tra regioni, province e città metropolitane causa il paradosso per cui a fronte di tagli molto consistenti ai bilanci delle ultime due, restano da sostenere gli stessi costi degli anni precedenti. Da cui il rischio di default sempre più inquietante.

Regione Lombardia si tiene trasporti e ambiente

Approvata la nuova legge regionale che determina le funzioni in capo alla regione e quelle in capo agli altri enti locali (città metropolitane e province). Resta da definire la fusione dei parchi Nord e Sud di Milano.

mercoledì 16 settembre 2015

Depuratore del Tigullio: un maxi esperto boccia il depuratore unico

Visualizza l'articolo in .pdf

Grenoble, la città che decide di andare in auto ai 30 all'ora

In città, nelle aree densamente frequentate, diminuire la velocità non diminuisce per forza la fluidità del traffico, ma rende possibile la convivenza tra auto, ciclisti e pedoni. In tali condizioni, è dimostrato che aumentano la qualità della vità e l'attrattività dei quartieri urbani, che acquistano anche in termini di valori immobiliari.

domenica 13 settembre 2015

Ripartire dall'housing sociale per ripensare le nostre città

Un interessante intervento di Diego Novelli che porta l'attenzione sull'idea di città quale concentrato di relazioni e di culture, di cui l'assetto edilizio è un esito. Il modo in cui si costruisce l'idea di città e di società influisce sulla formazione dello spazio, per questo è importante che i due aspetti vadano sempre tenuti insieme.

Province, rischio stipendi ridotti a chi si trasferisce

Visualizza l'articolo in .pdf

Province, a fine anno le liste di mobilità

Entro il 31 ottobre le Regioni dovranno aver definito le funzioni attribuite a Province e Città Metropolitane, determinando così il fabbisogno di personale ad esse adibito. Entro la stessa data le Province e le Città Metropolitane dovranno fornire le liste dei dipendenti in soprannumero.

giovedì 10 settembre 2015

Expo Milano, una occasione da sfruttare meglio

Genova è restata forse un po' troppo alla finestra nei confronti dell'Expo di Milano, mentre altre città tra cui Torino e Roma hanno cercato di creare collegamenti con i flussi turistici in arrivo nel capoluogo lombardo.

Visualizza l'articolo in .pdf

martedì 1 settembre 2015

Crescita della produttività, il tallone d'Achille dell'economia italiana

La bassa produttività è uno dei fattori della crisi economica che impedisce all'Italia di cogliere le occasioni di rilancio economico rappresentate dai bassi tassi di interesse, dal calo del prezzo del petrolio, dalla debolezza dell'euro. Studiarne le cause e porvi rimedio appare quindi la priorità per una vera ripresa dell'economia italiana.

Growth of GDP = crescita del prodotto interno lordo
Nel 2014 per l'Italia tale indice è negativo (-0.4) mentre se si considera l'Europa è positivo (1.4).

La crescita della produttività in Europa risulta essere 0.5 mentre in Italia è pari a -0.5.




 

Grande Venezia, fisco agevolato

La proposta del sindaco Brugnaro.

Visualizza l'articolo in .pdf

sabato 15 agosto 2015

La città metropolitana, ente strategico di sviluppo territoriale (e non una provincia 2.0)



di Sonia Zarino


Condizione fondamentale per il buon funzionamento delle neonate Città metropolitane è che si proceda alla riallocazione, tra i vari Enti, delle funzioni non fondamentali, e tuttavia molte sono le regioni che non hanno ancora provveduto ad adottare le leggi di loro competenza.


Sul sito Regioni.it è disponibile una tabella che sintetizza lo stato dell’arte delle leggi regionali e mostra come solo 15 regioni abbiano iniziato e in alcuni casi concluso l’iter normativo previsto. A metà luglio (data dell’ultimo aggiornamento) erano conclusi unicamente i procedimenti relativi a Toscana, Umbria, Calabria, Liguria e Marche.


In nessun caso risultano concretamente avviati i procedimenti necessari al trasferimento delle funzioni e del personale nonché delle corrispondenti risorse finanziarie.

Le città metropolitane e le province si trovano quindi ad operare in una sorta di “terra di mezzo” legislativa, la cui fluidità rende poco stabile il terreno normativo sul quale le Pubbliche Amministrazioni si trovano ad operare, così come estremamente difficile è la gestione tanto a breve quanto a lungo termine di enti non ancora del tutto delineati nelle loro competenze e relative dotazioni finanziarie.


Se da un lato, infatti, la “macchina” delle riforme ha modificato a livello nazionale il quadro relativo a regioni, province, città metropolitane e comuni, il livello locale non ha seguito con la stessa velocità il calendario previsto per la messa in atto delle conseguenti determinazioni, tanto che ad oggi è fortemente avvertito il pericolo di fallimento che la riforma stessa potrebbe incontrare. Fallimento causato, in primis, proprio per il grande ritardo e la poca convinzione con cui le regioni hanno affrontato il compito di legiferare per riattribuire le funzioni (e le risorse) a province e città metropolitane. 


Il DL 78/2015 è stato convertito in legge con molte modifiche il 28 luglio. Il nuovo testo ha introdotto fra l’altro l’obbligo per le Regioni di completare il riordino delle funzioni non fondamentali di province e città metropolitane entro il 30 ottobre, obbligandole in alternativa a trasferire agli stessi enti le risorse corrispondenti. E’ stato inoltre concessa per le città metropolitane la possibilità di redigere il bilancio solo per il 2015 e una riduzione delle sanzioni per gli enti locali che avranno sforato il Patto di stabilità.


Certo è che il processo di riforma non sembra avere quella fluidità che sarebbe necessaria per un passaggio senza intoppi da una forma ad un'altra dell’ordinamento complessivo degli Enti locali.


La natura e l'ambito di interesse della città metropolitana
Uno dei problemi che maggiormente si percepisce è la poca comprensione, negli stessi amministratori, delle reali implicazioni che, specie nel caso della città metropolitana, la creazione del nuovo ente comporta, e questo compromette non di poco, a nostro avviso, la riuscita della riforma stessa.

Crociere: record di turisti in Liguria a Ferragosto

Sono ben nove le navi che sosteranno in Liguria per il week end di Ferragosto, per un totale di oltre 40 mila passeggeri nei tre porti. Un settore economico che crea un considerevole indotto e che va opportunamente organizzato per trarne tutti i possibili benefici tanto per i porti quanto per i territori limitrofi, che grazie alle loro caratteristiche paesaggistiche, culturali, e di qualità della vita, rappresentano l'ideale completamento dell'esperienza crocieristica. 

giovedì 13 agosto 2015

Città Metropolitana di Genova – Inu, firmato protocollo di collaborazione

13/08/2015

Un supporto per la formazione e la messa a punto del Piano Territoriale Generale e del Piano Strategico. Lo garantirà alla Città Metropolitana di Genova la sezione Liguria dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, come stabilito da un apposito protocollo appena siglato dall’ente e dall’associazione. 

Il protocollo, operativo da subito, non comporterà costi aggiuntivi per la Città Metropolitana di Genova. Garantirà l’affiancamento degli esperti dell’Inu in tutto il percorso di studio ed elaborazione dei due strumenti, la cui approvazione è resa obbligatoria dalla legge 56 del 2014, la cosiddetta Delrio, che dal primo gennaio scorso ha istituito le città metropolitane.
L’obiettivo è costruire un Piano Territoriale Generale e un Piano Strategico che siano funzionali a uno sviluppo armonico del territorio, e che dovranno dare indirizzi su temi come le infrastrutture, i servizi al cittadino (come il trasporto pubblico), i distretti produttivi, le politiche abitative, il coordinamento dei piani urbanistici dei Comuni e le relazioni tra la Città Metropolitana e gli altri enti, compresi nel suo territorio ma non solo.

sabato 8 agosto 2015

UPI: la riforma delle Province e delle Città metropolitane strozzata dai tagli indiscriminati alle risorse

In un recente documento l’UPI (Unione delle Province Italiane) fa il punto sullo stato della legge 56/2014 e rileva preoccupanti criticità nel suo stato di attuazione. 

di Sonia Zarino
 
Vi è, secondo l’UPI, un evidente disallineamento tra la legislazione regionale, che doveva riattribuire le funzioni non essenziali delle Province e  delle Città metropolitane, e la legge di Stabilità che, sottraendo alle stesse risorse in una misura ritenuta eccessiva,  blocca di fatto l’effettiva attuazione della riforma.
In effetti, se da un lato i nuovi enti sono di fatto operativi, e in grado quindi di svolgere i compiti a loro affidati dalla L. 56, nelle more degli adempimenti  previsti da parte delle Regioni essi devono continuare a svolgere tutti i compiti delle “vecchie” province. Tale onere si traduce quindi nella necessità di fare fronte a spese di cui non si hanno di fatto le necessarie coperture economiche: si pensi solo che la prevista legge di Stabilità 2015 taglia al bilancio delle Province un miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017.
Ad oggi, la sola parte pienamente attuata della riforma delle province riguarda il cambio degli organi amministrativi, costituiti da sindaci e consiglieri provenienti dai comuni dell’Città metropolitana e non più eletti direttamente dai cittadini.

venerdì 7 agosto 2015

Genova: arrivano 300 milioni per contrastare le alluvioni

Visualizza l'articolo in .pdf

La città metropolitana sarà comunque una rivoluzione culturale

La città metropolitana è troppo spesso confusa con la "vecchia" provincia, con cui condivide i confini (e questo forse è stato il primo errore) ma non le finalità, che sono altre e di tipo strategico, volte allo sviluppo territoriale.

Vedi l'articolo in .pdf

Depuratore del Tigullio, la decisione definitiva a settembre

La vicenda del depuratore comprensoriale non è solo una vicenda che potremmo definire locale, in quanto è uno dei banchi di prova sul funzionamento della nuova Città metropolitana, che deve trovare per la sua buona governance il giusto equilibrio tra aspetti a volte confliggenti, quali l'ottimizzazione delle risorse finanziarie e la volontà delle singole amministrazioni. Se è vero che, come detta la legge 56, finalità della città metropolitana è il suo sviluppo territoriale complessivo, è da qui che occorre partire per valutare le decisioni prese dal Consiglio.