a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

mercoledì 20 marzo 2013

Prospettive per l'area vasta: incontro dell'INU a Firenze

Il 22 marzo, incontro organizzato dalla Commissione nazionale INU “Cooperazione e coordinamento territoriale” sul tema della pianificazione dell'area vasta.

di Luciano Tortoioli, Anna Mesolella*


Il quadro politico uscito dalle elezioni di febbraio non lascia sperare in una rapida soluzione dei numerosi problemi che riguardano il “governo del territorio” e che anche nella passata legislatura sono rimasti irrisolti.
Purtroppo la complessità della situazione economica, il crescente disagio sociale, la gravissima crisi occupazionale, uniti alle difficoltà evidenti della politica ad individuare soluzioni, imporranno ai primi punti dell’agenda di lavoro del prossimo Governo e del Parlamento tematiche ben diverse da quelle del pur indispensabile e urgente riordino della legislazione in materia di pianificazione territoriale, che  semplifichi radicalmente il contenuto ed il numero dei piani, ponga un limite all’occupazione di nuovo suolo, punti decisamente sulla difesa del territorio dal dissesto idrogeologico, si ispiri ai principi della salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e dello sviluppo sostenibile.
La mancata conclusione del processo di riforma istituzionale, avviato con la legge 135/2012 incentrato sul nuovo ruolo delle province, sulle città metropolitane e sulle unioni dei comuni, non agevola certamente l’attività di pianificazione del territorio che comunque deve proseguire,  pur in condizioni di grande incertezza. 
In questa situazione è difficile prefigurare gli scenari futuri che scaturiranno dal completamento del percorso di riordino istituzionale, tantomeno immaginare natura, ruoli, competenze degli enti o dei nuovi soggetti  che avranno il compito di delineare,  programmare, progettare e controllare i processi locali di sviluppo ed uso del territorio, anche se resta immutata la speranza che in conclusione ne scaturisca un sistema in grado di dare al Paese strumenti di governo del territorio semplificati, ma efficaci e funzionali. 

Il lavoro della Commissione Cooperazione e coordinamento territoriale quindi potrebbe sembrare inutile o addirittura impossibile. Potrebbe invece trasformarsi in utile contributo all’Istituto, che dovrà prendere posizione nel dibattito che si aprirà sui temi del governo del territorio, se sarà in grado di offrire una sintesi tra modelli teorici frutto della ricerca, ancorchè basata su presupposti tecnico-scientifici avanzati,  e soluzioni praticabili, ancorate alla reale situazione del paese, che avvicinino l’urbanistica ai problemi concreti del territorio, che siano in grado di raggiungere risultati in tempi rapidi e senza ricorso a procedure barocche, a volte imposte anche dalle leggi regionali.
Forse bisogna chiedersi quanto la strumentazione urbanistica concepita in una fase economica ben diversa da quella attuale sia in grado di rappresentare e guidare le dinamiche di oggi e prefigurare scenari futuri, ma soprattutto se non sia giunto il momento di affrontare con decisione il tema della pianificazione che sia frutto di una reale cooperazione territoriale e di un coordinamento delle risorse economiche ed umane presenti nelle diverse istituzioni che, solo se messe insieme, possono dare avvio alla realizzazione di trasformazioni urbane e territoriali di utilità sociale ovvero alla costruzione, nel breve e medio periodo, delle infrastrutture indispensabili.
La riunione del 22 marzo,  organizzata con alcuni stakeholder qualificati, portatori di esperienze diverse, ha proprio la finalità di evidenziare gli ostacoli da rimuovere che impediscono o limitano i processi di pianificazione territoriale che devono invece, necessariamente, essere semplificati, affidati alla responsabilità politica e tecnica di pochi, precisi  livelli istituzionali, senza sovrapposizioni o addirittura duplicazioni, concludersi in tempi certi ed essere liberati da contenuti eccessivi, anche se importanti,  a scapito dell’efficacia e della chiarezza delle decisioni.
La discussione dovrà quindi essere quanto più possibile libera, concentrata sull’individuazione dei veri nodi del problema e sulle possibili soluzioni, non condizionata da legami di appartenenza ad una od all’altra istituzione, orientata ad indicare soluzioni su:
  • Quanti e quali Piani sono indispensabili e a quale scala territoriali; 
  • Gli enti titolari della pianificazione e della sua approvazione; 
  • I contenuti (oserei dire massimi) dei Piani;
  • I processi di cooperazione attiva tra istituzioni in sostituzione dei piani tradizionali (esperienze a confronto);
  • Le normative vigenti che risultano inadeguate a favorire la semplificazione degli strumenti urbanistici e supportare processi di cooperazione territoriale;
  • L’opportunità di una legge statale di principi sul “governo del territorio” (non solo pianificazione) e di riordino delle leggi regionali (secondo criteri di omogeneità) che rendano meno caotica l’applicazione della disciplina sul territorio nazionale.
Quelli sopra elencati sono solo spunti per avviare il confronto. Se ne potranno aggiungere altri fermo restando l’obiettivo comunque di mantenere la discussione nei limiti della concretezza e della praticabilità delle soluzioni proposte, sapendo che si dovrà operare entro un contesto politico-istituzionale molto  complesso ed ancora non chiaro, ma generalmente orientato verso una semplificazione dei processi decisionali e dei livelli istituzionali, una maggiore qualificazione dell’attività della P.A. ed una crescita delle forme di partenariato  P.P. legate a concreti programmi di sviluppo e di investimento sul territorio.


22 marzo 2013, ore 10:00 presso l’Università di Firenze, Dipartimento di Architettura – DIDA Sezione urbanistica, aula 7M, primo piano, Via P.A. Micheli, 2 Firenze

*Luciano Tortoioli è presidente,  Anna Mesolella è vice presidente della Commissione nazionale INU “Cooperazione e coordinamento territoriale”
 

2 commenti :

  1. Ho partecipato all'incontro della Commissione nazionale INU che si é concluso con l'impegno ad approfondire i temi dell'Unione dei Comuni e della Città metropolitana per formulare una proposta al nuovo Governo e al Parlamento di un assetto normativo che tenga conto elle nuove realtà istituzionali.
    Il caso della Città metropolitana di Genova é stato considerato di particolare interesse per le attività già svolte in sede di Conferenza metropolitana per lo Statuto e per per il Regolamento relativo ai temi della pianificazione territoriale.
    Andrea Pasetti

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  2. Genova si conferma una realtà molto dinamica dal punto di vista della pianificazione territoriale, e pensiamo che, come già in passato, saprà porsi come punto di riferimento nel dibattito sulle città metropolitane e sul generale riordino degli Enti Locali.
    Grazie per questo resoconto da parte dell'Arch. Pasetti.

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