a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

sabato 7 settembre 2013

Città metropolitane: uno studio su come cambieranno le nuove aree

pubblicato su Il Sole 24 Ore 04-09-2013

La città metropolitana di Torino grande una volta e mezzo il Molise, quelle di Bari, Bologna e Firenze più estese dalla Valle d'Aosta. Le elaborazioni del Centro di documentazioni e studi Anci-Ifel disegnano la mappa delle future dieci città metropolitane di Milano, Napoli, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Reggio Calabria e Roma, confrontando le loro caratteristiche attuali con quelle future se coincidessero pienamente con il territorio delle Province omonime.

Il nuovo volto delle città non si limita alla superficie territoriale, né al seppur decisivo aumento degli abitanti (la 'neopopolazione metropolitana' raggrupperà oltre 16 milioni di persone): a cambiare sarà anche la vocazione economica delle principali città italiane, che oggi sono per lo più specializzate nel terziario e nei servizi, mentre un domani, grazie alla spinta dei Comuni dell'hinterland, potrebbero avere nell'industria il loro principale motore di sviluppo.
Se per Roma, in quanto Capitale, il percorso delineato dal Ddl approvato dal governo è diverso, le altre città metropolitane sarebbero destinate ad estendersi al territorio delle relative Province (fatto salvo un meccanismo per quei Comuni che vogliano fuoriuscirne). In tal caso Torino diventerebbe la prima città metropolitana per superficie, balzando dagli attuali 130 kmq a ben 6.830 kmq, Bari diventerebbe la prima città del Sud per estensione, passando da 116 a 3.825 kmq. Terza per superficie, Bologna (da 141 a 3.702 kmq), Firenze (da 102 a 3.514 kmq), Reggio Calabria ( da 236 a 3.183 kmq), Venezia (da 416 a 2.466 kmq), Genova (da 244 a 1.838 kmq), Milano (da 182 a 1.579 kmq) e Napoli (da 117 a 1.171 kmq).
A raddoppiare e in qualche caso triplicare sarà anche il numero degli abitanti. In base all'analisi, realizzata su dati Istat 2012, Milano, con l'istituzione della città metropolitana, passerebbe da 1.343.230 residenti a 3.189.171 e Napoli da 956.739 residenti arriverebbe ad averne 3.078.408.
A mutare anche la specializzazione economica delle città. Mentre Milano, Napoli, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Reggio Calabria sono, attualmente, tutte città con un alto grado di specializzazione nel terziario, proiettandole in una dimensione metropolitana finiscono per cambiare specializzazione. A prevalere per tutte le potenziali città metropolitane è mediamente il settore industriale, con picchi considerevoli per Milano, Firenze e Genova.
Le città metropolitana di Bari e Reggio Calabria finirebbero per essere caratterizzate da un'area urbana a fortissima prevalenza del primario, mentre la città metropolitana di Napoli diverrebbe una sorta di "microregione del terziario".
Infine, in base alla logica di sovrapposizione territoriale città metropolitana/provincia, scenderebbero nella maggior parte dei casi gli indici di invecchiamento e l'incidenza della popolazione straniera residente. Raddoppierebbe invece, in media, la popolazione straniera residente e aumenterebbe l'incidenza dei residenti minorenni.

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