a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

domenica 1 settembre 2013

Nuovo PTR: quale visione strategica per il rilancio della Liguria?


In quale modo il Piano Territoriale Regionale in itinere pone le basi per il futuro sviluppo socio-economico della Liguria?
Un documento dell’Ordine degli Architetti di Imperia analizza la bozza del PTR evidenziandone le criticità e i nodi ancora irrisolti.


La Liguria si presenta attualmente come un territorio che, pur avendo molte potenzialità dovute essenzialmente alla sua favorevole posizione climatica e paesaggistica, oltre che geografica configurandosi quale “porta” marittima del Nord Europa, presenta tuttavia da diversi anni i segnali inconfondibili del declino, tra cui: popolazione in calo e sempre più anziana, valore aggiunto che si va riducendo, livello di disoccupazione più alto rispetto alla media del Nord-Ovest, un numero significativo di attività che chiudono.

Il nuovo Piano Territoriale Regionale, attualmente in itinere, pone a base delle sue scelte l’esigenza di arrestare il consumo di suolo, proponendo per le aree extraurbane una visione basata sostanzialmente su un utilizzo agricolo del territorio.

Ora, se questa visione è condivisibile per quel che riguarda l’esigenza di salvaguardare e tutelare la qualità ambientale e paesistica della Liguria, che deve costituire il substrato e la condizione di fondo per il suo sviluppo economico, l’agricoltura (che, pur configurandosi quale fenomeno estremamente positivo per il presidio del territorio, in Liguria molto raramente va oltre la sussistenza o, al più, il prodotto di nicchia) non appare sufficiente per interpretare l’idea di rilancio economico necessario a invertire l’andamento negativo del quadro socio-economico della regione.

La salvaguardia del territorio nel suo complesso, intesa come ricerca della qualità dell’ambiente e dei tessuti insediati, deve costituire indubbiamente il presupposto, la condizione per uno sviluppo socio-economico sostenibile e qualificato, ma da sola non garantisce il superamento delle attuali criticità.

Il PTR dovrebbe avere il compito di individuare quelle filiere che su tale substrato possono innestarsi avviando rapporti di reciproca valorizzazione: il turismo ambientale e culturale, certo, ma anche la ricerca, l’hi-tech, le manifatture e l’artigianato compatibili ambientalmente con il territorio che dovrà essere sempre più interconnesso ed integrato, offrendo le stesse opportunità di vita tanto a chi abita le zone costiere quanto a chi presidia l’entroterra.

Nuove attività capaci di dare lavoro a giovani qualificati ed in grado di generare alto valore aggiunto vanno individuate, e quindi invogliate ad insediarsi nella nostra regione mediante opportuni meccanismi di incentivazione che ne facilitino la localizzazione semplificando, in primis, i passaggi burocratici.

Il declino della nostra regione può essere fermato solo avviando un patto tra generazioni che veda nello sviluppo sostenibile e nella rigenerazione economica di lungo periodo la chiave per risolvere l’attuale dicotomia tra l’esplosione del fabbisogno di spesa sociale dovuta alla crescita del numero di anziani e la progressiva riduzione di giovani attivi in grado di portare quel valore aggiunto necessario a mantenere, e possibilmente espandere, il livello di welfare in termini di sanità, assistenza, garanzia dei diritti.   


Scarica il documento in .doc


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