a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

lunedì 7 ottobre 2013

L’area metropolitana genovese dal punto di vista dei Sistemi Locali del Lavoro

Abbiamo visto in un precedente articolo alcuni metodi per delimitare un’area metropolitana, prendendo quale esempio quella di Genova. Un altro metodo possibile per individuare un’area metropolitana è quello utilizzato per definire i sistemi locali del lavoro.

I Sistemi Locali del Lavoro (SLL), nell’accezione proposta dall’Istat, individuano aree (identificate e delimitate su tutto il territorio nazionale) dove la popolazione risiede e lavora e dove quindi tende ad esercitare la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche. Dal punto di vista tecnico e metodologico i SLL sono costruiti dall’aggregazione di due o più comuni dove i flussi di pendolarismo giornaliero tra luogo di residenza e luogo di lavoro sono auto-contenuti.


I Sistemi Locali del Lavoro nel 2001 erano 686, meno di quelli individuati nel 1991 (784) e nel 1981 (955). La diminuzione non è avvenuta in modo uniforme, questo fenomeno è spiegabile con la crescita economica di alcuni comuni che si sono “affrancati” dai Sistemi Locali dei quali facevano parte in precedenza. Sarà interessante vedere i risultati dell’ultimo censimento per capire eventuali nuove aggregazioni.



Un dato interessante è il considerevole aumento del numero dei viaggi effettuati dalle persone per recarsi dal luogo di residenza al luogo di lavoro: da 391mila nel 1991 a 426mila nel 2001 (+9,0%). Anche qui attendiamo il confronto con il dato del 2011.



I confini dei Sistemi Locali del Lavoro oltrepassano in molti casi i limiti amministrativi delle province e delle regioni. Il solo limite amministrativo utilizzato dall’Istat per individuare  i Sistemi Locali è quello del comune, che rappresenta l’unità elementare per la rilevazione dei dati sugli spostamenti quotidiani per motivi di lavoro. Risulta che ben 167 Sistemi Locali del Lavoro sono formati da comuni che appartengono a più province e, tra questi, ve ne sono 49 multi-regionali.



Passando ad esaminare il caso di Genova, si scopre che i comuni che fanno parte del suo Sistema Locale del lavoro, secondo l’Istat, fanno parte tutti della provincia omonima. Essi sono 32 sui 67 che compongono la provincia.[1]

Confinano con il Sistema di Genova quelli di Savona, Ovada, Novi Ligure, Bobbio, Chiavari  e Rapallo.

I confini dei Sistemi non coincidono necessariamente con quelli amministrativi delle province e delle regioni, essendo le aggregazioni basate sui parametri che misurano i movimenti pendolari che configurano il sistema stesso.


[1]Arenzano, Avegno, Bargagli, Bogliasco, Busalla, Campoligure, Campomorone, Casella, Ceranesi, Cogoleto, Crocefieschi, Davagna, Fontanigorda, Genova, Masone, Mele, Mignanego, Montebruno, Montaggio, Pieve, Propata, Recco, Ronco Scrivia, Rovegno, Sant’Olcese, Savignone, Serra Riccò, Sori, Torriglia, Uscio, Valbrevenna, Vobbia.

Sistemi Locali del Lavoro dell'area genovese

La dimensione demografica è strettamente connessa al livello dell’economia dei Sistemi Locali, e un’analisi della stessa (ad esempio, se in crescita o se in diminuzione) permette di comprendere se si tratta di realtà marginali, e quindi in declino anche demografico, o di entità in espansione economica e demografica.


Ad esempio, il Sistema Locale di Bobbio, di cui fanno parte anche i comuni liguri di Fascia, Gorreto e Rondanina, presenta, a livello italiano, il massimo indice di vecchiaia[2], ossia 614. Il Sistema di Genova si trova nel range compreso tra 210 e 250 , così come quello di Novi Ligure, mentre gli altri sistemi confinanti presentano un indice superiore al 250, ossia tutti superiori al dato medio nazionale pari a 131,4. Ci troviamo complessivamente in un ambito territoriale che presenta una popolazione tendenzialmente assai più anziana rispetto alla media nazionale.



Assai significativo è anche il dato che registra il numero dianziani per ogni bambino, che vede i Sistemi locali della Liguria centrale, del basso Piemonte e dell’Appennino piacentino/parmense caratterizzati da rapporti che vanno da 6 a 8 e anche oltre anziani per ogni bambino.  Questo è un chiaro segno della debolezza di una economia che non riesce ad attrarre giovani e famiglie con bambini probabilmente per carenze di opportunità occupazionali in settori in grado di generare elevati tassi di valore aggiunto. Questo si riflette negativamente sulla produttività dei sistemi locali, che risulta bassa, di qui la debolezza delle economie di tali sistemi locali.



Una ulteriore conferma dell’alta concentrazione di persone anziane è il dato che registra il numeromedio di componenti per famiglia, che nel caso dei sistemi liguri centrali è sempre inferiore a 2,2, inferiore al dato nazionale che è di 2,6. Inoltre la percentuale di coppie con figli in Liguria è ovunque inferiore al 50%.



Sistemi Locali manifatturieri

I Sistemi Locali manifatturieri sono definiti in base alla concentrazione territoriale degli addetti nell’industria manifatturiera e sono considerati tali quando il coefficiente di concentrazione è maggiore del valore medio nazionale.



La Liguria è interessata solo marginalmente dalla presenza di tale tipologia di sistemi, grazie ai comuni del suo territorio che appartengono ai sistemi di Cairo Montenotte, Ovada e Novi Ligure. Contiguo alla Liguria è il sistema di Bedonia, ma non vi sono comuni liguri che ne fanno parte.



Sistemi Locali turistici

I Sistemi Locali turistici sono definiti in base alla concentrazione territoriale degli addetti nei servizi al consumatore e sono considerati tali quando il coefficiente di concentrazione è maggiore del valore medio nazionale.



In Liguria tutti i Sistemi, ad eccezione di quello di Cairo M., si configurano quali sistemi turistici, con diversi gradi di intensità. Questo conferma naturalmente l’altissima vocazione turistica della regione, che si conferma come una delle mete preferite da italiani e stranieri.



Sistemi Locali dei Grandi Comuni

I Sistemi Locali dei Grandi Comuni sono quelli il cui comune principale ha una popolazione residente di almeno 250 mila persone.

Rispetto al 1991, il comune di Genova risulta (nel 2001) in contrazione per il calo della popolazione residente. Il rapporto tra la popolazione con 65 anni e più e quella con meno di 15 anni (l’indice di vecchiaia) conosce a Genova il valore massimo (240,5) tra le grandi città. A Genova gli anziani per un bambino sono poco più di 6. A Napoli, tanto per fare un confronto, sono meno di 2.


[2] rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella di meno di 15 anni
 

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