a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

mercoledì 27 aprile 2016

Fontanabuona unita? No dei sindaci.

I sindaci si dicono scettici circa la creazione di una unione di tutti i comuni della Val Fontanabuona, ma sono più possibilisti circa le proposta di creare tre unioni più piccole. Certo è che le sempre maggiori ristrettezze economiche dei piccoli comuni imporranno, prima o poi, delle scelte che faranno perdere ai comuni minori un po' di autonomia decisionale in cambio del mantenimento dei servizi essenziali.

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lunedì 25 aprile 2016

Città Metropolitana di Genova:10 idee per il nuovo piano metropolitano



Così come prevede la legge Delrio[1], le città metropolitane sono chiamate, sui temi di loro competenza, a fornire una visione strategica dello sviluppo territoriale, e naturalmente la pianificazione costituisce uno dei principali strumenti per orientare correttamente tale sviluppo. La città metropolitana di Genova, che nasce dall’ex Provincia, sta da tempo riflettendo sui temi dell’area vasta e lavorando alla bozza di Piano Territoriale Generale, riprendendo per questo molti degli aspetti già analizzati nel progetto di Piano Territoriale che, causa la soppressione della Provincia, è entrato in vigore nel periodo del commissariamento dell’Ente.



L’entrata in vigore della Città metropolitana ha dato un nuovo impulso alla elaborazione dei temi che la caratterizzano, e sulla scorta delle analisi precedentemente condotte sono state prodotte delle Linee Guida che si propongono di orientare le scelte del redigendo Piano Territoriale Generale, il quale deve contenere indicazioni strategiche inerenti lo sviluppo socio-economico della Città metropolitana: la cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; la promozione e la gestione  integrata  dei  servizi,  delle infrastrutture e delle  reti  di  comunicazione  di  interesse  della città metropolitana; la cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello,  ivi  comprese  quelle  con  le  città  e  le  aree metropolitane europee.



Sono compiti più specifici rispetto a quelli del piano territoriale provinciale, che si poneva ad un livello intermedio tra quello regionale e quello comunale: questo nuovo piano ha una diversa natura poiché si occupa solo di alcuni aspetti, definiti strategici, e su di essi la città metropolitana deve concentrarsi per conseguire i suoi particolari obiettivi.



Il piano territoriale metropolitano, inoltre, deve definire i propri obiettivi in accordo con le indicazioni dello Statuto e perseguire l’obiettivo dello sviluppo sostenibile e del contenimento del consumo di suolo[2].



Le 10 idee per il Piano[3]:

1. L’area metropolitana di Genova è la “porta dell’Europa”. Il Piano come strumento per rafforzare il ruolo della CM di Genova nella rete delle città metropolitane italiane e delle grandi città europee.



2. Un “progetto di territorio” unitario e condiviso. Il Piano deve rafforzare il senso di appartenenza alla comunità metropolitana. Regole semplici e norme omogenee.



3. Gli ambiti territoriali sono il luogo della rappresentatività e della concertazione dei Comuni singoli e associati.



4. I “Sistemi strategici” sono territori connotati da problematiche complesse e intersettoriali da affrontare con “progetti integrati” e rappresentano una priorità per il rilancio dell’area metropolitana.



5. Il suolo è una risorsa preziosa e irriproducibile da valorizzare e tramandare alle generazioni future. Il piano rafforza la città costruita e favorisce la rigenerazione urbana.



6. La sicurezza del territorio e la prevenzione del dissesto idrogeologico come pre-condizione per le scelte del piano. Il piano è lo strumento per favorire l’integrazione fra le componenti ambientali – morfologiche, naturalistiche, idrogeologiche - e le componenti territoriali attraverso indirizzi per la pianificazione urbanistica.



7. Il rilancio economico sostenibile. Un piano “forte” a sostegno delle attività produttive di area vasta, in sinergia con la rete delle associazioni di categoria delle città metropolitane, in una logica di partnership pubblico-privato: istituzioni, imprenditoria, università e terzo settore.



8. Le reti infrastrutturali fisiche e virtuali sono determinanti per lo sviluppo economico, le relazioni, la coesione sociale del territorio metropolitano.



9. La funzionalità della rete ecologica metropolitana e delle reti dei servizi pubblici, dei beni culturali, storici, paesaggistici ed ambientali sono il fondamento per innalzare la qualità della vita e l’attrattività del territorio metropolitano.



10. Le “zone omogenee” sono gli strumenti per organizzare e gestire in modo efficiente i servizi territoriali. Il Piano definisce i criteri per l’individuazione di tali zone omogenee.





[1] pianificazione territoriale generale metropolitana (comma 44, lett b, art. 1 unico della legge 56/14) e pianificazione territoriale di coordinamento nonché tutela e valorizzazione dell´ambiente, per gli aspetti di competenza (comma 85, lett a, art. 1 unico della legge 56/14).


[2] Statuto CMG, Art, 10 comma 2: “Il piano territoriale metropolitano persegue l’obiettivo dello sviluppo sostenibile, orientato al potenziamento e alla valorizzazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità pubblica, alla rigenerazione dei tessuti edificati, al potenziamento e alla riqualificazione dei servizi e degli spazi pubblici, alla costruzione della rete ecologica metropolitana, alla valorizzazione e tutela del sistema agricolo, dei suoli liberi e dei beni paesistici. In particolare, il piano territoriale metropolitano, in linea con le indicazioni comunitarie, considera il suolo una risorsa finita e irriproducibile; in base a tale principio orienta le proprie politiche territoriali.”



[3] Approvate il 22 aprile 2015 dal Consiglio Metropolitano



venerdì 22 aprile 2016

Dalla riviera alle valli: ecco i "super comuni". L'unione fa la forza

La proposta di un comitato di cittadini dell'entroterra genovese che propone di creare una unione di comuni estesa all'intera Fontanabuona, con l'obiettivo di ottenere maggiori finanziamenti e creare le condizioni per rilanciare i servizi e l'economia della valle.