a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

venerdì 29 agosto 2014

Elezioni del consiglio metropolitano: quanto pesano i territori?

Si fa un gran parlare, in questi giorni, dell'opportunità o meno di presentare una lista unica "costituente" che porti alla definizione del primo consiglio metropolitano di Genova. Un tema forte è certo quello della rappresentatività dei vari territori, che potrebbe essere un aspetto positivo specie perchè il primo consiglio dovrà approvare lo Statuto della città metropolitana, il documento cioè che stabilisce le regole di funzionamento del nuovo Ente.

Abbiamo provato a simulare il "peso" dei vari territori in termini di voti espressi dai propri rappresentanti (sindaci e consiglieri comunali) e il risultato, come si vede nel grafico, è abbastanza scontato: Genova da sola "pesa" per il 45%, il Golfo del Tigullio "pesa" per il 17%, segue il Golfo Paradiso con il 7% e via via tutti gli altri. 
Volendo fare un ulteriore raggruppamento, il Levante pesa in totale per un 35% sul totale della città metropolitana, mentre Genova e i comuni della "corona" urbana raggiungono globalmente il 65%.

Certo, queste sono considerazioni puramente territoriali sulla base del numero degli aventi diritto a voto e degli indici di ponderazione attribuiti ai voti in funzione della popolazione che i singoli elettori rappresentano, tuttavia ci paiono interessanti per fare alcune valutazioni, specie in funzione della presentazione delle liste elettorali.

Simulazione a cura di Sonia Zarino - Riproduzione riservata

Città metropolitana: Definiti ufficialmente gli aventi diritto di voto comune per comune

Pubblicato sul sito della città metropolitana di Genova il provvedimento dirigenziale dove è fissato il numero ufficiale dei sindaci e consiglieri comunali aventi diritto di voto attivo e passivo per l'elezione del Consiglio Metropolitano.

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Presentazione delle liste - numero sottoscrittori

Sul sito della città metropolitana di Genova (http://www.cittametropolitana.genova.it) è stato pubblicato che il numero minino di sottoscrittori per la presentazione delle liste di candidati è determinato in n. 41 (quarantuno).

I contrari al "listone" affilano le armi

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Fratelli d'Italia, no al listone

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Città metropolitana: due liste civiche per sfidare il "listone"

Proseguono le manovre delle formazioni minori che tentano il tutto per tutto per avere un posto in consiglio metropolitano.

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Basotti offre un posto al carroccio. Viale: non siamo interessati.

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Città metropolitana, si al listone

Si profila il listone trasversale tra i maggiori schieramemnti politici, ma i "piccoli" affilano le armi e preparano le loro liste.

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città metropolitana costituente bipartisan. Tutti nella stessa lista ma a pagare sono le donne

Listone si, listone no, listone forse...

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Biasotti e Minasso a Chiavari "benedicono" la lista unica

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Ma Casarza resiste: difendiamo l'identità

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Biasotti e Minasso votano il "listone"

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mercoledì 27 agosto 2014

Elezioni Consiglio Metropolitano: Pubblicato entro il 29 agosto il numero degli aventi diritto al voto


In base a quanto previsto dalla legge 56/2014

Entro il 24 agosto :
I Segretari comunali dovevano inviare all’ufficio elettorale presso la Provincia l’elenco con le generalità di ciascun Sindaco e Consigliere Comunale avente diritto al voto.

Entro il 29 agosto: 
L’Ufficio elettorale deve pubblicare il numero degli aventi diritto al voto.

Quanto "valgono" gli elettori del consiglio della città metropolitana di Genova


 Il voto che i consiglieri comunali e i sindaci esprimeranno per eleggere il Consiglio Metropolitano "pesa" più o meno in base alla popolazione della quale essi sono espressione.

Più un comune è grande, più il suo voto "pesa".
L’ufficio elettorale è tenuto a calcolare l’indice di ponderazione del voto degli elettori dei comuni di ciascuna fascia demografica.
Ad esempio, secondo quanto calcolato dal Ministero degli Interni, un consigliere del Comune di Mezzanego "vale" 27,452, uno del Comune di Bogliasco "vale" 60,262, uno del Comune di Santa Margherita Ligure "vale" 112,747, uno del Comune di Lavagna "vale" 217,96 e, infine uno del Comune di Genova "vale" 1097,56.






Città metropolitana, ma quale inciucio:è la fase costituente

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Nasce a Recco il patto dei moderati per la lista alternativa del centrodestra

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lunedì 25 agosto 2014

Città metropolitana, sfuma l'obiettivo della lista unica

Le diverse "anime" del territorio tigullino non trovano l'accordo, è tutti contro tutti.

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L'erba "taglia" la strada agli automobilisti

Strade invase dalle erbacce causano disagi e pericoli a chi vi transita: questa la situazione delle provinciali in val Graveglia e a Velva causata dal taglio delle risorse per le manutenzioni alla Provincia di Genova. Certo, se le premesse per la nascita della Città metropolitana sono queste, si prevedono forti difficoltà nel cammino del nuovo Ente. Tagliare gli sprechi non significa tagliare le risorse per i servizi essenziali, ci auguriamo che i decreti con i quali verranno definite le funzioni ripartendoli tra Città metropolitana e Regione possano fare un po' di chiarezza e soprattutto portare alla redistribuzione delle risorse da assegnare per assolvere tutte le necessità come questa.

A giorni incontro su trasferimento delle funzioni delle province

È previsto già la prossima settimana, al ministero per gli Affari Regionali, un incontro sulla definizione delle funzioni ed il trasferimento del personale per dare attuazione alla legge 56/14, ovvero la legge Delrio sullo «svuotamento» delle Province, definendo il perimetro funzioni delle città metropolitane e delle nuove Province come enti di secondo livello di derivazione comunale. 

Nell’ultima Conferenza Unificata, che si è svolta il 5 agosto scorso, è stato sancito un impegno politico tra Stato, Regioni, Province e Comuni che hanno condiviso, in un documento, l’impegno politico di sancire, entro settembre, l’accordo sul trasferimento delle funzioni provinciali. Stato e Regioni, si legge tra l’altro nel documento, «convengono che qualsiasi scelta in merito alla garanzia dell’esercizio delle funzioni fondamentali e delle altre funzioni oggetto di riordino deve essere accompagnata da decisioni coerenti sulle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle stesse».

«Convengono che, per quanto riguarda il personale, sarà garantito l’esame congiunto con le organizzazioni sindacali per individuare i criteri per la mobilità, nel rispetto di quanto previsto dal protocollo d’intesa stipulato in data 19 novembre 2013 tra il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, la Conferenza delle regioni e delle province autonome, Anci e le organizzazioni sindacali». L’accordo, una volta raggiunto, entrerà in un decreto del presidente del Consiglio.

sabato 23 agosto 2014

La demagogia eterna di Rizzo e il flop preannunciato della riforma Delrio

#province La demagogia eterna di Rizzo e il flop preannunciato della riforma Delrio

Provincia, tagli da paura: fiumi a rischio alluvione e strade in abbandono

In mancanza dei decreti attuativi che stabiliscono chi fa cosa tra Regione e Città metropolitana, i tagli dei finanziamenti alla Provincia stanno mettendo in ginocchio la tutela ambientale del nostro territorio.

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Fossati: se non interviene la Regione, andremo dritti al dissesto

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La resistenza delle vecchie province, la legge Delrio ancora nel limbo

Mancano i decreti attuativi, le province mantengono le attuali competenze (ma senza risorse).

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Consiglio metropolitano, ore decisive

Proseguono le manovre per la presentazione delle liste che parteciparanno alla competizione elettorale che si svolgerà il 28 settembre e che eleggerà il primo consiglio metropolitano.

martedì 19 agosto 2014

La città metropolitana e la nebulosa dell'elezione

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Ambiti ottimali per le partecipate

Il tema della razionalizzazione delle società partecipate è uno di quelli che principalmente potrebbero fornire risposte strutturali al tema del fabbisogno di risorse e su come utilizzarle per produrre servizi davvero utili per i cittadini. Un utile metodo per definire i costi di tali servizi potrebbe essere l'adozione di sistemi di confronto aventi per riferimento dei costi standard definiti sulla base di parametri prestazionali e dei costi di mercato.

Le società partecipate dagli enti locali: ripartire dalle norme rimaste inattuate

Sono tante, molte sono inutili ai cittadini ma utili a chi le presiede o trae da esse un lauto stipendio che però non si traduce in servizi ai cittadini, e allora, cosa si aspetta a sfoltirne il numero?

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lunedì 18 agosto 2014

Elezioni della Città Metropolitana: perchè diciamo no al listone

Il sindaco di Casarza Ligure, Muzio, spiega perchè il listone non convince e pensa ad una lista alternativa.

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Basta iper in Val Bisagno: dateci l'Università

I cittadini della Val Bisagno chiedono un modello alternativo di sviluppo per il loro territorio, fondato sulla capacità di attirare giovani e nuove funzioni in grado di rilanciare il rinnovamento urbano. Come insegna il successo dell'innesto della Facoltà di Architettura nella zona di Sarzano, è possibile far risorgere un quartiere immettendo funzioni che incoraggino il recupero edilizio e l'apertura di nuovi esercizi di prossimità (piccoli negozi, bar, librerie, ecc.) che aiutino la ricostruzione di una vita sociale e la rivitalizzazione degli spazi pubblici, che non sono più unicamente parcheggi o strade di scorrimento.

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CAMBIARE VERSO AI POTERI LOCALI: IN QUALE DIREZIONE?

A valle dell'entrata in vigore della legge 56/2014, riproponiamo questo scambio di punti di vista intorno al tema della riorganizzazione degli Enti Locali che analizzava i principali punti problematici del disegno di legge allora in itinere. Sono quesiti che permangono, in gran parte, irrisolti, e che auspichiamo possano essere ancora affrontati nel prossimo futuro. Perchè la città metropolitana è un primo passo, a cui deve seguire un generale cambio di mentalità capace di superare particolarismi e resistenze campanilistiche.

di Valentino Ballabio e Ugo Targetti

A margine del convegno dell’INU sulla riforma della legge urbanistica regionale, tenutosi alla Triennale il 3 dicembre, sul contributo critico di Ugo Targetti si è prodotto un breve carteggio riguardo gli aspetti istituzionali connessi che – data la concomitanza con la discussione parlamentare in corso sul Disegno di legge cosiddetto “svuota-province” – può rivestire qualche interesse. A partire dal seguente passaggio:

“Non ultima ragione che induce alla revisione della legge urbanistica regionale è l’istituzione delle città metropolitane e l’eliminazione delle province, proposte dai due ultimi governi Monti e Letta. L’istituzione della città metropolitana è una riforma necessaria, utile soprattutto alla Lombardia, ma molto indebolita dall’impostazione del Governo (sistema elettivo di secondo livello, processo di formazione incerto, poteri indefiniti, impegno sine cura del sindaco metropolitano e degli amministratori, ecc). Per quanto riguarda le province il Ddl si accinge a svuotarne i poteri in previsione di eliminarle dalla Costituzione, lasciando il governo di livello intermedio nella più totale incertezza. È un grave errore. La prospettiva di riforma delle istituzioni utile alla organizzazione territoriale della nostra società dovrebbe andare esattamente nella direzione opposta, ovvero rafforzare le Province affidando a esse tutte le funzioni e le relazioni sovra e inter-comunali che sono sempre più consistenti. L’eliminazione delle province determinerà, in particolare nelle grandi regioni, un danno grave alla gestione del territorio e ne aumenterà la confusione e i costi.”

Ballabio a Targetti: “Apprezzo la tua analisi ma l’osservazione riguarda l’aspetto istituzionale, inscindibile da una riforma seria della legislazione urbanistica. In particolare per salvare come è giusto l’ente intermedio è necessario prevederne una radicale modifica. Città metropolitana: deve almeno estendersi all’area metropolitana; inammissibile la coincidenza con l’attuale provincia mutilata dalla scissione monzasco – brianzola. Inoltre non regge se Milano non procede a un energico decentramento e al superamento tendenziale del comune unico. Province: sono più difendibili se accorpate (vedi l’abortito decreto Monti) o perlomeno se rientrano le neo (Lodi, Lecco, Monza) per tornare all’eccellente criterio della raggiungibilità del capoluogo “con una giornata a cavallo”. Inoltre devono essere liberate dalle competenze gestionali (manutenzione di strade, scuole, ecc) per dedicarsi al governo strategico dell’area vasta con organi elettivi ma snelli (giunte di 3/4 assessori).”

Targetti a Ballabio: “Condivido tutte le tue considerazioni salvo l’ultima. Mi sto convincendo che se si vuole davvero introdurre semplificazione e ottenere contenimento della spesa pubblica il modello debba essere adattato alle dimensioni delle regioni (ci sono regioni meno popolose della provincia di Brescia) ma che per le grandi, come la Lombardia, il modello debba essere: la regione legifera, programma la spesa e gestisce poche cose essenziali. Città metropolitana e provincie pianificano e gestiscono tutte le funzioni sovra-comunali compresa la sanità, eliminando tutti gli altri organismi intermedi (ATO, consorzi, parchi non regionali, ASL, ecc.). I Comuni, unificando quelli piccoli, fanno tutto il resto. L’UPI ha calcolato per esempio che il passaggio delle scuole superiori ai comuni comporterà l’aumento da 100 centri di spesa a 1400, con evidente riduzione dei vantaggi di scala. Nel mio modello le Provincie vanno caricate di funzioni e naturalmente gli organi politici devono essere eletti direttamente. La spesa delle regioni è di 168 miliardi se risparmiassero l’1 per mille sarebbero coperti i costi “della politica” delle province. A questo punto credo di avere dieci sostenitori come i lettori del Manzoni.”

B. a T.: “Ragioniamo sul punto di dissenso. Credo infatti che le province siano salvabili solo differenziandone nettamente le funzioni rispetto ai comuni, riducendo dunque al minimo i compiti gestionali. L’UPI dovrebbe sapere che i 1400 centri di spesa relativi alle scuole superiori non sarebbero aggiunti bensì assorbiti dai Comuni (in genere medio – grandi) dove le stesse sono ubicate, già ampiamente dotati di servizi e uffici atti a gestire materne, elementari e medie inferiori. Il vetraio del mio paese non si capacita di dover sdoppiare commesse, appalti, contabilità, ecc. tra Comune e Provincia allorché lui si considera giustamente un unico “centro” di manutenzione (“sun semper mì”). L’economia di scala sarebbe inoltre assicurata se, oltre a dimezzare le Province, si potesse dimezzare al quadrato il numero dei Comuni (il 70% dei quali non supera i 5.000 abitanti). Otterresti allora delle entità sufficientemente consistenti (diciamo dai 30/40.000 almeno) per amministrare al meglio oltre alle funzioni correnti anche talune attualmente consortili o collegate. Le stesse ASL in origine erano USL ovvero i comuni singoli o associati, ricomprendenti anche gli ospedali di base, poi divenuti “aziende” in capo alla Regione (trasformatasi a sua volta da ente legislativo in ibrido mostro amministrativo!). Tutto questo in teoria, a beneficio dei benevoli dieci lettori, poiché la prassi politica e parlamentare dominante (vedi il pasticcio del Ddl governativo attualmente in discussione alla Camera!) va ovviamente da tutt’altra parte…”

T. a B.: “Ciò che mi/ci indigna è l’assenza di qualsiasi disegno riformatore completo e coerente; la parola d’ordine è “eliminare le province perché così vuole il popolo, poi si vedrà”. Se ragioniamo in termini di fattibilità politica, forse hai ragione tu: salviamo le funzioni preminenti delle provincie che sono: pianificazione del territorio, viabilità e trasporti, smaltimento dei rifiuti, ciclo delle acque, e poco altro e affidiamo il resto ai comuni, ma con un robusto accorpamento. Se invece ragioniamo liberamente in termini di architettura razionale del sistema può valere il modello da me sopra sintetizzato per quanto non piaccia ai “comunardi” che lo considerano erroneamente gerarchico e che ritengono che tutti i poteri reali debbano stare in capo ai comuni, indipendentemente dalle dimensioni. Se vogliamo semplificare la pubblica amministrazione ritengo vadano eliminati gli organismi intermedi settoriali, compresi i consorzi e le varie associazioni intercomunali; in passato hanno avuto un ruolo anche positivo, ma oggi sono diventati elementi di appesantimento del sistema. Pensiamo all’esempio che tu fai delle scuole superiori. Dovrebbero essere gestite dal comune sede della scuola, ma con convenzioni di gestione faticosa e soggette a continui ripensamenti “politici”. Meglio inoltre limitarsi a unificare i piccoli comuni fino a 1.000 o 2.000 abitanti, numerosi nelle regioni del Nord, che diventerà tra breve una necessità imprescindibile, mentre la proposta di unificare comuni di 5.000/10.000 abitanti o più incontrerà resistenze fortissime perché a quel livello si manifestano già interessi consistenti e politicamente pesanti.

Ci sono anche altre ipotesi di riorganizzazione amministrativa. Ad esempio la Società geografica italiana ha recentemente proposto, sulla base dell’analisi delle relazioni territoriali, di eliminare provincie e regioni e di organizzare il territorio nazionale in 36 sistemi urbani come unico livello territoriale di area vasta. L’idea di raddoppiare quasi i centri di produzione legislativa mi sgomenta un po’ ma la proposta è la riprova che avrebbero potuto essere sondate nuove ipotesi. Sono invece tuttora mancate, da parte di Governo e Parlamento, simulazioni dettagliate di modelli diversi, accompagnate da ipotesi organizzative articolate, stime dei costi, fasi di attuazione, ecc.”

B. a T.: “Condividendo con te da sempre i saggi richiami manzoniani vien da chiedersi se la politica riformista, ora che ha “sciacquato i panni in Arno”, riuscirà mai a imboccare un giusto verso?

domenica 17 agosto 2014

A luglio nuovo record per il porto di Genova

A luglio movimentati oltre 200 mila teu contro i circa 190 mila dell'anno precedente: sarà anche per l'aver adottato le nuove pratiche di sdoganamento via mare? E, in effetti con il mese di luglio le procedure di sdoganamento a mare (preclearing) si sono attestate a circa l’80 % delle navi “dedicabili” a questa importante innovazione doganale (traffico contenitori al netto del transhipment).
L’obiettivo di questo lavoro è quello di fornire un impulso alla ulteriore riduzione dei tempi di stazionamento in porto e creare i presupposti ottimali per la organica programmazione dei corridoi logistici e doganali.
Se si pensa che uno dei motivi addotti dalle compagnie per la scelta dello scalo è proprio l'efficienza dei sistemi di sdoganamento, appare molto importante questo risultato che avvicina almeno un poco le performance del porto di Genova a quelle dei grandi "competitors" dell'Europa del Nord.

Città metropolitana, Tigullio in cerca di unità per le elezioni

Alcuni sindaci del Tigullio si interrogano sulle modalità di garantire al territorio una più forte rappresentanza in sede al consiglio metropolitano. I voti dei consiglieri comunali che eleggeranno tale consiglio "pesano" più o meno in relazione al peso demografico della città che essi rappresentano, è quindi ovvio che un consigliere comunale genovese abbia un maggiore "potere" elettivo rispetto ad uno di un piccolo comune dell'entroterra.

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CITTÀ METROPOLITANA:I COMPITI A CASA DELL’URBANISTICA


pubblicato su Arcipelagomilano.org il 18 giugno 2014

La legge 56/2014, al c. 44 dell’art. 1, individua, tra le funzioni fondamentali spettanti alla Città metropolitana, la “pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nell’area”.
Tale attribuzione si affianca alla “pianificazione territoriale di coordinamento”, nonché alla “tutela e valorizzazione dell’ambiente” (art. 1, c. 85), ereditata dalla Provincia così come riformata dalla medesima legge.

Fondamentale, inoltre, sarà il nesso con il “piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l’ente e per l’esercizio delle funzioni dei Comuni e delle unioni dei Comuni” (art. 1, c. 44).

Siamo dunque di fronte a rilevanti novità. Il termine “pianificazione generale” si traduce, infatti, non solo nel rafforzamento della dimensione strategica del piano, ma soprattutto nella possibilità di disciplinare previsioni dal carattere prescrittivo e cogente, superando il ruolo preminente di coordinamento tipico della pianificazione provinciale. In modo complementare, il termine “territoriale” richiama la necessità di dedicare tali previsioni con efficacia prevalente esclusivamente a “fatti” rilevanti alla scala vasta, lasciando così alla strumentazione urbanistica “tradizionale” compiti regolativi di proposte, progetti, iniziative di livello comunale/locale.

In questa luce, il Piano Territoriale Metropolitano, è chiamato a svolgere tre principali funzioni: strategica/di indirizzo, di coordinamento, programmatica/prescrittiva con efficacia prevalente.

venerdì 15 agosto 2014

Una città metropolitana modello parco

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Napoli: elezioni della città metropolitana il 12 ottobre

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In Liguria previste 19 mila assunzioni

Alcuni segnali positivi nel panorama ligure, ma il saldo è ancora negativo.

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Province, scoppia il caos giunte

I consiglieri delegati non saranno degli assessori di fatto.

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Ciclopista Tirreno, un affare da 40 mln di euro

In questo periodo di crisi, occorre saper guardare oltre il recinto dell'economia tradizionale, ed esplorare strade nuove che, peraltro, altri paesi hanno già sperimentato con successo. Il turismo sportivo, e il ciclobike in particolare, è tra i filoni che presentano le migliori potenzialità, e per questo andrebbe sviluppato nei nostri territori per rinnovare l'offerta complessiva e attirare target nuovi.

Città metropolitane, un pateracchio

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mercoledì 13 agosto 2014

Elezione del Consiglio Metropolitano di Genova: istruzioni per l'uso

Come stabilito dal Decreto del Sindaco di Genova n. 0236983 del 08/08/2014, le elezioni del Consiglio metropolitano si svolgeranno domenica 28 settembre 2014 presso la sede della Provincia di Genova “Sala Arazzi” (adiacente la sala del Consiglio provinciale) - Piazzale Mazzini 2.

Le elezioni si svolgeranno secondo le modalità stabilite dalla Legge n. 56/2014 e sue succ. modif., dalla Circolare del Ministero dell’Interno n. 32/2014 contenente “Linee guida per lo svolgimento del procedimento elettorale” e sue succ. modif. nonché da apposite Istruzioni approvate dalla Provincia di Genova.

Questi i documenti di riferimento:
  • Circolare del Ministero dell’Interno n. 32/2014
  • Delibera n. 107/2014 della Provincia di Genova – Disciplina del procedimento elettorale
  • Informazioni e istruzioni per il voto
  • Esempi di assegnazione dei seggi in caso di cifre individuali ponderate uguali
Le liste elettorali dovranno essere presentate all'Ufficio Elettorale costituito presso la Provincia di Genova con sede in Piazzale Mazzini 2 – Ufficio Consiglio – 2° piano, nei seguenti giorni:
  • dalle ore 8 alle ore 20 di domenica 7 settembre 2014 (ventunesimo giorno antecedente il giorno delle elezioni);
  • dalle ore 8 alle ore 12 di lunedì 8 settembre 2014 (ventesimo giorno antecedente la votazione).
Questi i moduli da utilizzare per la presentazione delle liste elettorali:
  • Dichiarazione di presentazione della lista (Modulo PL1)
  • Lista dei candidati alla carica di Consigliere (Modulo PL2)
  • Dichiarazioni autenticate di accettazione della candidatura per la carica di Consigliere (Modulo PL3)

Documenti allegati: 

AllegatoDimensione
Decreto di indizione delle elezioni45.64 KB
Delibera n. 107/2014 della Provincia di Genova – Disciplina del procedimento elettorale11.43 MB
Circolare del Ministero dell’Interno n. 32/20143.92 MB
Informazioni e istruzioni per il voto85.41 KB
Esempi di assegnazione dei seggi in caso di cifre individuali ponderate uguali 50.05 KB
Dichiarazione di presentazione della lista (Modulo PL1) 29.58 KB
Lista dei candidati alla carica di Consigliere (Modulo PL2)28.28 KB
Dichiarazioni autenticate di accettazione della candidatura per la carica di Consigliere (Modulo PL3)

domenica 10 agosto 2014

Città metropolitana: listone civico in campo contro la lista dei partiti

I "piccoli" e le liste civiche tentano l'alleanza per formare una lista alternativa a quella formata dai partiti maggiori.

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Confartigianato Informatica, il lavoro cresce

In uno studio i settori in cui il lavoro tende a crescere.
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La mappa delle città metropolitane in Europa

Uno studio del Censis classifica le città metropolitane in Europa.

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Un week end da record in porto con 5 navi da crociera in due giorni

Sembra accentuarsi la vocazione turistica di Genova, che si conferma scalo di primaria importanza per i tour croceristici nel nostro Paese. Trattasi di una potenzialità importante di sviluppo economico che potrebbe servire anche per far scoprire il territorio rivierasco di Genova, così come l'entroterra. Ecco un primo possibile banco di prova per la futura Città Metropolitana.

sabato 9 agosto 2014

Levante genovese: cresce l'esercito dei disoccupati

Più cinquemila disoccupati in cinque anni.
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Futura città metropolitana si vota il 28 settembre

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La città metropolitana parte dall'inciucio

Grandi manovre in vista delle elezioni del Consiglio Metropolitano che si terranno a settembre: ancorchè senza gettone, il posto di consigliere metropolitano appare ambito dai rappresentanti dei partiti e dei territori, che non vogliono perdere l'occasione di sedere al tavolo della Città Metropolitana.

Trasporto pubblico, scatta la rivoluzione

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La Liguria si accorpa, autobus nelle mani dell'Agenzia Regionale

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Trasporto pubblico, nasce l'Agenzia Regionale

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I sindacati sulla città metropolitana

La ricetta della Cgil: Unioni tra i piccoli Comuni per non restare ai margini.
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Oltre 20 materie tornano allo Stato centrale

Riforma del titolo V della Costituzione: la redistribuzione delle competenze dopo l'intasamento della Consulta per i contenziosi tra centro e periferie.

Rivoluzione trasporto pubblico

E' finalmente nata l'Agenzia Regionale del Trasporto Pubblico, che dovrebbe razionalizzare la gestione delle risorse e la programmazione della mobilità pubblica, nonchè bandire le gare per l'affidamento del servizio. Come si relazionerà con le competenze della nascente Città Metropolitana, che ha compiti analoghi per quel che riguarda il suo territorio? Occorrerà che i due Enti si predispongano a collaborare lealmente per giungere ad una efficiente integrazione.

venerdì 8 agosto 2014

Genova, Città metropolitana, il 28 settembre il voto per scegliere il Consiglio

pubblicato su Il Secolo XIX 

Genova - È stata fissata per domenica 28 settembre l’elezione del Consiglio metropolitano, l’organo politico della futura Città metropolitana di Genova. Lo ha decretato il sindaco di Genova Marco Doria, a cui la legge 56/2014 attribuisce l’indizione delle elezioni, stabilendo che si tengano entro il 30 settembre e che siano di secondo livello, ossia non aperte a tutti i cittadini ma riservate ai sindaci e ai consiglieri comunali in carica all’ 8 settembre nei comuni che faranno parte del territorio metropolitano, quello dell’attuale Provincia.
Saranno 18 i posti di consigliere metropolitano da assegnare. Sindaco metropolitano sarà di diritto il sindaco del Comune capoluogo. Entro il 31 dicembre di quest’anno il Consiglio dovrà approvare lo statuto della Città metropolitana, che nascerà ufficialmente il primo gennaio 2015. Il 7 e 8 settembre sono i giorni in cui è possibile presentare le liste elettorali e devono essere sottoscritte da almeno il 5% degli aventi diritto al voto. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle 8 alle 20 nel seggio costituito nella Sala Arazzi in palazzo Doria Spinola (largo Lanfranco 1), sede della Provincia.

La Fontanabuona vuole un consigliere metropolitano: un mese per trovarne uno

Proseguono le trattative per avanzare una candidatura unitaria della valle in vista delle elezioni di settembre.

Tunnel, ennesimo passo indietro

Il tunnel della Fontanabuona potrebbe effettivamente sbloccare la vallata dall'isolamento in cui si trova, ma il Governo nicchia circa la sua effettiva realizzazione... un altro banco di prova che attende la Città Metropolitana?

mercoledì 6 agosto 2014

Fassino: “Entro settembre definito il passaggio delle funzioni previsto dalla legge ‘Delrio’”

Sarà definito entro la fine di settembre l’accordo cornice per il trasferimento alle Regioni ed ai Comuni delle funzioni finora assegnate alle Province, in vista dell’attuazione della legge ‘Delrio’ che dà il via libera alle città metropolitane ed alle ‘nuove province’. Questo l’effetto dell’accordo tra governo ed autonomie locali raggiunto nel corso della Conferenza Unificata che si è svolta questo pomeriggio presso il ministero degli Affari Regionali.
“Su proposta del governo – ha spiegato il presidente dell’Anci Piero Fassino al termine della riunione - è stata adottata una dichiarazione congiunta tra governo, Regioni, Comuni e Province che impegna entro settembre a definire l’accordo per l’attuazione della legge Delrio ed in particolare per la definizione delle deleghe che Stato e Regioni, sulle materie di loro competenza, dovranno conferire a città metropolitane e nuove province.
L’impegno reciproco – ha spiegato Fassino - è quello di “fissare la cornice del passaggio di consegne entro fine settembre”, in tempo utile con la tempistica di attuazione che la legge Delrio prevede tanto  per le città metropolitane che per le ‘nuove province’.
“Da parte dell’Anci – ha concluso il presidente – è stato chiarito che ogni trasferimento di funzioni dovrà essere accompagnato da risorse adeguate: ci si muoverà su due binari paralleli, il passaggio delle funzioni e del personale da un lato, e le garanzie finanziarie dall’altro”. (gp)
 
Leggi la comunicazione inviata ai direttori generali delle Anci e Upi regionali

venerdì 1 agosto 2014