Un reportage da Austin, Texas, che ci invita a riflettere sulla nostra realtà locale, senza che ciò debba stupirci: come Calvino fa dire da Marco Polo a Kublai Kan: "Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia."
di Andrea Pasetti
Grattacieli a downtown
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Immagino la faccia incuriosita dei lettori di questo articolo
che si stanno chiedendo cosa mai abbia spinto l’autore, fin dal titolo, ad
accostare realtà che sembrano inaccostabili: Austin, la capitale dello Stato
federale del Texas – the Lone Star State, negli USA, e Genova, la città e
l’area metropolitana dove viviamo.
Perché mai Austin, una città nata nel 1839, adagiata su una
pianura appena increspata da basse colline, che non si specchia nel mare ma in una
grossa pozza d’acqua che hanno deciso di chiamare lago, dove si immagina ancora
andassero ad abbeverarsi le mandrie governate da prodi cow boys, è stata scelta
come pietra di paragone con la nostra città?
E poi quello strano riferimento al Nord Ovest dell’Italia dove
mai vorrà andare a parare? Vuole forse segnalare che in una dimensione globale
la nostra “ligurietta” non ha chances e che occorre necessariamente collocarsi
in una situazione macroregionale?
Tutto parte da un viaggio e dalla suggestione di uscire dalle
rotte abituali per esplorare nuovi mondi, come tanti anni fa fece Cristoforo
Colombo, grande concittadino che possiamo definire metropolitano non solo per
il suo atteggiamento da autentico pioniere delle relazioni globali, ma anche
perché, unico uomo al mondo, è stato dato alla luce in più luoghi: non solo
Genova, ma anche – chiedete a chi abita lì! – Cogoleto, Terrarossa Moconesi e
Cuccaro Monferrato; insomma tutte le zone dell’area metropolitana genovese sono
rappresentate: centro, levante, ponente e persino l’entroterra alessandrino in
previsione di futuri sviluppi territoriali. Più cittadino metropolitano di così
…!
Quindi, cari lettori, volete immaginare di fare un viaggio –
lampo e scoprire se questa realtà urbana ha qualcosa di interessante per noi cittadini
metropolitani genovesi?
Anche Austin, come Genova, è una città metropolitana: la città
conta 931 mila abitanti circa e l’area metropolitana supera di poco i due
milioni. A differenza di Genova, Austin è in costante crescita demografica;
fino all’ultimo decennio del secolo scorso la popolazione austiniana era
inferiore a quella genovese, ma già nell’anno 2000 la superava, con più di 670
mila abitanti contro i circa 650 mila di Genova.
Per quanto riguarda l’economia, il contesto è ovviamente del
tutto diverso: agricoltura, petrolio, industria aerospaziale, ICT sono i
settori trainanti. Tuttavia forse non tutti sanno che in Texas sono altre le
città dove si concentrano i settori tradizionali, mentre Austin è soprattutto
sede di grandi servizi (pubblica amministrazione, università, ospedali, ecc.),
ma anche il luogo dove si è sviluppato un grande distretto industriale conoscuito come “Silicon Hills”, che
compete ormai con la celebre “Silicon Valley” californiana nella produzione di
hardware, software e semiconduttori, e che ha fatto diventare l’area
metropolitana di Austin uno dei più grandi centri al mondo nell’ high tech.
Volendo fare un paragone con Genova è come se da noi il grande
sogno dei pianificatori di realizzare un distretto di alta tecnologia (prima Campi,
poi Erzelli, …) si fosse effettivamente avverato, e questi insediamenti fossero
diventati un solido motore di sviluppo, attraendo investimenti, risorse,
intelligenze da tutto il pianeta.
Per chi pensa a Genova come porta dell’Europa sul
Mediterraneo, come gateway city tra economie e culture diverse, il paragone con
Austin può fornire qualche ulteriore suggestione.
Austin non è sul mare ma, in un certo senso, è anch’essa una
gateway city, una porta tra l’economia più ricca al mondo e il centro e sud
America. In particolare il Texas è Stato di confine con il Messico e, al di là
delle barriere, sia quelle esistenti sia quelle che qualcuno vorrebbe
ulteriormente innalzare, la comunità messicana è molto presente ad Austin.
Se giri per Austin trovi molti luoghi dove la cultura
messicana esprime i suoi valori: non solo centri culturali, musei, scuole,
asili, centri servizi, ma anche ristoranti, locali con musica dal vivo, nomi di
importanti arterie stradali a downtown, che dimostrano che cosa in concreto
significa il contatto tra culture diverse, che coinvolge certamente interessi
economici, ma soprattutto occasioni di scambio di stili di vita, di lingue, di
suoni, di sapori.
La mobilità a Austin si basa principalmente su un’imponente
rete di strade ed autostrade che attraversa e connette l’intera area
metropolitana; spesso ai lati delle highways si trovano strade di servizio
urbano che mediano i flussi di traffico di transito con quelli di penetrazione verso i quartieri
residenziali, i distretti produttivi ed i centri commerciali: qui lo spazio non
manca e le risorse per le infrastrutture neppure e tutto il sistema, in effetti,
sembra funzionare. Tuttavia, se si vanno a leggere gli obiettivi dell’autorità
pubblica in merito alla mobilità, si scopre che le priorità sono quelle di non
sviluppare ulteriormente questa rete ma di incentivare il trasporto pubblico,
limitando ulteriore consumo di suolo.
State highway 130 |
Per chi si occupa di pianificazione territoriale e strategica
la consultazione della pagina http://www.austintexas.gov/department/draft-long-range-cip-strategic-plan
nel sito ufficiale della Città di Austin è fortemente raccomandabile. Non si
tratta ovviamente di “copiare” strategie e obiettivi, sia perché i contesti
sono radicalmente diversi, sia soprattutto perché ogni città metropolitana nel
mondo ha un suo proprio inconfondibile carattere che la rende attrattiva
rispetto alle altre e quindi i progetti per il futuro di queste città devono
nascere come espressione di questa diversità; la lettura dei piani di Austin è
interessante per due motivi. Il primo riguarda il metodo con il quale sono
stati predisposti: una larga partecipazione di tutte le forze sociali,
economiche e culturali ed il coinvolgimento di tutte le organizzazioni che
erogano servizi collettivi. Il secondo è la capacità di affrontare tutti i temi
che riguardano la vita quotidiana delle persone inserendoli in una prospettiva
di medio – lungo periodo.
Si tratta insomma di un progetto collettivo per il territorio
metropolitano dotato nello stesso tempo dei requisiti di concretezza per quanto
riguarda gli strumenti da utilizzare e di visione del futuro per quanto
riguarda gli obiettivi essenziali. Una visione ottimistica, coinvolgente e
quindi distante dal mugugno inconcludente e autoreferenziale che spesso
accompagna i nostri ragionamenti sulla realtà genovese e, in questo senso,
forse, è una lezione da imparare.
Un ultimo consiglio per chi volesse andare a verificare di
persona lo stato e le prospettive di questa città: Austin è una città con una
buona dotazione di spazi verdi ed i parchi urbani e periurbani sono molto
frequentati da una popolazione tendenzialmente più sportiva e salutista che nel
resto del Texas; anche a downtown, fra i grattacieli, è presente un’area verde,
un grande prato, dove vi consiglio di passare al sabato mattina.
Ai margini del prato troverete, incredibilmente, una serie di
banchetti che vendono prodotti agricoli locali e sul prato organizzazioni non
profit curano la realizzazione di giochi collettivi per i bambini. Questa
capacità di vivere gli spazi urbani e di realizzare occasioni di incontro e di
gioco collettivo mi sembra sia una cifra interpretativa dell’intera realtà
metropolitana di Austin.
Mercatino a downtown |
Bene, il nostro viaggio è finito ed è ora di tornare a casa:
vogliamo provare tutti insieme a costruire un nuovo progetto per Genova metropolitana,
che ci faccia uscire dal declino e dia qualche speranza alle giovani
generazioni, invogliandole a rimanere e crescere restando ben collegati con
l’Europa e il mondo intero?
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