a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
venerdì 11 aprile 2014
Città metropolitana, il Tigullio chieda il vicesindaco
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A Genova, come a Torino o a Bari, se l'ente metropolitano dovesse ereditare automaticamente i confini vetero-provinciali, si rischia di snaturare il concetto stesso di metropoli multimunicipale a forte integrazione, inglobando ambiti che per vocazione socio-economica e facies paesaggistica non hanno nulla di "metropolitano". Penso alle aree naturalistiche e rurali di maggior pregio, le zone di montagna, la cosiddetta "sana provincia italiana" che non si capisce perché debba vedersi declinare in modo diverso, sul piano amministrativo, rispetto a simili zone dell'Umbria, della Valle d'Aosta, della Basilicata, ecc. Il governo nazionale ha evitato di definire criteri omogenei e stringenti per perimetrare metropoli sensu stricto? Pazienza, dobbiamo rimediare con slancio locale scorporando dalla Città Metropolitana, finché si è in tempo, i territori che vanno ben oltre l'hinterland periurbano e che sono chiamati ad evocare significati diversi rispetto alla poetica della grande città.
RispondiEliminaFrancesco Cafaro (Bari)
Gentile Francesco, la sfida è a mio avviso realizzare una nuova entitá in grado di proiettare anche i territori più periferici in una dimensione sovraregionale, valorizzando le peculiarità in un'ottica di rete, che permetta di cogliere opportunità che i singoli territori (si pensi ai piccoli comuni dell'entroterra) non potrebbero cogliere, condannandosi sempre più al declino...
EliminaNon voglio negare la necessità di rete amministrativa vasta, ma per questo non esiste già l'ente regione? Le città metropolitane dovevano rispondere ad un'altra esigenza, ossia quella di ricalibrare un senso di cittadinanza comune per la popolazione delle grandi città italiane, esondata negli ultimi decenni in municipi limitrofi che vorrebbero una gestione comune di servizi. Del resto, se per non condannare al declino aree dell'entroterra dovessimo affidarci solo alla governance metropolitana, cosa dovremmo pensare delle Marche, dell'Umbria, del Trentino? Senza chances solo perché territori privi di enti metropolitani? Credo che dovremmo assegnare funzioni di coordinamento sia alle metropoli che alle regioni, evitando troppe interferenze. Le dolomiti si valorizzano evitando un paradossale marchio metropolitano e lo stesso penso possa valere per il Tigullio nel Levante Ligure, per la Valle del Chisone nella provincia di Torino e per la Valle d'Itria e l'Alta Murgia nella Terra di Bari. Cordiali saluti.
EliminaFrancesco Cafaro