Walter Vitali, ex sindaco di Bologna, è stato uno dei principali artefici della creazione del nuovo
ente, che sostituirà la Provincia. E spiega che a questo punto il
passaggio delle consegne dev'essere completo.
di Eleonora Capelli - pubblicato su La Repubblica - ed. di Bologna il 06 Aprile 2014
«ESISTONO solo due modelli di città
metropolitana. Quello applicato ad esempio a Parigi, Londra e
Bruxelles, dove il Comune principale è scorporato in municipi, e il
sindaco guida tutta l’area vasta, grande come la nostra provincia.
Oppure quello della “communauté urbaine”, che è un ente di secondo
livello, in cui tutti i comuni riconoscono un “coordinamento”. Anche qui
da noi la città metropolitana può funzionare, ma i Comuni devono
“cedere” delle funzioni, dal basso, e la Regione deve fare la stessa
cosa dall’alto.
Mentre a palazzo Malvezzi si discute sul destino della Provincia che fino alla fine del 2014 continuerà a essere retta, sia pure senza stipendio, dalla presidente Beatrice Draghetti e da alcuni suoi assessori, in città c’è già chi progetta l’istituzione del futuro e chiama 300 cittadini a “votarla” sabato prossimo a Palazzo del Podestà.
L’ex sindaco Walter Vitali, che propose la città metropolitana in maniera “pionieristica”, e da senatore ha seguito l’iter di tanti progetti di legge, ora finalmente intravede il traguardo e spiega come vorrebbe realizzare la “grande Bologna”.
Qual è il suo giudizio sulla legge votata in parlamento?
«È tutto sommato positivo, anche perché l’iter parlamentare l’ha migliorata. Nella fase che si apre ora, si definirà lo statuto del nuovo ente, e grazie a questo strumento si può disegnare un’istituzione a misura di territorio».
Per una città metropolitana in cui i cittadini eleggono direttamente il presidente, lei pensa che sia inevitabile sciogliere il Comune di Bologna?
«Non c’è alternativa, è l’unica condizione per non avere due sindaci contemporaneamente. Questo è anche l’unico modo per eliminare un livello: tra quartieri, Comune e Provincia, rimarrebbero solo quartieri e città metropolitana. Del resto l’elezione diretta è possibile ma al termine di un percorso, che non potrà probabilmente essere concluso nel 2016, al termine del primo mandato di Merola. Si può pensare di farlo per il 2019».
Mentre a palazzo Malvezzi si discute sul destino della Provincia che fino alla fine del 2014 continuerà a essere retta, sia pure senza stipendio, dalla presidente Beatrice Draghetti e da alcuni suoi assessori, in città c’è già chi progetta l’istituzione del futuro e chiama 300 cittadini a “votarla” sabato prossimo a Palazzo del Podestà.
L’ex sindaco Walter Vitali, che propose la città metropolitana in maniera “pionieristica”, e da senatore ha seguito l’iter di tanti progetti di legge, ora finalmente intravede il traguardo e spiega come vorrebbe realizzare la “grande Bologna”.
Qual è il suo giudizio sulla legge votata in parlamento?
«È tutto sommato positivo, anche perché l’iter parlamentare l’ha migliorata. Nella fase che si apre ora, si definirà lo statuto del nuovo ente, e grazie a questo strumento si può disegnare un’istituzione a misura di territorio».
Per una città metropolitana in cui i cittadini eleggono direttamente il presidente, lei pensa che sia inevitabile sciogliere il Comune di Bologna?
«Non c’è alternativa, è l’unica condizione per non avere due sindaci contemporaneamente. Questo è anche l’unico modo per eliminare un livello: tra quartieri, Comune e Provincia, rimarrebbero solo quartieri e città metropolitana. Del resto l’elezione diretta è possibile ma al termine di un percorso, che non potrà probabilmente essere concluso nel 2016, al termine del primo mandato di Merola. Si può pensare di farlo per il 2019».
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