a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
domenica 27 luglio 2014
La provincia è senza soldi e le strade sono a rischio
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Idee per salvare il Tigullio. PD al lavoro sullo sviluppo
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Il territorio della Provincia di Genova, alcune idee per riconquistare l'attrattività perduta
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Città metropolitana, cambia ancora tutto
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Città metropolitana, i sindacati chiedono meno burocrazia
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Il sindaco Doria incontra il Municipio per parlare della futura città metropolitana
Città metropolitana, il rebus dello statuto
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sabato 26 luglio 2014
Difesa del suolo, un disastro se la Provincia non ci aiuta
I sindaci dei piccoli comuni stanno scontando il venir meno della Provincia quale importante ausilio alla lotta contro il dissesto idrogeologico. Da soli non ce la possono fare, serve comunque un ente superiore che coordini le risorse e gli interventi specie per l'entroterra.
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sabato 19 luglio 2014
CHE COS’ E’ LA CITTA’ METROPOLITANA?
Dal sito http://www.milanocittametropolitana.org
È un livello di governo locale che sostituisce la provincia e che verrà istituito a partire dal 1 gennaio 2015 nelle dieci maggiori città delle regioni a statuto ordinario (Roma, Torino,Milano,Bologna, Venezia, Genova, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria). Ad esse se ne potranno aggiungere altre nelle regioni a statuto speciale. La città metropolitana fu introdotta per la prima volta con la legge sull’ ordinamento locale n. 142 del 1990, nel 2001 entrò a far parte dell’articolo 114 della Costituzione (“La Repubblica è costituita dai comuni, dalle province, dalle città metropolitane, dalle regioni e dallo Stato”) e finalmente verrà istituita in base alla legge n. 56 del 2014. Questa riordina anche le province, come enti di area vasta i cui organi sono formati dai sindaci dei comuni che ne fanno parte e istituisce le unioni e le fusioni dei comuni.
A CHE COSA SERVE LA CITTA’ METROPOLITANA?
Ad introdurre anche in Italia, come è avvenuto da tempo negli altri Paesi europei, istituzioni speciali e differenziate per le principali aree urbane che permettano di governare comunità locali che si sono sviluppate oltre i confini amministrativi tradizionali e che hanno problemi comuni. Per l’ambiente, il governo del territorio, la mobilità, la sanità, lo sviluppo economico e sociale i confini amministrativi dei comuni sono insufficienti e la provincia attuale è istituzione debole per produrre politiche efficaci e condivisa fra i vari attori. La legge prevede infatti, che sia lo Statuto a decidere, al di là di quanto è previsto per i comuni attuali, su questioni fondamentali come la suddivisione delle competenze tra la città metropolitana e i comuni, l’articolazione in unità comunali e il sistema elettorale. É previsto inoltre che lo Stato e le regioni, ciascuno per le proprie competenze, attribuiscano ulteriori funzioni alle città metropolitane, poiché non è pensabile che le nuove istituzioni possano essere davvero efficaci se non si differenziano dalle province ordinarie assumendo poteri e funzioni più forti nel’ambito delle rispettive regioni.
MA CHE COS’È UNO STATUTO’ ?
È l’atto giuridico più importante che contiene i principi fondamentali alla base dei diritti e doveri della cittadinanza e dell’ente. Dal 1990 è stata riconosciuta ai comuni la possibilità di darsi propri Statuti con i quali, nell’ ambito dei principi fissati dalla legge, si stabiliscono gli strumenti della partecipazione popolare, del decentramento, dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, le norme di funzionamento e di rapporto tra gli organi (Sindaco, Consiglio metropolitano e Conferenza Metropolitana), l’ordinamento degli uffici e dei servizi.
COSA DIFFERENZIA LO STATUTO METROPOLITANO CON QUELLO COMUNALE?
Lo Statuto metropolitano stabilisce quali sono le rispettive competenze della città metropolitana e dei comuni e può decidere su importanti questioni al di là di quelle su cui possono decidere gli Statuti comunali. Innanzitutto può prevedere il conferimento da parte della città metropolitana di proprie funzioni ai comuni, o viceversa, anche in forma differenziata per aree territoriali determinate, con contestuale trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie necessarie per il proprio svolgimento. In secondo luogo può prevedere una articolazione del comune capoluogo in più municipi, e che il territorio venga articolato in aree omogenee. In terzo luogo può prevedere che il Sindaco della città metropolitana sia di diritto quello del comune capoluogo, oppure che sia eletto tra i Sindaci e i consiglieri comunali che fanno parte del consiglio metropolitano (consiglio composto da 24 membri eletto dai Sindaci e consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana); oppure, nel caso in cui lo Statuto contenga l’articolazione del comune capoluogo in più municipalità, può prevedere che il Sindaco e il consiglio metropolitano siano eletti direttamente da parte di tutti i cittadini dell’area metropolitana. La titolarità delle cariche della città metropolitana è a titolo esclusivamente gratuito.
Perché l’elezione diretta del Sindaco e del consiglio metropolitano è possibile solo se il comune capoluogo si articola in municipalità e il territorio in aree omogenee?
Perché i modelli di città metropolitana che funzionano maggiormente in Europa sono due, e a questi il legislatore si è ispirato lasciandola libertà a ciascuna città di scegliere quale adottare, con la possibilità di cambiare la scelta nel corso del tempo attraverso una semplice modifica del proprio Statuto. Il primo è il governo metropolitano di secondo livello espresso dai comuni, come le communautes urbaine in Francia, Lisbona e Porto in Portogallo. Il secondo è il governo metropolitano di Primo livello eletto direttamente, con i comuni al proprio interno che hanno poteri ridotti e con il comune centrale il quale è normalmente suddiviso in comuni più piccoli, come Londra con la Greater London Authority, Stoccarda, Parigi, Vienna e Bruxelles (in questi ultimi tre casi il governo metropolitano ha anche i poteri della regione).
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venerdì 18 luglio 2014
Il pasticcio delle province: c'è il taglio, ma dei servizi
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Doria: "la città metropolitana opportunità per gli investitori"
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La ricetta della CGIL per fronteggiare la crisi
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Questo governo fa tagliare i servizi per scuole e strade
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Più soldi ai nove Municipi: il contropiede di Doria verso la città metropolitana
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sabato 12 luglio 2014
Province - Lanzetta: “Decreto riordino funzioni entro fine mese”
“Il
decreto di riordino delle funzioni delle nuove province previsto dalla
legge Delrio sarà definito entro la fine del mese”. Lo ribadisce il
ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Maria Carmela
Lanzetta, sottolineando “che quello dell'8 luglio è comunque un termine
ordinatorio”.
"Siamo
al lavoro insieme agli altri ministeri interessati, alle Regioni e agli
enti locali per realizzare al meglio - ha spiegato il ministro - il
lavoro di ricognizione e assegnazione delle funzioni, a cui seguiranno
patrimonio e personale. Per quanto riguarda le funzioni statali siamo a
buon punto, per la parte che interesse le Regioni forniremo delle linee
metodologiche, lasciando alle regioni l'autonomia della definizione del
trasferimento e degli atti conseguenti. Si tratta - ha aggiunto la
titolare di palazzo Cornaro - di una serie di provvedimenti di grande
importanza perché costituiscono il cuore dell'attuazione della riforma e
saranno quelli che tracceranno la nuova architettura della governance
del nostro territorio. Come ogni trasformazione istituzionale è un
passaggio complesso, che richiede il coinvolgimento di diversi attori e
la massima attenzione, perché il risultato sarà un cambiamento radicale
del modello di governo locale".
Il
ministro Lanzetta ha poi tenuto a sottolineare "che nella fase di
attuazione in corso le funzioni delle province continueranno a essere
svolte dai Commissari, così come prevede la legge. Giovedì, in sede di
conferenza Unificata torneremo a parlare del processo di realizzazione
della riforma perché - ha concluso - ritengo fondamentale condurre il
nostro lavoro all'insegna della trasparenza e della collaborazione
istituzionale". (com/ef)
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martedì 8 luglio 2014
Costa: Una città metropolitana di servizi e commodity
Per Costa (Unione Milano) è il momento di ridisegnare il territorio partendo dal mercato che spinge per sinergie ed economie di scala.
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lunedì 7 luglio 2014
Come cambiano le Province a seguito della legge di riforma degli Enti Locali
Piero Antonelli, Direttore Generale dell'UPI, traccia un quadro su come cambiano le Province italiane a seguito della legge 56/2014, indicando i vantaggi ma anche le criticità della riforma. La relazione presenta inoltre un interessante resoconto delle spese sostenute dalle Province per erogare i servizi di loro competenza.
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domenica 6 luglio 2014
Metropoli e Regione: ora una è di troppo
Regione e Città Metropolitana: un dualismo inevitabile?
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sabato 5 luglio 2014
Entro l'8 luglio la definizione delle funzioni fondamentali delle città metropolitane. Le richieste di ANCI e UPI.
Entro l'8 luglio Governo, Regioni, Anci e UPI devono sancire l'accordo sulle quali saranno le funzioni delle Province e delle Città Metropolitane. Questo è un passaggio fondamentale perchè è l'occasione per fare chiarezza sui compiti dei vari organismi eliminando il più possibile le sovrapposizioni di competenze che ancora oggi rappresentano per molti settori ritardi pesantissimi.
Documento a cura di UPI (Unione Province Italiane)
Documento a cura di UPI (Unione Province Italiane)
L’attuazione
della Legge 56/14: i tavoli di lavoro Governo, Regioni, Anci, Upi
All’indomani
dall’approvazione della Legge 56/14 il Governo, secondo quanto previsto dal
comma 149 della legge, ha aperto due
tavoli di lavoro:
- Un tavolo politico, tra Governo, Regioni, Anci e Upi, con il compito di portare a compimento l’accordo in Conferenza unificata sulla ripartizione delle funzioni di Province e Città metropolitane
- Un tavolo tecnico con Anci e Upi , con l’obiettivo di fornire i chiarimenti per l’interpretazione e l’applicazione della legge 56/14
Il
tavolo politico si è riunito ufficialmente una sola volta. I suoi compiti sono:
- elaborare l’accordo da sancire entro l’8 luglio in Conferenza unificata sulle funzioni che devono essere comprese tra le funzioni fondamentali delle Province e delle Città metropolitane e le funzioni che invece sono oggetto di trasferimento, secondo quanto stabilito dal comma 89 della Legge 56/14
- verificare il DPCM per il trasferimento delle risorse e del personale legati all’eventuale trasferimento delle funzioni provinciali in vista dell’intesa in Conferenza unificata entro l’8 luglio 2014.
- verificare il decreto ministeriale con le misure premiali per le Regioni che riordinano gli enti e strutture a favore di Province e Città metropolitane.
- monitorare le leggi regionali di attuazione della legge 56/14.
- La legge 56/14, al comma 91, stabilisce che, ferme restando le funzioni fondamentali che restano in capo alle Province, entro l’8 luglio, sentite le organizzazioni sindacali, tramite accordo in Conferenza unificata, Stato e Regioni individuano puntualmente le funzioni amministrative delle Province che devono essere trasferite ad altri enti.
- Il comma 92 dispone che a seguito dell’accordo, sempre entro l’8 luglio con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa intesa in Conferenza unificata, sono stabiliti i criteri generali per l’individuazione dei beni e delle risorse umane e finanziarie connesse alle funzioni che devono essere trasferite dalle Province agli altri enti (Comuni, Unioni di comuni e Regioni).
- In caso di mancato accordo con le Regioni, secondo il comma 93, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dispone comunque sulle funzioni di competenza statale.
- Il comma 95 stabilisce poi che le Regioni sono tenute a dare attuazione all’accordo di cui al comma 91 entro 6 mesi dall’entrata in vigore della Legge. Quindi entro l’8 ottobre 2014.
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venerdì 4 luglio 2014
Doria e i sindaci del Tigullio verso l'Area Metropolitana
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Unione di tutti i comuni di Tigullio e Paradiso
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