a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
martedì 31 maggio 2016
Fontanabuona: nasce un comitato per il si alle fusioni tra comuni
La carenza di risorse sta spingendo i piccoli comuni dell'entroterra del Levante Ligure genovese a vincere i campanilismi e a cercare una visione comune del loro sviluppo: ce la faranno?
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sabato 28 maggio 2016
La Regione si riprende l'Urbanistica
La Regione Veneto prende su di sè le funzioni di pianificazione territoriale, e alcuni esponenti politici lanciano l'allarme: ma la Città Metropolitana non si occupa della pianificazione urbanistica tout-court, ma solo di quella inerente le funzioni che la legge le assegna (trasporti, servizi inerenti l'area vasta, lo sviluppo economico, ecc.) per questo occorre fare chiarezza sui ruoli.
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venerdì 27 maggio 2016
Le riforme, sfide indifferibili
Marco Filippeschi fa il punto sullo stato delle riforme degli enti locali. Pur tra battute d'arresto e qualche ripensamento, il processo deve andare avanti.
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mercoledì 25 maggio 2016
Metropoli in cerca di risorse
Il Governo frena su proposte di introdurre tasse di scopo che colpirebbe i non residenti, i cosiddetti "city users".
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martedì 24 maggio 2016
Cinghiali metropolitani
Prendendo spunto da un curioso fatto di cronaca, Andrea Pasetti prosegue le riflessioni sulle promesse mancate fatte ai cittadini in tema di città metropolitana, su quello che il nuovo ente doveva essere e su quello che in realtà è attualmente: una grande incompiuta, priva di mezzi e "snobbata" dalla classe politica che guarda altrove, mentre vengono a mancare i servizi più elementari e Genova sale all'onore delle cronache nazionali per l'Università di Scienze Politiche okkupata...ma invece che la pantera, questa volta ci sono i cinghiali.
di Andrea Pasetti*
Sgrunff! Sgrunff!
Una famiglia di allegri cinghialotti, che ha inopinatamente
fatto irruzione nei giardini pubblici e nelle sistemazioni a verde
dell’Università, scorrazzando liberamente nei quartieri del centro, ha creato nei
giorni scorsi un certo scompiglio.
La vicenda, oltre ad aver dato spunto per articoli “di colore”
nelle cronache locali anche grazie alle curiose reazioni di simpatia animalista
che gli ungulati hanno suscitato, ci consente di fare qualche riflessione e di
trarre qualche insegnamento in chiave metropolitana.
E già, perché i cinghiali sono certamente animali
metropolitani: non conoscono i confini tra un Comune e l’altro, si aggirano
liberamente sulle alture di tutta l’area metropolitana genovese e da anni si
intrufolano con sempre maggiore frequenza nei campi, negli orti e nei giardini
di molte comunità locali che oggi appartengono a tale vasta area urbana. La
loro sgradita presenza sembra testimoniare la necessità di un coordinamento di
scala sovra comunale, per il quale è stata proprio costituita la Città
metropolitana.
Un singolo Comune, anche ben organizzato e dotato di mezzi e
personale come il Comune di Genova, non avrebbe certo la possibilità di
governare efficacemente il fenomeno, conoscerne le caratteristiche e le
evoluzioni, introdurre misure per contenerlo e limitarlo senza urtare le
sensibilità di una parte dei cittadini, ma anche senza consentire la produzione
di danni su beni pubblici e privati, anche consistenti e in settori delicati
come l’agricoltura.
Prendere di peso la famiglia di cinghiali dai giardini
dell’Università e riportarla sui monti serve a poco: quanto tempo dovremo
attendere perché la stessa famiglia o un altro gruppo o dieci o cento prendano
la stessa strada, attirati dai facili bocconi disponibili nei quartieri bassi?
Soprattutto, pensiamo che nella stessa area metropolitana non
ci siano uguali diritti e doveri per tutti i cittadini? Che di questo problema,
come di altri che caratterizzano i nostri territori interni, come ad esempio il
dissesto idrogeologico, se ne debba occupare qualcun altro?
Qualcuno risponderà che del problema se ne sta occupando la
Regione ed è vero, visto che è stato emanato recentemente un apposito
regolamento sulla base delle deleghe “riassorbite” dalle Province. Bisogna però
osservare da una parte che la legge di recepimento di queste deleghe era stata
fatta più di un anno fa e forse, in questa occasione, la macchina
amministrativa regionale non ha brillato per rapidità di riflessi, e dall’altra
che, per sua natura, l’Ente regionale è sempre portato ad affrontare le
questioni sotto un profilo normativo e programmatorio.
Purtroppo i cinghiali sono bestie rozze e ignoranti e di leggi
e regolamenti non sanno che farsene. Per affrontare seriamente il problema
occorre organizzazione, collaborazione tra diversi Enti, condivisione tra
comunità locali: ma per ottenere questo risultato occorre un progetto
collettivo di uso del territorio che consideri le parti meno urbanizzate
dell’area metropolitana come un prezioso complemento di quelle più densamente
abitate, da curare e proteggere nello stesso modo in cui ci si occupa del
proprio orto e del proprio giardino.
È troppo ambizioso questo obiettivo? È forse irraggiungibile
quanto previsto dallo Statuto della Città metropolitana quando afferma tra i
propri obiettivi quello “… dello sviluppo sostenibile, orientato al potenziamento e alla
valorizzazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità pubblica,
alla rigenerazione dei tessuti edificati, al potenziamento e alla
riqualificazione dei servizi e degli spazi pubblici, alla costruzione della
rete ecologica metropolitana, alla valorizzazione e tutela del sistema
agricolo, dei suoli liberi e dei beni paesistici”?
Sappiamo
purtroppo che la Città metropolitana è un Ente privo di mezzi, di risorse e
forse anche di speranze per il proprio futuro, abbandonato dallo Stato che l’aveva
voluto (forse solo per far digerire meglio l’abolizione delle Province) e
osteggiato dagli altri Enti, in particolare dalla Regione.
Nonostante il ruolo costituzionale e le attribuzioni della
legge costitutiva molti, in particolare appartenenti al cosiddetto
establishment, pensano che le Città metropolitane siano Enti inutili e comunque
il loro numero debba essere ridotto, facendo scempio in questo modo
dell’impegno di chi ci lavora e soprattutto dei diritti che i cittadini
metropolitani hanno tutti in uguale misura.
Il comportamento di costoro, che distruggono l’ordinamento
voluto dalle leggi riproponendo vecchi schemi gerarchici e disfano il faticoso
lavoro di chi cerca di coordinare le diverse esigenze delle comunità locali
allo scopo di eliminare le disparità tra i cittadini, e di quelli che ridono e
applaudono allo spettacolo di tale distruzione, non ricorda forse quello di
altri, incolpevoli, soggetti citati nell’articolo?
Sgrunff! Sgrunff!
*Architetto, già Direttore dell'Urbanistica della Provincia di Genova e attualmente membro dell'INU Liguria
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Città metropolitana, riforma improvvisata
Per Gianluca Corrado, candidato sindaco per il comune di Milano, la riforma Delrio rappresenta una risposta sbagliata ad esigenze reali.
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lunedì 23 maggio 2016
Province, i nuovi poteri nel governo del territorio
Interessante riepilogo sullo stato della governance degli enti locali dopo l'entrata in vigore della legge Delrio.
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Parisi: abolire la riforma Delrio
Per Stefano Parisi, candidato sindaco per Milano, la riforma Delrio è sbagliata e va abolita, perchè nata al solo scopo di sottrarre risorse ai territori.
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Roberto Giachetti: Città metropolitana, è qui la sfida per un assetto più competitivo
Anche Giachetti, candidato sindaco di Roma, risponde all'articolo di De Bortoli puntando sulla necessità di innalzare la competitività della città metropolitana di Roma.
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domenica 22 maggio 2016
Beppe Sala: un patto sulla Grande Milano
Il candidato sindaco Sala risponde all'articolo di Ferruccio De Bortoli dando la propria ricetta per Milano: un patto con il Governo centrale per trasporti pubblici e housing sociale.
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venerdì 20 maggio 2016
Il piano dei rifiuti adottato all'unanimità
Il consiglio metropolitano di Genova ha deliberato sulla delicata questione dei rifiuti, suscitando tuttavia non pochi "mugugni".
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Un'agenda istituzionale e politica per le città metropolitane
Anche Dario Nardella, sindaco di Firenze, risponde con le sue considerazione all'articolo di De Bortoli sul tema della Città metropolitana.
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mercoledì 18 maggio 2016
Le città metropolitane un motore (inceppato) di sviluppo
Ferruccio de Bortoli denuncia la poca convinzione con cui i nuovi enti stanno procedendo a svolgere compiti potenzialmente strategici, ma ad oggi molto spesso scoloriti ed incerti.
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Genova "matrigna" ha divorato la paziente Provincia
Primo bilancio dell'entrata in vigore della città metropolitana che ha sostituito (ma con diverse funzioni e poteri) la provincia. Per ora sono molti i rimpianti rispetto un ente che veniva sentito come a supporto dei comuni, mentre oggi le distanze rispetto al capoluogo sembrano aumentare, complici però le tante carenze dovute al taglio delle risorse per la fornitura dei servizi.
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martedì 10 maggio 2016
Fatte le Città metropolitane, ora bisogna fare i cittadini metropolitani?
Andrea Pasetti, già direttore dell'Urbanistica della Provincia di Genova e rappresentante dell'INU Liguria, risponde ad un articolo di Giangiacomo Schiavi apparso su Il Corriere della Sera sul tema della città metropolitana invitando ad una maggiore consapevolezza da parte dei media e dei cittadini rispetto ad un tema troppo spesso trattato con superficialità e scarsa considerazione: la città metropolitana resta un tema sconosciuto ai più, rischiando di trasformarsi nell'ennesima occasione mancata, in primis per i suoi cittadini.
di Andrea Pasetti
Strano come i giornali affrontano il tema delle Città
metropolitane. Per essere precisi la maggior parte non lo affronta proprio;
sembra ignorare che da più di un anno le Città metropolitane sono state
istituite anche in Italia, dopo un’attesa di vent’anni, mettendosi al passo con
le realtà europee più evolute.
I pochi giornalisti che osano affrontare l’argomento, come
Giangiacomo Schiavi in un recente articolo sul “Corriere della sera” pubblicato
su questo blog, confessano di non averci capito nulla e in effetti fanno una
grande confusione omologando il nuovo Ente a Provincia, Comune o – addirittura
– a Città/Stato.
Eppure, per dare un’informazione corretta, basterebbe poco: è
sufficiente connettersi ai siti ufficiali delle Città metropolitane per capire
che cosa sono e che cosa stanno facendo.
Magari troverebbero spunti per fare degli scoop straordinari:
ad esempio che la Città metropolitana di Milano il giorno 11 aprile 2016 ha adottato
il proprio Piano strategico e il prossimo giovedì 12 maggio si riunirà il
Consiglio per la sua definitiva approvazione, oppure che la Città metropolitana
di Genova ha approvato il 10 gennaio 2016 la Variante al Piano denominata
Sistemi Territoriali Strategici, creando le basi per dare maggiore efficacia
alla localizzazione dei fondi strutturali europei 2014 – 2020, che la Regione
Liguria ha programmato senza tenere conto delle finalità e delle funzioni del
nuovo Ente.
La disinformazione è totale: si continua a parlare delle
Province ormai sostituite dai nuovi Enti metropolitani come se queste fossero
ancora operanti e si ignorano i risultati del lavoro già effettuato a livello
locale e nazionale anche grazie al contributo di soggetti come ANCI, INU e
FORMEZ.
La cosa forse più sorprendente è la mancata reazione da parte
dei cittadini metropolitani: la legge Del Rio non ha soltanto riformato
l’ordinamento degli Enti locali (bene o male non è questo il punto). Affidando
alle Città metropolitane compiti di: cura dello sviluppo strategico del
territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle
infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città
metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello,
ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee, la legge ha
anche indicato nuovi diritti per i loro cittadini.
In quanto cittadino metropolitano, residente nelle zone più
centrali e congestionate ovvero nelle aree più periferiche e scarsamente
insediate, ai sensi della legge vigente ho il sacrosanto diritto di sapere quale
sarà il futuro del mio territorio, di avere servizi più efficienti e a minor
costo, di assicurare ai miei figli e nipoti contatti con le omologhe Città italiane
ed europee per aprire nuove prospettive di conoscenza e lavoro.
Quando cominceremo a svegliarci dal nostro torpore? Quando
capiremo che per uscire dal tunnel della crisi dobbiamo unire le forze, uscire
dalle nostre piccole e insignificanti beghe quotidiane e trovare una dimensione
di area vasta degna della nostra cittadinanza e in grado di risollevare le
sorti del paese?
Segnalo, come elemento
positivo, che sono in corso meritevoli tentativi di formare “Comuni di
vallata”, con la finalità non solo di avere a disposizione maggiori risorse, ma
soprattutto di valorizzare le diversità e di far contare di più i diritti
metropolitani dei residenti.
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lunedì 9 maggio 2016
Città metropolitane a corto di risorse
Investimenti dimezzati dal 2010, a rischio l'erogazione dei servizi ai cittadini
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martedì 3 maggio 2016
Grande Milano o fumo negli occhi
Continuano i gridi di allarme circa l'effettiva funzionalità dei nuovi enti, confrontati con la dura realtà fatta di tagli e di scarso potere decisionale effettivo.
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