a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

sabato 28 maggio 2016

La Regione si riprende l'Urbanistica

La Regione Veneto prende su di sè le funzioni di pianificazione territoriale, e alcuni esponenti politici lanciano l'allarme: ma la Città Metropolitana non si occupa della pianificazione urbanistica tout-court, ma solo di quella inerente le funzioni che la legge le assegna (trasporti, servizi inerenti l'area vasta, lo sviluppo economico, ecc.) per questo occorre fare chiarezza sui ruoli.

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venerdì 27 maggio 2016

Le riforme, sfide indifferibili

Marco Filippeschi fa il punto sullo stato delle riforme degli enti locali. Pur tra battute d'arresto e qualche ripensamento, il processo deve andare avanti.

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martedì 24 maggio 2016

Cinghiali metropolitani


Prendendo spunto da un curioso fatto di cronaca, Andrea Pasetti prosegue le riflessioni sulle promesse mancate fatte ai cittadini in tema di città metropolitana, su quello che il nuovo ente doveva essere e su quello che in realtà è attualmente: una grande incompiuta, priva di mezzi e "snobbata" dalla classe politica che guarda altrove, mentre vengono a mancare i servizi più elementari e Genova sale all'onore delle cronache nazionali per l'Università di Scienze Politiche okkupata...ma invece che la pantera, questa volta ci sono i cinghiali.

di Andrea Pasetti*


Sgrunff! Sgrunff!
Una famiglia di allegri cinghialotti, che ha inopinatamente fatto irruzione nei giardini pubblici e nelle sistemazioni a verde dell’Università, scorrazzando liberamente nei quartieri del centro, ha creato nei giorni scorsi un certo scompiglio.
La vicenda, oltre ad aver dato spunto per articoli “di colore” nelle cronache locali anche grazie alle curiose reazioni di simpatia animalista che gli ungulati hanno suscitato, ci consente di fare qualche riflessione e di trarre qualche insegnamento in chiave metropolitana.
E già, perché i cinghiali sono certamente animali metropolitani: non conoscono i confini tra un Comune e l’altro, si aggirano liberamente sulle alture di tutta l’area metropolitana genovese e da anni si intrufolano con sempre maggiore frequenza nei campi, negli orti e nei giardini di molte comunità locali che oggi appartengono a tale vasta area urbana. La loro sgradita presenza sembra testimoniare la necessità di un coordinamento di scala sovra comunale, per il quale è stata proprio costituita la Città metropolitana.
Un singolo Comune, anche ben organizzato e dotato di mezzi e personale come il Comune di Genova, non avrebbe certo la possibilità di governare efficacemente il fenomeno, conoscerne le caratteristiche e le evoluzioni, introdurre misure per contenerlo e limitarlo senza urtare le sensibilità di una parte dei cittadini, ma anche senza consentire la produzione di danni su beni pubblici e privati, anche consistenti e in settori delicati come l’agricoltura.
Prendere di peso la famiglia di cinghiali dai giardini dell’Università e riportarla sui monti serve a poco: quanto tempo dovremo attendere perché la stessa famiglia o un altro gruppo o dieci o cento prendano la stessa strada, attirati dai facili bocconi disponibili nei quartieri bassi?
Soprattutto, pensiamo che nella stessa area metropolitana non ci siano uguali diritti e doveri per tutti i cittadini? Che di questo problema, come di altri che caratterizzano i nostri territori interni, come ad esempio il dissesto idrogeologico, se ne debba occupare qualcun altro?
Qualcuno risponderà che del problema se ne sta occupando la Regione ed è vero, visto che è stato emanato recentemente un apposito regolamento sulla base delle deleghe “riassorbite” dalle Province. Bisogna però osservare da una parte che la legge di recepimento di queste deleghe era stata fatta più di un anno fa e forse, in questa occasione, la macchina amministrativa regionale non ha brillato per rapidità di riflessi, e dall’altra che, per sua natura, l’Ente regionale è sempre portato ad affrontare le questioni sotto un profilo normativo e programmatorio.
Purtroppo i cinghiali sono bestie rozze e ignoranti e di leggi e regolamenti non sanno che farsene. Per affrontare seriamente il problema occorre organizzazione, collaborazione tra diversi Enti, condivisione tra comunità locali: ma per ottenere questo risultato occorre un progetto collettivo di uso del territorio che consideri le parti meno urbanizzate dell’area metropolitana come un prezioso complemento di quelle più densamente abitate, da curare e proteggere nello stesso modo in cui ci si occupa del proprio orto e del proprio giardino.
È troppo ambizioso questo obiettivo? È forse irraggiungibile quanto previsto dallo Statuto della Città metropolitana quando afferma tra i propri obiettivi quello “… dello sviluppo sostenibile, orientato al potenziamento e alla valorizzazione delle reti infrastrutturali e dei sistemi di mobilità pubblica, alla rigenerazione dei tessuti edificati, al potenziamento e alla riqualificazione dei servizi e degli spazi pubblici, alla costruzione della rete ecologica metropolitana, alla valorizzazione e tutela del sistema agricolo, dei suoli liberi e dei beni paesistici”?
Sappiamo purtroppo che la Città metropolitana è un Ente privo di mezzi, di risorse e forse anche di speranze per il proprio futuro, abbandonato dallo Stato che l’aveva voluto (forse solo per far digerire meglio l’abolizione delle Province) e osteggiato dagli altri Enti, in particolare dalla Regione.
Nonostante il ruolo costituzionale e le attribuzioni della legge costitutiva molti, in particolare appartenenti al cosiddetto establishment, pensano che le Città metropolitane siano Enti inutili e comunque il loro numero debba essere ridotto, facendo scempio in questo modo dell’impegno di chi ci lavora e soprattutto dei diritti che i cittadini metropolitani hanno tutti in uguale misura.
Il comportamento di costoro, che distruggono l’ordinamento voluto dalle leggi riproponendo vecchi schemi gerarchici e disfano il faticoso lavoro di chi cerca di coordinare le diverse esigenze delle comunità locali allo scopo di eliminare le disparità tra i cittadini, e di quelli che ridono e applaudono allo spettacolo di tale distruzione, non ricorda forse quello di altri, incolpevoli, soggetti citati nell’articolo?
Sgrunff! Sgrunff!
 
*Architetto, già Direttore dell'Urbanistica della Provincia di Genova e attualmente membro dell'INU Liguria

Città metropolitana, riforma improvvisata

Per Gianluca Corrado, candidato sindaco per il comune di Milano, la riforma Delrio rappresenta una risposta sbagliata ad esigenze reali.

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domenica 22 maggio 2016

Beppe Sala: un patto sulla Grande Milano

Il candidato sindaco Sala risponde all'articolo di Ferruccio De Bortoli dando la propria ricetta per Milano: un patto con il Governo centrale per trasporti pubblici e housing sociale.

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mercoledì 18 maggio 2016

Le città metropolitane un motore (inceppato) di sviluppo

Ferruccio de Bortoli denuncia la poca convinzione con cui i nuovi enti stanno procedendo a svolgere compiti potenzialmente strategici, ma ad oggi molto spesso scoloriti ed incerti.

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Genova "matrigna" ha divorato la paziente Provincia

Primo bilancio dell'entrata in vigore della città metropolitana che ha sostituito (ma con diverse funzioni e poteri) la provincia. Per ora sono molti i rimpianti rispetto un ente che veniva sentito come a supporto dei comuni, mentre oggi le distanze rispetto al capoluogo sembrano aumentare, complici però le tante carenze dovute al taglio delle risorse per la fornitura dei servizi.

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martedì 10 maggio 2016

Fatte le Città metropolitane, ora bisogna fare i cittadini metropolitani?

Andrea Pasetti, già direttore dell'Urbanistica della Provincia di Genova e rappresentante dell'INU Liguria,  risponde ad un articolo di Giangiacomo Schiavi apparso su Il Corriere della Sera sul tema della città metropolitana invitando ad una maggiore consapevolezza da parte dei media e dei cittadini rispetto ad un tema troppo spesso trattato con superficialità e scarsa considerazione: la città metropolitana resta un tema sconosciuto ai più, rischiando di trasformarsi nell'ennesima occasione mancata, in primis per i suoi cittadini.

di Andrea Pasetti


Strano come i giornali affrontano il tema delle Città metropolitane. Per essere precisi la maggior parte non lo affronta proprio; sembra ignorare che da più di un anno le Città metropolitane sono state istituite anche in Italia, dopo un’attesa di vent’anni, mettendosi al passo con le realtà europee più evolute.
I pochi giornalisti che osano affrontare l’argomento, come Giangiacomo Schiavi in un recente articolo sul “Corriere della sera” pubblicato su questo blog, confessano di non averci capito nulla e in effetti fanno una grande confusione omologando il nuovo Ente a Provincia, Comune o – addirittura – a Città/Stato.
Eppure, per dare un’informazione corretta, basterebbe poco: è sufficiente connettersi ai siti ufficiali delle Città metropolitane per capire che cosa sono e che cosa stanno facendo.
Magari troverebbero spunti per fare degli scoop straordinari: ad esempio che la Città metropolitana di Milano il giorno 11 aprile 2016 ha adottato il proprio Piano strategico e il prossimo giovedì 12 maggio si riunirà il Consiglio per la sua definitiva approvazione, oppure che la Città metropolitana di Genova ha approvato il 10 gennaio 2016 la Variante al Piano denominata Sistemi Territoriali Strategici, creando le basi per dare maggiore efficacia alla localizzazione dei fondi strutturali europei 2014 – 2020, che la Regione Liguria ha programmato senza tenere conto delle finalità e delle funzioni del nuovo Ente.
La disinformazione è totale: si continua a parlare delle Province ormai sostituite dai nuovi Enti metropolitani come se queste fossero ancora operanti e si ignorano i risultati del lavoro già effettuato a livello locale e nazionale anche grazie al contributo di soggetti come ANCI, INU e FORMEZ.
La cosa forse più sorprendente è la mancata reazione da parte dei cittadini metropolitani: la legge Del Rio non ha soltanto riformato l’ordinamento degli Enti locali (bene o male non è questo il punto). Affidando alle Città metropolitane compiti di: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello, ivi comprese quelle con le città e le aree metropolitane europee, la legge ha anche indicato nuovi diritti per i loro cittadini.
In quanto cittadino metropolitano, residente nelle zone più centrali e congestionate ovvero nelle aree più periferiche e scarsamente insediate, ai sensi della legge vigente ho il sacrosanto diritto di sapere quale sarà il futuro del mio territorio, di avere servizi più efficienti e a minor costo, di assicurare ai miei figli e nipoti contatti con le omologhe Città italiane ed europee per aprire nuove prospettive di conoscenza e lavoro.
Quando cominceremo a svegliarci dal nostro torpore? Quando capiremo che per uscire dal tunnel della crisi dobbiamo unire le forze, uscire dalle nostre piccole e insignificanti beghe quotidiane e trovare una dimensione di area vasta degna della nostra cittadinanza e in grado di risollevare le sorti del paese?
Segnalo,  come elemento positivo, che sono in corso meritevoli tentativi di formare “Comuni di vallata”, con la finalità non solo di avere a disposizione maggiori risorse, ma soprattutto di valorizzare le diversità e di far contare di più i diritti metropolitani dei residenti.

martedì 3 maggio 2016

Grande Milano o fumo negli occhi

Continuano i gridi di allarme circa l'effettiva funzionalità dei nuovi enti, confrontati con la dura realtà fatta di tagli e di scarso potere decisionale effettivo.

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