a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
venerdì 29 gennaio 2016
giovedì 28 gennaio 2016
Governance delle città metropolitane. Roma come Berlino: la proposta degli industriali
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martedì 26 gennaio 2016
Genova: Oliveri "assessore metropolitano" al posto di Vassallo
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domenica 24 gennaio 2016
Firenze: province senza soldi nè personale. Migliaia di studenti in aula al gelo
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sabato 23 gennaio 2016
Milano. Città metropolitana: è un carrozzone
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mercoledì 20 gennaio 2016
Ex province, l'unica certezza è il caos
Un convegno della CGIL in Veneto lancia l'allarme sulla riforma degli Enti Locali.
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domenica 17 gennaio 2016
Buon compleanno, Città metropolitana!
Primo bilancio con (poche) luci e (troppe) ombre sulle città metropolitane che hanno ad oggi largamente disatteso le giuste aspettative tanto dei cittadini quanto di coloro che vi operano ogni giorno, dibattendosi tra mille difficoltà e ristrettezze. L'arch. Andrea Pasetti, già dirigente dell'urbanistica della Provincia di Genova e oggi referente dell'INU per la Liguria in materia di città metropolitana, fa il punto della situazione.
di Andrea Pasetti
Il primo di gennaio 2016 le Città metropolitane italiane
hanno compiuto un anno.
In realtà per alcune (Reggio Calabria e le
Città delle Regioni a statuto speciale) la formale istituzione deve ancora
avvenire, altre hanno trascorso un periodo più o meno lungo “in incubatrice”,
non essendosi ancora ben formata l’ossatura (lo Statuto) e le connessioni che
ne regolano le funzioni vitali (le relazioni con le Regioni sulle funzioni
delegate e la correlata destinazione del personale non addetto alle funzioni
fondamentali, i rapporti tra i Comuni dell’area metropolitana, la designazione
dei Consiglieri delegati, ecc.).
La Città metropolitana di Genova al
momento della sua nascita poteva vantare un “indice di Apgar” migliore rispetto
ad altre, ed ha iniziato subito a svolgere le proprie attività sia a livello
politico, con un intenso lavoro dell’Assemblea, del Consiglio, dei Consiglieri
delegati e del Sindaco metropolitano, sia a livello tecnico con la
predisposizione di documenti, atti, proposte deliberative che attengono alle
funzioni fondamentali dell’area metropolitana: la pianificazione strategica e
territoriale, l’organizzazione dei servizi sovracomunali, l’esercizio delle
deleghe ancora attive.
E poi? Come è cresciuto questo nuovo Ente,
sul quale si concentravano le attese di chi sperava in un radicale rinnovamento
delle Autonomie locali, e di chi credeva che il nuovo arrivato avrebbe non solo
fornito ai cittadini migliori servizi con minori costi, ma soprattutto dato un
decisivo stimolo allo sviluppo economico ed al riassetto territoriale
dell’intero Paese? Purtroppo – inutile nascondercelo - il bilancio
del primo anno di vita delle Città metropolitane italiane non è positivo, per
diversi motivi che proviamo a evidenziare. Il problema minore sono i
pochi risultati concreti ottenuti: nessuna persona dotata di buon senso poteva
aspettarsi concrete realizzazioni da parte di Enti appena costituiti, i cui
Amministratori sono di secondo livello (cioè devono affrontare tutte le
complessità del nuovo soggetto pubblico continuando a svolgere le medesime
attività di prima per i propri diretti elettori), e sono chiamati a svolgere
gravose incombenze per l’area metropolitana a titolo gratuito.
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venerdì 8 gennaio 2016
Le Province sono state abolite ma dopo di loro resta il caos
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giovedì 7 gennaio 2016
Il nuovo orario ferroviario: alcune osservazioni sui tempi di percorrenza dei treni regionali
Una amica pendolare, parlandomi
del nuovo orario ferroviario recentemente entrato in vigore, mi ha fatto notare
un fatto curioso: il treno R 11370 in partenza da Chiavari alle ore 12.30
impiega 55 minuti per compiere il viaggio fino a Genova Brignole, effettuando 3
fermate intermedie. Subito dopo, alle 12.36, sempre da Chiavari parte il treno
R 11250 che per arrivare a Genova Brignole impiega 59 minuti facendo però ben
13 fermate intermedie! I conti non tornano, come ci possono essere solo 4 minuti di
differenza se le fermate aggiuntive sono 10?
Guardiamo sul sito di Trenitalia
il dettaglio degli orari di arrivo e partenza e scopriamo che il tempo di
percorrenza tra Recco (alla partenza) e Genova Nervi (all'arrivo) è di 19 minuti tanto
nel caso del R 11370 quanto nel caso del R 11250: ma nel primo caso il treno
non effettua le fermate intermedie tra Recco e Nervi mentre nel secondo le
fermate effettuate sono 4. Cioè il treno impiega sempre 19 minuti sia che
faccia o non faccia 4 fermate? Come si spiega tutto ciò?
domenica 3 gennaio 2016
ATP: conti in rosso e buco da 1,5 mln di euro
Appello dei sindacati alla Città metropolitana per ripianare il buco di bilancio dell'azienda di trasporti.
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sabato 2 gennaio 2016
Il progetto di mitigazione del rischio idraulico dell'Entella: a che punto siamo?
Iniziamo l'anno facendo il punto su un progetto molto controverso, quello riguardante le opere di mitigazione del rischio idraulico del fiume Entella, meglio conosciute dal pubblico quale "diga Perfigli". Il 2015 è passato senza che il fiume arrecasse nuovi danni, ma è stata davvero una fortuna sulla quale non possiamo troppo contare per il futuro, soprattutto se pensiamo a quanto è avvenuto solo un anno prima: una alluvione rovinosa che ha demolito ampi tratti delle arginature arrivando ad allagare ampie zone dei centri urbani sulle due sponde, causando ingentissimi danni ad abitazioni e ad aziende.
Mi piacerebbe affrontare il tema lasciando da parte, per quanto possibile, reazioni più o meno emotive, concentrandomi sugli aspetti tecnici e sui progetti realmente sul tappeto.
Gìà l'aver denominato tale progetto come "diga" ne connota l'impatto in termini di gigantismo con grandi ripercussioni ambientali e paesistiche. Ma è davvero così?
Ho pensato quindi di pubblicare, per chi desideri approfondire l'argomento, alcuni disegni "ufficiali" tratti da un opuscolo fatto redigere, nel 2010, dalla Provincia di Genova (quando era, appunto, assessore Paolo Perfigli, che si è visto intestare la controversa opera) per dare modo agli interessati di valutare non sulla base di cose sentite dire, ma sulla base dell'analisi del progetto.
Progetto che, nel frattempo, ha subito delle varianti volte a diminuirne ulteriormente l'impatto, come richiesto già all'epoca da alcuni consiglieri provinciali, senza però andare ad incidere sulla sua efficacia, e tenendo conto del fatto che trattasi pur sempre di un primo lotto di lavori, propedeutico ad una messa in sicurezza complessiva dell'intero bacino fluviale che potrà avvenire solo in tempi lunghi.
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