Il presidente della Provincia di Napoli che il sindaco metropolitano venga eletto direttamente dai cittadini e non attraverso una nomina, come previsto attualmente dalla legge.
da Napoli Today
"Credo che il sindaco metropolitano debba essere eletto a suffragio popolare per creare un rapporto diretto della nuova istituzione con i cittadini e non attraverso l’istituto della nomina come oggi previsto dalla legge. Si rischia infatti di dare l’impressione di un altro organismo gestito dalla casta attraverso nomine frutto di inevitabili compromessi tra i partiti attraverso i sindaci delle diverse aree di competenza”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Napoli, Antonio Pentangelo, commentando le dichiarazioni del ministro degli Affari regionali e territoriali Graziano del Rio.
"Accolgo con piacere le parole del ministro Del Rio sulle Città metropolitane - ha affermato Pentangelo - . Spero che ora diventino un tema fondamentale perché sono una riforma strutturale del sistema Stato. Bisogna capire che non nascono per motivi di spending review ma per modernizzare e rifunzionalizzare aree complesse. E’ importante prendere coscienza di tutto ciò e rimodulare il passaggio dalla Provincia a questa nuova istituzione senza perdere pezzi per strada che ne comprometterebbero l’efficacia. Sono molto scettico, ad esempio, anche alla luce del recente dibattito politico sul semipresidenzialismo, sull’istituto della nomina".
"La Provincia di Napoli - ha proseguito Pentangelo - ha avviato da tempo un percorso che tende a far metabolizzare il cambiamento in atto. La richiesta è quella di puntare in alto, verso un rafforzamento della Città metropolitana e non verso una mera trasformazione dell’ente provinciale, depauperandolo delle sue funzioni e cambiandogli solo il nome".
"La fretta - ha concluso il presidente della Provincia di Napoli - non deve farci rovinare tutto. Il termine di fine anno è dietro l'angolo, ma tutti aspettiamo ad esempio che la Consulta si esprima a luglio sui termini di Costituzionalità dell’intero progetto di abolizione delle Province. Dopo si rischia la corsa, e quando si corre non si è lucidi. Preferisco una proroga inderogabile di sei mesi, quando vi sarà la naturale scadenza del mandato di maggior parte delle Province, piuttosto che un fallimento progettuale dell’intera riforma”.
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