Il neo primo cittadino trevigiano Giovanni Manildo (Pd) ha aperto alla formazione della Città metropolitana del Veneto centrale, incontrando i suoi omologhi. Le tre città dovranno deliberare l'attivazione del percorso entro fine anno, poi toccherà al Parlamento approvare i provvedimenti legislativi necessari.
Mobilità e trasporti, parchi scientifici e tecnologici, interconnessioni di reti e servizi. Sono solo alcune funzioni che i territori di Venezia, Padova e Treviso potranno vedere coagulati nella Città metropolitana del Veneto Orientale, la meglio nota Pa-Tre-Ve.
L'ADESIONE DI TREVISO. Sabato i sindaci delle tre città si sono incontrati nel capoluogo della Marca su invito del neo eletto Giovanni Manildo, esponente del Partito Democratico come i suoi due omologhi, Giorgio Orsoni di Venezia e Ivo Rossi reggente di Padova dopo la nomina a ministro di Flavio Zanonato, per formalizzare, come promesso in campagna elettorale, la volontà di unirsi al processo di formazione della grande macroarea, già avviato nei mesi scorsi fra Venezia e Padova e arenatosi solo con lo stop giunto con il cambio di Governo dello scorso autunno.
I SINDACI. "Di fatto - ha detto Manildo - quello di oggi è il fischio d'inizio di una sfida sulla quale non sono più ammessi ritardi". Per Rossi, l'accelerazione al processo conferita da Manildo "cambia il modo di interpretare e leggere il Veneto. Finora i rapporti con Treviso - ha proseguito - sono sempre stati sul piano politico un po' faticosi. Il sindaco precedente, Gian Paolo Gobbo, aveva anche manifestato un certo interesse per la Patreve opponendo però sempre l'ostacolo di una mancanza di maggioranza a sostegno dell'argomento". "È necessario superare i campanilismi per raccogliere le eccellenze di questo territorio vasto che ha una grande forza, rispondendo alle esigenze dei cittadini", ha detto Orsoni.
Mi auguro che la situazione sarà migliore e tutti saranno soddisfatti dalla soluzione.
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