Milano si prepara a diventare Città
Metropolitana, insieme a Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze,
Roma, Bari e Napoli. Succederà il primo gennaio del prossimo anno, come
previsto da una legge dell'agosto scorso. La città Metropolitana
ingloberà uno degli agglomerati urbano più ricchi d'Italia, che
garantisce circa il 10 per cento del Pil nazionale.
«Il decentramento rafforza le competenze territoriali delle municipalità» ha detto il sindaco Giuliano Pisapia intervenendo al convegno internazionale «Milano, cantiere della Città Metropolitana», al quale erano presenti anche Piergiorgio Monaci, direttore di Progetto Area Metropolitana e i delegati di altre città europee dove istituzioni analoghe sono già operative.
Dopo una fase di transizione al nuovo Ente saranno trasferite le competenze oggi proprie delle Province e alcune funzioni di carattere sovracomunale tra cui la pianificazione territoriale, la mobilità, i trasporti. E sarà eletto, in via diretta, anche un «sindaco metropolitano». Un modo, ha detto Pisapia, per «garantire un rapporto più diretto con i cittadini».
«La nostra intenzione è prepararci a questa scadenza il meglio possibile», ha detto l'assessore all'area metropolitana Daniela Benelli. Che ha annunciato, proprio per questo motivo, già per il mese prossimo la convocazione dei sindaci dei 134 Comuni della Provincia, assieme a quelli di Limbiate, Saronno e Busto Arsizio, oggi appartenenti allle province di Monza e di Varese ma che rientreranno nell'Ente metropolitano. «Insieme a loro - ha spiegato Benelli - studieremo una bozza di Statuto, che poi la città metropolitana adotterà».
Un documento, questo, che serve per definire meglio le funzioni del nuovo Ente e i poteri che il Comune di Milano e tutte le altre amministrazioni interessate cederanno a questo: il ritiro e smaltimento dei rifiuti, la tutela dell'ambiente, lo sviluppo economico, per citarne alcuni. Settori che, oggi, «sono svolti in maniera frammentaria, senza un governo unitario», ha spiegato l'assessore Benelli. Che ha definito la nascita della città Metropolitana come «un'occasione per superare il momento difficile di crisi economica, sociale e di lavoro delle amministrazioni».
«Il decentramento rafforza le competenze territoriali delle municipalità» ha detto il sindaco Giuliano Pisapia intervenendo al convegno internazionale «Milano, cantiere della Città Metropolitana», al quale erano presenti anche Piergiorgio Monaci, direttore di Progetto Area Metropolitana e i delegati di altre città europee dove istituzioni analoghe sono già operative.
Dopo una fase di transizione al nuovo Ente saranno trasferite le competenze oggi proprie delle Province e alcune funzioni di carattere sovracomunale tra cui la pianificazione territoriale, la mobilità, i trasporti. E sarà eletto, in via diretta, anche un «sindaco metropolitano». Un modo, ha detto Pisapia, per «garantire un rapporto più diretto con i cittadini».
«La nostra intenzione è prepararci a questa scadenza il meglio possibile», ha detto l'assessore all'area metropolitana Daniela Benelli. Che ha annunciato, proprio per questo motivo, già per il mese prossimo la convocazione dei sindaci dei 134 Comuni della Provincia, assieme a quelli di Limbiate, Saronno e Busto Arsizio, oggi appartenenti allle province di Monza e di Varese ma che rientreranno nell'Ente metropolitano. «Insieme a loro - ha spiegato Benelli - studieremo una bozza di Statuto, che poi la città metropolitana adotterà».
Un documento, questo, che serve per definire meglio le funzioni del nuovo Ente e i poteri che il Comune di Milano e tutte le altre amministrazioni interessate cederanno a questo: il ritiro e smaltimento dei rifiuti, la tutela dell'ambiente, lo sviluppo economico, per citarne alcuni. Settori che, oggi, «sono svolti in maniera frammentaria, senza un governo unitario», ha spiegato l'assessore Benelli. Che ha definito la nascita della città Metropolitana come «un'occasione per superare il momento difficile di crisi economica, sociale e di lavoro delle amministrazioni».
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