Il 22 marzo, incontro
organizzato dalla Commissione
nazionale INU “Cooperazione e coordinamento
territoriale” sul tema della pianificazione dell'area vasta.
di Luciano
Tortoioli, Anna
Mesolella*
Il quadro politico uscito dalle
elezioni di febbraio non lascia sperare in una rapida soluzione dei numerosi
problemi che riguardano il “governo del territorio” e che anche nella passata
legislatura sono rimasti irrisolti.
Purtroppo la complessità della
situazione economica, il crescente disagio sociale, la gravissima crisi
occupazionale, uniti alle difficoltà evidenti della politica ad individuare
soluzioni, imporranno ai primi punti dell’agenda di lavoro del prossimo Governo
e del Parlamento tematiche ben diverse da quelle del pur indispensabile e
urgente riordino della legislazione in materia di pianificazione territoriale,
che semplifichi radicalmente il contenuto ed il numero dei piani, ponga un
limite all’occupazione di nuovo suolo, punti decisamente sulla difesa del
territorio dal dissesto idrogeologico, si ispiri ai principi della salvaguardia
e valorizzazione del paesaggio e dello sviluppo
sostenibile.
La mancata conclusione del processo
di riforma istituzionale, avviato con la legge 135/2012 incentrato sul nuovo
ruolo delle province, sulle città metropolitane e sulle unioni dei comuni, non
agevola certamente l’attività di pianificazione del territorio che comunque deve
proseguire, pur in condizioni di grande incertezza.
In questa situazione è difficile
prefigurare gli scenari futuri che scaturiranno dal completamento del percorso
di riordino istituzionale, tantomeno immaginare natura, ruoli, competenze degli
enti o dei nuovi soggetti che avranno il compito di delineare, programmare,
progettare e controllare i processi locali di sviluppo ed uso del territorio,
anche se resta immutata la speranza che in conclusione ne scaturisca un sistema
in grado di dare al Paese strumenti di governo del territorio semplificati, ma
efficaci e funzionali.
Il lavoro della Commissione
Cooperazione e coordinamento territoriale quindi potrebbe sembrare inutile o
addirittura impossibile. Potrebbe invece trasformarsi in utile contributo
all’Istituto, che dovrà prendere posizione nel dibattito che si aprirà sui temi
del governo del territorio, se sarà in grado di offrire una sintesi tra modelli
teorici frutto della ricerca, ancorchè basata su presupposti tecnico-scientifici
avanzati, e soluzioni praticabili, ancorate alla reale situazione del paese,
che avvicinino l’urbanistica ai problemi concreti del territorio, che siano in
grado di raggiungere risultati in tempi rapidi e senza ricorso a procedure
barocche, a volte imposte anche dalle leggi
regionali.
Forse bisogna chiedersi quanto la
strumentazione urbanistica concepita in una fase economica ben diversa da quella
attuale sia in grado di rappresentare e guidare le dinamiche di oggi e
prefigurare scenari futuri, ma soprattutto se non sia giunto il momento di
affrontare con decisione il tema della pianificazione che sia frutto di una
reale cooperazione territoriale e di un coordinamento delle risorse economiche
ed umane presenti nelle diverse istituzioni che, solo se messe insieme, possono
dare avvio alla realizzazione di trasformazioni urbane e territoriali di utilità
sociale ovvero alla costruzione, nel breve e medio periodo, delle infrastrutture
indispensabili.
La riunione del 22 marzo,
organizzata con alcuni stakeholder qualificati, portatori di esperienze diverse,
ha proprio la finalità di evidenziare gli ostacoli da rimuovere che impediscono
o limitano i processi di pianificazione territoriale che devono invece,
necessariamente, essere semplificati, affidati alla responsabilità politica e
tecnica di pochi, precisi livelli istituzionali, senza sovrapposizioni o
addirittura duplicazioni, concludersi in tempi certi ed essere liberati da
contenuti eccessivi, anche se importanti, a scapito dell’efficacia e della
chiarezza delle decisioni.
La discussione dovrà quindi essere
quanto più possibile libera, concentrata sull’individuazione dei veri nodi del
problema e sulle possibili soluzioni, non condizionata da legami di appartenenza
ad una od all’altra istituzione, orientata ad indicare soluzioni
su:
- Quanti e quali Piani sono indispensabili e a quale scala territoriali;
- Gli enti titolari della pianificazione e della sua approvazione;
- I contenuti (oserei dire massimi) dei Piani;
- I processi di cooperazione attiva tra istituzioni in sostituzione dei piani tradizionali (esperienze a confronto);
- Le normative vigenti che risultano inadeguate a favorire la semplificazione degli strumenti urbanistici e supportare processi di cooperazione territoriale;
- L’opportunità di una legge statale di principi sul “governo del territorio” (non solo pianificazione) e di riordino delle leggi regionali (secondo criteri di omogeneità) che rendano meno caotica l’applicazione della disciplina sul territorio nazionale.
Quelli sopra elencati sono solo
spunti per avviare il confronto. Se ne potranno aggiungere altri fermo restando
l’obiettivo comunque di mantenere la discussione nei limiti della concretezza e
della praticabilità delle soluzioni proposte, sapendo che si dovrà operare entro
un contesto politico-istituzionale molto complesso ed ancora non chiaro, ma
generalmente orientato verso una semplificazione dei processi decisionali e dei
livelli istituzionali, una maggiore qualificazione dell’attività della P.A. ed
una crescita delle forme di partenariato P.P. legate a concreti programmi di
sviluppo e di investimento sul territorio.
22
marzo 2013, ore 10:00 presso l’Università di Firenze, Dipartimento di
Architettura – DIDA Sezione urbanistica, aula 7M, primo piano, Via
P.A. Micheli, 2
Firenze
*Luciano
Tortoioli è presidente, Anna
Mesolella è vice presidente della Commissione
nazionale INU “Cooperazione e coordinamento
territoriale”
Ho partecipato all'incontro della Commissione nazionale INU che si é concluso con l'impegno ad approfondire i temi dell'Unione dei Comuni e della Città metropolitana per formulare una proposta al nuovo Governo e al Parlamento di un assetto normativo che tenga conto elle nuove realtà istituzionali.
RispondiEliminaIl caso della Città metropolitana di Genova é stato considerato di particolare interesse per le attività già svolte in sede di Conferenza metropolitana per lo Statuto e per per il Regolamento relativo ai temi della pianificazione territoriale.
Andrea Pasetti
Genova si conferma una realtà molto dinamica dal punto di vista della pianificazione territoriale, e pensiamo che, come già in passato, saprà porsi come punto di riferimento nel dibattito sulle città metropolitane e sul generale riordino degli Enti Locali.
RispondiEliminaGrazie per questo resoconto da parte dell'Arch. Pasetti.