Ben 6000 sono gli occupati che hanno perso il lavoro dopo un anno in Liguria nel solo mese di giugno.
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a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
domenica 31 agosto 2014
sabato 30 agosto 2014
Città metropolitana, il centrodestra si divide
Due, forse tre...si moltiplicano le ipotesi di liste alternative al "listone"bipartisan.
Città metropolitana: una lista unica e troppi pretendenti
Continua la sfida tra schieramenti in vista della presentazione delle liste elettorali per l'elezioni del cosiglio metropolitano di Genova.
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Il sindaco di Leivi: Il nostro territorio rischia di non avere un futuro
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venerdì 29 agosto 2014
Elezioni del consiglio metropolitano: quanto pesano i territori?
Si fa un gran parlare, in questi giorni, dell'opportunità o meno di presentare una lista unica "costituente" che porti alla definizione del primo consiglio metropolitano di Genova. Un tema forte è certo quello della rappresentatività dei vari territori, che potrebbe essere un aspetto positivo specie perchè il primo consiglio dovrà approvare lo Statuto della città metropolitana, il documento cioè che stabilisce le regole di funzionamento del nuovo Ente.
Abbiamo provato a simulare il "peso" dei vari territori in termini di voti espressi dai propri rappresentanti (sindaci e consiglieri comunali) e il risultato, come si vede nel grafico, è abbastanza scontato: Genova da sola "pesa" per il 45%, il Golfo del Tigullio "pesa" per il 17%, segue il Golfo Paradiso con il 7% e via via tutti gli altri.
Volendo fare un ulteriore raggruppamento, il Levante pesa in totale per un 35% sul totale della città metropolitana, mentre Genova e i comuni della "corona" urbana raggiungono globalmente il 65%.
Certo, queste sono considerazioni puramente territoriali sulla base del numero degli aventi diritto a voto e degli indici di ponderazione attribuiti ai voti in funzione della popolazione che i singoli elettori rappresentano, tuttavia ci paiono interessanti per fare alcune valutazioni, specie in funzione della presentazione delle liste elettorali.
Simulazione a cura di Sonia Zarino - Riproduzione riservata
Città metropolitana: Definiti ufficialmente gli aventi diritto di voto comune per comune
Pubblicato sul sito della città metropolitana di Genova il provvedimento dirigenziale dove è fissato il numero ufficiale dei sindaci e consiglieri comunali aventi diritto di voto attivo e passivo per l'elezione del Consiglio Metropolitano.
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Presentazione delle liste - numero sottoscrittori
Sul sito della città metropolitana di Genova (http://www.cittametropolitana.genova.it) è stato pubblicato che il numero minino di sottoscrittori per la presentazione delle liste di candidati è determinato in n. 41 (quarantuno).
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I contrari al "listone" affilano le armi
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Città metropolitana: due liste civiche per sfidare il "listone"
Proseguono le manovre delle formazioni minori che tentano il tutto per tutto per avere un posto in consiglio metropolitano.
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Basotti offre un posto al carroccio. Viale: non siamo interessati.
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Città metropolitana, si al listone
Si profila il listone trasversale tra i maggiori schieramemnti politici, ma i "piccoli" affilano le armi e preparano le loro liste.
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Biasotti e Minasso a Chiavari "benedicono" la lista unica
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mercoledì 27 agosto 2014
Elezioni Consiglio Metropolitano: Pubblicato entro il 29 agosto il numero degli aventi diritto al voto
In base a quanto previsto dalla legge 56/2014
Entro
il 24 agosto :
I
Segretari comunali dovevano inviare
all’ufficio elettorale presso la Provincia l’elenco con le generalità di ciascun Sindaco e
Consigliere Comunale avente diritto al voto.
Entro
il 29 agosto:
L’Ufficio
elettorale deve pubblicare il numero degli aventi diritto al voto.
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Quanto "valgono" gli elettori del consiglio della città metropolitana di Genova
Il
voto che i consiglieri comunali e i sindaci esprimeranno per eleggere
il Consiglio Metropolitano "pesa" più o meno in base alla popolazione
della quale essi sono espressione.
Più un comune è grande, più il suo voto "pesa".
L’ufficio
elettorale è tenuto a calcolare
l’indice
di ponderazione del
voto degli elettori dei comuni di ciascuna fascia demografica.
Ad
esempio, secondo quanto calcolato dal Ministero degli Interni, un
consigliere del Comune di Mezzanego "vale" 27,452, uno del Comune di
Bogliasco "vale" 60,262, uno del Comune di Santa Margherita Ligure
"vale" 112,747, uno del Comune di Lavagna "vale" 217,96 e, infine uno
del Comune di Genova "vale" 1097,56.
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Città metropolitana, ma quale inciucio:è la fase costituente
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Nasce a Recco il patto dei moderati per la lista alternativa del centrodestra
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Tigullio
martedì 26 agosto 2014
Al Tigullio unito un terzo dei consiglieri
Il Sindaco di Chiavari: un errore dividersi, in questa fase costituente solo la lista unica dà garanzie.
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L'impianto ligure che trasforma la plastica in gasolio
Un articolo che annota finalmente un fatto positivo, ossia la dimostrazione che è possibile fare economia puntando su idee innovative e utili. Lo sviluppo territoriale passa anche per progetti come questo, che auspichiamo saranno sempre più numerosi.
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lunedì 25 agosto 2014
Città metropolitana, sfuma l'obiettivo della lista unica
Le diverse "anime" del territorio tigullino non trovano l'accordo, è tutti contro tutti.
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L'erba "taglia" la strada agli automobilisti
Strade invase dalle erbacce causano disagi e pericoli a chi vi transita: questa la situazione delle provinciali in val Graveglia e a Velva causata dal taglio delle risorse per le manutenzioni alla Provincia di Genova. Certo, se le premesse per la nascita della Città metropolitana sono queste, si prevedono forti difficoltà nel cammino del nuovo Ente. Tagliare gli sprechi non significa tagliare le risorse per i servizi essenziali, ci auguriamo che i decreti con i quali verranno definite le funzioni ripartendoli tra Città metropolitana e Regione possano fare un po' di chiarezza e soprattutto portare alla redistribuzione delle risorse da assegnare per assolvere tutte le necessità come questa.
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A giorni incontro su trasferimento delle funzioni delle province
È previsto già la prossima settimana, al ministero per gli Affari
Regionali, un incontro sulla definizione delle funzioni ed il
trasferimento del personale per dare attuazione alla legge 56/14, ovvero
la legge Delrio sullo «svuotamento» delle Province, definendo il
perimetro funzioni delle città metropolitane e delle nuove Province come
enti di secondo livello di derivazione comunale.
Nell’ultima Conferenza
Unificata, che si è svolta il 5 agosto scorso, è stato sancito un
impegno politico tra Stato, Regioni, Province e Comuni che hanno
condiviso, in un documento, l’impegno politico di sancire, entro
settembre, l’accordo sul trasferimento delle funzioni provinciali. Stato
e Regioni, si legge tra l’altro nel documento, «convengono che
qualsiasi scelta in merito alla garanzia dell’esercizio delle funzioni
fondamentali e delle altre funzioni oggetto di riordino deve essere
accompagnata da decisioni coerenti sulle risorse finanziarie necessarie
per l’esercizio delle stesse».
«Convengono che, per quanto riguarda il
personale, sarà garantito l’esame congiunto con le organizzazioni
sindacali per individuare i criteri per la mobilità, nel rispetto di
quanto previsto dal protocollo d’intesa stipulato in data 19 novembre
2013 tra il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il
Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, la
Conferenza delle regioni e delle province autonome, Anci e le
organizzazioni sindacali». L’accordo, una volta raggiunto, entrerà in un
decreto del presidente del Consiglio.
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sabato 23 agosto 2014
La demagogia eterna di Rizzo e il flop preannunciato della riforma Delrio
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Provincia, tagli da paura: fiumi a rischio alluvione e strade in abbandono
In mancanza dei decreti attuativi che stabiliscono chi fa cosa tra Regione e Città metropolitana, i tagli dei finanziamenti alla Provincia stanno mettendo in ginocchio la tutela ambientale del nostro territorio.
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Fossati: se non interviene la Regione, andremo dritti al dissesto
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La resistenza delle vecchie province, la legge Delrio ancora nel limbo
Mancano i decreti attuativi, le province mantengono le attuali competenze (ma senza risorse).
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Consiglio metropolitano, ore decisive
Proseguono le manovre per la presentazione delle liste che parteciparanno alla competizione elettorale che si svolgerà il 28 settembre e che eleggerà il primo consiglio metropolitano.
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venerdì 22 agosto 2014
Finanziamenti per le città metropolitane: ripartono i progetti in Valbisagno e Valpolcevera.
Asse del trasporto pubblico in Valbisagno e riqualificazione energetica degli edifici in Valpolcevera sono i primi interventi individuati per utilizzare i 47 milioni in arrivo su Genova.
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Province, il ritorno dei morti viventi
I decreti attuativi slittano ancora. I nuovi enti non sanno ancora quali competenze riceveranno, e intanto il Parlamento ridà i rimborsi ai consiglieri.
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mercoledì 20 agosto 2014
Garibaldi: la lista unica garantisce il Tigullio
Prosegue il dibattito "lista unica si-lista unica no". Per il segretario del PD del Tigullio solo l'unione delle forze "locali" può garantire una adeguata rappresentanza territoriale, per questo occorre superare i personalismi e fare fronte comune.
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martedì 19 agosto 2014
Ambiti ottimali per le partecipate
Il tema della razionalizzazione delle società partecipate è uno di quelli che principalmente potrebbero fornire risposte strutturali al tema del fabbisogno di risorse e su come utilizzarle per produrre servizi davvero utili per i cittadini. Un utile metodo per definire i costi di tali servizi potrebbe essere l'adozione di sistemi di confronto aventi per riferimento dei costi standard definiti sulla base di parametri prestazionali e dei costi di mercato.
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Le società partecipate dagli enti locali: ripartire dalle norme rimaste inattuate
Sono tante, molte sono inutili ai cittadini ma utili a chi le presiede o trae da esse un lauto stipendio che però non si traduce in servizi ai cittadini, e allora, cosa si aspetta a sfoltirne il numero?
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lunedì 18 agosto 2014
Elezioni della Città Metropolitana: perchè diciamo no al listone
Il sindaco di Casarza Ligure, Muzio, spiega perchè il listone non convince e pensa ad una lista alternativa.
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Basta iper in Val Bisagno: dateci l'Università
I cittadini della Val Bisagno chiedono un modello alternativo di sviluppo per il loro territorio, fondato sulla capacità di attirare giovani e nuove funzioni in grado di rilanciare il rinnovamento urbano. Come insegna il successo dell'innesto della Facoltà di Architettura nella zona di Sarzano, è possibile far risorgere un quartiere immettendo funzioni che incoraggino il recupero edilizio e l'apertura di nuovi esercizi di prossimità (piccoli negozi, bar, librerie, ecc.) che aiutino la ricostruzione di una vita sociale e la rivitalizzazione degli spazi pubblici, che non sono più unicamente parcheggi o strade di scorrimento.
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CAMBIARE VERSO AI POTERI LOCALI: IN QUALE DIREZIONE?
A valle dell'entrata in vigore della legge 56/2014, riproponiamo questo scambio di punti di vista intorno al tema della riorganizzazione degli Enti Locali che analizzava i principali punti problematici del disegno di legge allora in itinere. Sono quesiti che permangono, in gran parte, irrisolti, e che auspichiamo possano essere ancora affrontati nel prossimo futuro. Perchè la città metropolitana è un primo passo, a cui deve seguire un generale cambio di mentalità capace di superare particolarismi e resistenze campanilistiche.
di Valentino Ballabio e Ugo Targetti
A margine del convegno dell’INU sulla riforma della legge
urbanistica regionale, tenutosi alla Triennale il 3 dicembre, sul
contributo critico di Ugo Targetti si è prodotto un breve carteggio
riguardo gli aspetti istituzionali connessi che – data la concomitanza
con la discussione parlamentare in corso sul Disegno di legge cosiddetto
“svuota-province” – può rivestire qualche interesse. A partire dal
seguente passaggio:
“Non
ultima ragione che induce alla revisione della legge urbanistica
regionale è l’istituzione delle città metropolitane e l’eliminazione
delle province, proposte dai due ultimi governi Monti e Letta.
L’istituzione della città metropolitana è una riforma necessaria, utile
soprattutto alla Lombardia, ma molto indebolita dall’impostazione del
Governo (sistema elettivo di secondo livello, processo di formazione
incerto, poteri indefiniti, impegno sine cura del sindaco
metropolitano e degli amministratori, ecc). Per quanto riguarda le
province il Ddl si accinge a svuotarne i poteri in previsione di
eliminarle dalla Costituzione, lasciando il governo di livello
intermedio nella più totale incertezza. È un grave errore. La
prospettiva di riforma delle istituzioni utile alla organizzazione
territoriale della nostra società dovrebbe andare esattamente nella
direzione opposta, ovvero rafforzare le Province affidando a esse tutte
le funzioni e le relazioni sovra e inter-comunali che sono sempre più
consistenti. L’eliminazione delle province determinerà, in particolare
nelle grandi regioni, un danno grave alla gestione del territorio e ne
aumenterà la confusione e i costi.”
Ballabio a Targetti: “Apprezzo la tua analisi ma
l’osservazione riguarda l’aspetto istituzionale, inscindibile da una
riforma seria della legislazione urbanistica. In particolare per salvare
come è giusto l’ente intermedio è necessario prevederne una radicale
modifica. Città metropolitana: deve almeno estendersi all’area
metropolitana; inammissibile la coincidenza con l’attuale provincia
mutilata dalla scissione monzasco – brianzola. Inoltre non regge se
Milano non procede a un energico decentramento e al superamento
tendenziale del comune unico. Province: sono più difendibili se
accorpate (vedi l’abortito decreto Monti) o perlomeno se rientrano le
neo (Lodi, Lecco, Monza) per tornare all’eccellente criterio della
raggiungibilità del capoluogo “con una giornata a cavallo”. Inoltre
devono essere liberate dalle competenze gestionali (manutenzione di
strade, scuole, ecc) per dedicarsi al governo strategico dell’area vasta
con organi elettivi ma snelli (giunte di 3/4 assessori).”
Targetti a Ballabio: “Condivido tutte le tue
considerazioni salvo l’ultima. Mi sto convincendo che se si vuole
davvero introdurre semplificazione e ottenere contenimento della spesa
pubblica il modello debba essere adattato alle dimensioni delle regioni
(ci sono regioni meno popolose della provincia di Brescia) ma che per le
grandi, come la Lombardia, il modello debba essere: la regione
legifera, programma la spesa e gestisce poche cose essenziali. Città
metropolitana e provincie pianificano e gestiscono tutte le funzioni
sovra-comunali compresa la sanità, eliminando tutti gli altri organismi
intermedi (ATO, consorzi, parchi non regionali, ASL, ecc.). I Comuni,
unificando quelli piccoli, fanno tutto il resto. L’UPI ha calcolato per
esempio che il passaggio delle scuole superiori ai comuni comporterà
l’aumento da 100 centri di spesa a 1400, con evidente riduzione dei
vantaggi di scala. Nel mio modello le Provincie vanno caricate di
funzioni e naturalmente gli organi politici devono essere eletti
direttamente. La spesa delle regioni è di 168 miliardi se risparmiassero
l’1 per mille sarebbero coperti i costi “della politica” delle
province. A questo punto credo di avere dieci sostenitori come i lettori
del Manzoni.”
B. a T.: “Ragioniamo sul punto di dissenso. Credo
infatti che le province siano salvabili solo differenziandone nettamente
le funzioni rispetto ai comuni, riducendo dunque al minimo i compiti
gestionali. L’UPI dovrebbe sapere che i 1400 centri di spesa relativi
alle scuole superiori non sarebbero aggiunti bensì assorbiti dai Comuni
(in genere medio – grandi) dove le stesse sono ubicate, già ampiamente
dotati di servizi e uffici atti a gestire materne, elementari e medie
inferiori. Il vetraio del mio paese non si capacita di dover sdoppiare
commesse, appalti, contabilità, ecc. tra Comune e Provincia allorché lui
si considera giustamente un unico “centro” di manutenzione (“sun semper
mì”). L’economia di scala sarebbe inoltre assicurata se, oltre a
dimezzare le Province, si potesse dimezzare al quadrato il numero dei
Comuni (il 70% dei quali non supera i 5.000 abitanti). Otterresti allora
delle entità sufficientemente consistenti (diciamo dai 30/40.000
almeno) per amministrare al meglio oltre alle funzioni correnti anche
talune attualmente consortili o collegate. Le stesse ASL in origine
erano USL ovvero i comuni singoli o associati, ricomprendenti anche gli
ospedali di base, poi divenuti “aziende” in capo alla Regione
(trasformatasi a sua volta da ente legislativo in ibrido mostro
amministrativo!). Tutto questo in teoria, a beneficio dei benevoli dieci
lettori, poiché la prassi politica e parlamentare dominante (vedi il
pasticcio del Ddl governativo attualmente in discussione alla Camera!)
va ovviamente da tutt’altra parte…”
T. a B.: “Ciò che mi/ci indigna è l’assenza di
qualsiasi disegno riformatore completo e coerente; la parola d’ordine è
“eliminare le province perché così vuole il popolo, poi si vedrà”. Se
ragioniamo in termini di fattibilità politica, forse hai ragione tu:
salviamo le funzioni preminenti delle provincie che sono: pianificazione
del territorio, viabilità e trasporti, smaltimento dei rifiuti, ciclo
delle acque, e poco altro e affidiamo il resto ai comuni, ma con un
robusto accorpamento. Se invece ragioniamo liberamente in termini di
architettura razionale del sistema può valere il modello da me sopra
sintetizzato per quanto non piaccia ai “comunardi” che lo considerano
erroneamente gerarchico e che ritengono che tutti i poteri reali debbano
stare in capo ai comuni, indipendentemente dalle dimensioni. Se
vogliamo semplificare la pubblica amministrazione ritengo vadano
eliminati gli organismi intermedi settoriali, compresi i consorzi e le
varie associazioni intercomunali; in passato hanno avuto un ruolo anche
positivo, ma oggi sono diventati elementi di appesantimento del sistema.
Pensiamo all’esempio che tu fai delle scuole superiori. Dovrebbero
essere gestite dal comune sede della scuola, ma con convenzioni di
gestione faticosa e soggette a continui ripensamenti “politici”. Meglio
inoltre limitarsi a unificare i piccoli comuni fino a 1.000 o 2.000
abitanti, numerosi nelle regioni del Nord, che diventerà tra breve una
necessità imprescindibile, mentre la proposta di unificare comuni di
5.000/10.000 abitanti o più incontrerà resistenze fortissime perché a
quel livello si manifestano già interessi consistenti e politicamente
pesanti.
Ci sono anche altre ipotesi di riorganizzazione amministrativa. Ad
esempio la Società geografica italiana ha recentemente proposto, sulla
base dell’analisi delle relazioni territoriali, di eliminare provincie e
regioni e di organizzare il territorio nazionale in 36 sistemi urbani
come unico livello territoriale di area vasta. L’idea di raddoppiare
quasi i centri di produzione legislativa mi sgomenta un po’ ma la
proposta è la riprova che avrebbero potuto essere sondate nuove ipotesi.
Sono invece tuttora mancate, da parte di Governo e Parlamento,
simulazioni dettagliate di modelli diversi, accompagnate da ipotesi
organizzative articolate, stime dei costi, fasi di attuazione, ecc.”
B. a T.: “Condividendo con te da sempre i saggi
richiami manzoniani vien da chiedersi se la politica riformista, ora che
ha “sciacquato i panni in Arno”, riuscirà mai a imboccare un giusto
verso?
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domenica 17 agosto 2014
A luglio nuovo record per il porto di Genova
A luglio movimentati oltre 200 mila teu contro i circa 190 mila dell'anno precedente: sarà anche per l'aver adottato le nuove pratiche di sdoganamento via mare? E, in effetti con il mese di luglio le procedure di sdoganamento a mare (preclearing)
si sono attestate a circa l’80 % delle navi “dedicabili” a questa
importante innovazione doganale (traffico contenitori al netto del
transhipment).
L’obiettivo di questo lavoro è quello di fornire un impulso alla
ulteriore riduzione dei tempi di stazionamento in porto e creare i
presupposti ottimali per la organica programmazione dei corridoi
logistici e doganali.
Se si pensa che uno dei motivi addotti dalle compagnie per la scelta dello scalo è proprio l'efficienza dei sistemi di sdoganamento, appare molto importante questo risultato che avvicina almeno un poco le performance del porto di Genova a quelle dei grandi "competitors" dell'Europa del Nord.
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Città metropolitana, Tigullio in cerca di unità per le elezioni
Alcuni sindaci del Tigullio si interrogano sulle modalità di garantire al territorio una più forte rappresentanza in sede al consiglio metropolitano. I voti dei consiglieri comunali che eleggeranno tale consiglio "pesano" più o meno in relazione al peso demografico della città che essi rappresentano, è quindi ovvio che un consigliere comunale genovese abbia un maggiore "potere" elettivo rispetto ad uno di un piccolo comune dell'entroterra.
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CITTÀ METROPOLITANA:I COMPITI A CASA DELL’URBANISTICA
pubblicato su Arcipelagomilano.org il 18 giugno 2014
La legge 56/2014, al c. 44 dell’art. 1, individua, tra le funzioni fondamentali spettanti alla Città metropolitana,
la “pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di
comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti
alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e
obiettivi all’attività e all’esercizio delle funzioni dei comuni
ricompresi nell’area”.
Tale
attribuzione si affianca alla “pianificazione territoriale di
coordinamento”, nonché alla “tutela e valorizzazione dell’ambiente”
(art. 1, c. 85), ereditata dalla Provincia così come riformata dalla
medesima legge.
Fondamentale, inoltre, sarà il nesso con il “piano strategico
triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di
indirizzo per l’ente e per l’esercizio delle funzioni dei Comuni e delle
unioni dei Comuni” (art. 1, c. 44).
Siamo dunque di fronte a rilevanti novità. Il termine “pianificazione
generale” si traduce, infatti, non solo nel rafforzamento della
dimensione strategica del piano, ma soprattutto nella possibilità di
disciplinare previsioni dal carattere prescrittivo e cogente, superando
il ruolo preminente di coordinamento tipico della pianificazione
provinciale. In modo complementare, il termine “territoriale” richiama
la necessità di dedicare tali previsioni con efficacia prevalente
esclusivamente a “fatti” rilevanti alla scala vasta, lasciando così alla
strumentazione urbanistica “tradizionale” compiti regolativi di
proposte, progetti, iniziative di livello comunale/locale.
In questa luce, il Piano Territoriale Metropolitano, è chiamato a svolgere tre principali funzioni: strategica/di indirizzo, di coordinamento, programmatica/prescrittiva con efficacia prevalente.
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venerdì 15 agosto 2014
Napoli: elezioni della città metropolitana il 12 ottobre
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In Liguria previste 19 mila assunzioni
Alcuni segnali positivi nel panorama ligure, ma il saldo è ancora negativo.
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Province, scoppia il caos giunte
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Ciclopista Tirreno, un affare da 40 mln di euro
In questo periodo di crisi, occorre saper guardare oltre il recinto dell'economia tradizionale, ed esplorare strade nuove che, peraltro, altri paesi hanno già sperimentato con successo. Il turismo sportivo, e il ciclobike in particolare, è tra i filoni che presentano le migliori potenzialità, e per questo andrebbe sviluppato nei nostri territori per rinnovare l'offerta complessiva e attirare target nuovi.
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Città metropolitane, un pateracchio
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mercoledì 13 agosto 2014
Elezione del Consiglio Metropolitano di Genova: istruzioni per l'uso
Come
stabilito dal Decreto del Sindaco di Genova n. 0236983 del 08/08/2014,
le elezioni del Consiglio metropolitano si svolgeranno domenica 28 settembre 2014 presso la sede della Provincia di Genova “Sala Arazzi” (adiacente la sala del Consiglio provinciale) - Piazzale Mazzini 2.
Le elezioni si svolgeranno secondo le modalità stabilite dalla Legge n. 56/2014
e sue succ. modif., dalla Circolare del Ministero dell’Interno n.
32/2014 contenente “Linee guida per lo svolgimento del procedimento
elettorale” e sue succ. modif. nonché da apposite Istruzioni approvate
dalla Provincia di Genova.
- Circolare del Ministero dell’Interno n. 32/2014
- Delibera n. 107/2014 della Provincia di Genova – Disciplina del procedimento elettorale
- Informazioni e istruzioni per il voto
- Esempi di assegnazione dei seggi in caso di cifre individuali ponderate uguali
- dalle ore 8 alle ore 20 di domenica 7 settembre 2014 (ventunesimo giorno antecedente il giorno delle elezioni);
- dalle ore 8 alle ore 12 di lunedì 8 settembre 2014 (ventesimo giorno antecedente la votazione).
- Dichiarazione di presentazione della lista (Modulo PL1)
- Lista dei candidati alla carica di Consigliere (Modulo PL2)
- Dichiarazioni autenticate di accettazione della candidatura per la carica di Consigliere (Modulo PL3)
Documenti allegati:
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domenica 10 agosto 2014
Città metropolitana: listone civico in campo contro la lista dei partiti
I "piccoli" e le liste civiche tentano l'alleanza per formare una lista alternativa a quella formata dai partiti maggiori.
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La mappa delle città metropolitane in Europa
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Un week end da record in porto con 5 navi da crociera in due giorni
Sembra accentuarsi la vocazione turistica di Genova, che si conferma scalo di primaria importanza per i tour croceristici nel nostro Paese. Trattasi di una potenzialità importante di sviluppo economico che potrebbe servire anche per far scoprire il territorio rivierasco di Genova, così come l'entroterra. Ecco un primo possibile banco di prova per la futura Città Metropolitana.
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sabato 9 agosto 2014
Levante genovese: cresce l'esercito dei disoccupati
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Futura città metropolitana si vota il 28 settembre
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La città metropolitana parte dall'inciucio
Grandi manovre in vista delle elezioni del Consiglio Metropolitano che si terranno a settembre: ancorchè senza gettone, il posto di consigliere metropolitano appare ambito dai rappresentanti dei partiti e dei territori, che non vogliono perdere l'occasione di sedere al tavolo della Città Metropolitana.
La Liguria si accorpa, autobus nelle mani dell'Agenzia Regionale
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I sindacati sulla città metropolitana
La ricetta della Cgil: Unioni tra i piccoli Comuni per non restare ai margini.
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Oltre 20 materie tornano allo Stato centrale
Riforma del titolo V della Costituzione: la redistribuzione delle competenze dopo l'intasamento della Consulta per i contenziosi tra centro e periferie.
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Rivoluzione trasporto pubblico
E' finalmente nata l'Agenzia Regionale del Trasporto Pubblico, che dovrebbe razionalizzare la gestione delle risorse e la programmazione della mobilità pubblica, nonchè bandire le gare per l'affidamento del servizio. Come si relazionerà con le competenze della nascente Città Metropolitana, che ha compiti analoghi per quel che riguarda il suo territorio? Occorrerà che i due Enti si predispongano a collaborare lealmente per giungere ad una efficiente integrazione.
venerdì 8 agosto 2014
Genova, Città metropolitana, il 28 settembre il voto per scegliere il Consiglio
pubblicato su Il Secolo XIX
Genova - È stata fissata per domenica 28 settembre l’elezione
del Consiglio metropolitano, l’organo politico della futura Città
metropolitana di Genova. Lo ha decretato il sindaco di Genova Marco Doria,
a cui la legge 56/2014 attribuisce l’indizione delle elezioni,
stabilendo che si tengano entro il 30 settembre e che siano di secondo
livello, ossia non aperte a tutti i cittadini ma riservate ai sindaci e
ai consiglieri comunali in carica all’ 8 settembre nei comuni che
faranno parte del territorio metropolitano, quello dell’attuale
Provincia.
Saranno 18 i posti di consigliere metropolitano da
assegnare. Sindaco metropolitano sarà di diritto il sindaco del Comune
capoluogo. Entro il 31 dicembre di quest’anno il Consiglio dovrà approvare lo statuto della Città metropolitana, che nascerà ufficialmente il primo gennaio 2015. Il 7 e 8 settembre sono
i giorni in cui è possibile presentare le liste elettorali e devono
essere sottoscritte da almeno il 5% degli aventi diritto al voto. Le
operazioni di voto si svolgeranno dalle 8 alle 20 nel seggio costituito nella Sala Arazzi in palazzo Doria Spinola (largo Lanfranco 1), sede della Provincia.
La Fontanabuona vuole un consigliere metropolitano: un mese per trovarne uno
Proseguono le trattative per avanzare una candidatura unitaria della valle in vista delle elezioni di settembre.
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Tunnel, ennesimo passo indietro
Il tunnel della Fontanabuona potrebbe effettivamente sbloccare la vallata dall'isolamento in cui si trova, ma il Governo nicchia circa la sua effettiva realizzazione... un altro banco di prova che attende la Città Metropolitana?
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mercoledì 6 agosto 2014
Fassino: “Entro settembre definito il passaggio delle funzioni previsto dalla legge ‘Delrio’”
Sarà
definito entro la fine di settembre l’accordo cornice per il
trasferimento alle Regioni ed ai Comuni delle funzioni finora assegnate
alle Province, in vista dell’attuazione della legge ‘Delrio’ che dà il
via libera alle città metropolitane ed alle ‘nuove province’. Questo
l’effetto dell’accordo tra governo ed autonomie locali raggiunto nel
corso della Conferenza Unificata che si è svolta questo pomeriggio
presso il ministero degli Affari Regionali.
“Su proposta del governo – ha spiegato il presidente dell’Anci Piero Fassino al termine della riunione - è stata adottata una dichiarazione congiunta
tra governo, Regioni, Comuni e Province che impegna entro settembre a
definire l’accordo per l’attuazione della legge Delrio ed in particolare
per la definizione delle deleghe che Stato e Regioni, sulle materie di
loro competenza, dovranno conferire a città metropolitane e nuove
province.
L’impegno
reciproco – ha spiegato Fassino - è quello di “fissare la cornice del
passaggio di consegne entro fine settembre”, in tempo utile con la
tempistica di attuazione che la legge Delrio prevede tanto per le città
metropolitane che per le ‘nuove province’.
“Da
parte dell’Anci – ha concluso il presidente – è stato chiarito che ogni
trasferimento di funzioni dovrà essere accompagnato da risorse
adeguate: ci si muoverà su due binari paralleli, il passaggio delle
funzioni e del personale da un lato, e le garanzie finanziarie
dall’altro”. (gp)
Leggi la comunicazione inviata ai direttori generali delle Anci e Upi regionali
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sabato 2 agosto 2014
venerdì 1 agosto 2014
Province senza soldi, SOS scuole e strade
Devono scomparire ma le competenze non sono state trasferite ad altri enti. Così, con risorse minime, devono comunque fare fronte a tutte le emergenze.
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