La densità di popolazione è espressa come rapporto tra il numero di persone che risiedono in una determinata area e la superficie dell’area stessa[1].
Analizzando i dati Istat relativi al periodo 2000 – 2009 si evidenzia un trend di crescita della densità di popolazione in Liguria quantificabile in un +2,23%. Nello stesso periodo, la crescita nazionale della densità demografica si è attestata su un +5,60%, più del doppio del dato ligure.
Elaborazione su dati Istat |
Analizzando l’area di Genova notiamo che nel periodo 2001-2011 (dati Istat) si è verificato un decremento della densità di popolazione nel capoluogo e in diversi comuni costieri, in particolare nel levante, e un parallelo aumento della densità soprattutto nei comuni che si trovano nella fascia territoriale intermedia tra la costa e l’entroterra appenninico.
I centri costieri hanno mantenuto la centralità per quel che concerne i servizi e il lavoro, ma hanno perso residenti. Sorte analoga per quel che concerne il calo della densità demografica hanno subito anche molti centri montani.
L’area di Savona manifesta, in questo periodo, un certo dinamismo che si pone in controtendenza con il calo registrato in genere per i comuni costieri, mentre nei comuni di Finale e Noli è diminuita la densità abitativa che è aumentata per converso nei comuni circonvicini.
Per avere un'idea delle motivazioni che avavano provocato tali variazioni di densità, e quindi di popolazione, si è preso in considerazione per la provincia di Genova il saldo demografico del 2011, che fotografa la situazione a noi più vicina, cercando di capire quanto contribuissero i saldi naturali e quanto quelli migratori.
1) I Comuni “In calo” (Bassa attrattività; Invecchiamento accentuato della popolazione)
Constatiamo che tra i comuni che perdono abitanti, alcuni subiscono sia un calo delle nascite sia una immigrazione negativa. Essi sono variamente distribuiti sulla costa (Arenzano, Pieve Ligure, Santa Margherita L., Portofino, Zoagli) e nell’entroterra (Tiglieto, Mele, Campomorone, Mignanego, Vobbia, Casella, Montoggio, Davagna, Fascia, Rondanina, Moconesi, Lorsica, Santo Stefano d’Aveto, Ne, Cogorno).
Questo dato segnala anche, in alcuni comuni, un arresto dell’incremento demografico registrato negli anni precedenti (Arenzano, Pieve Ligure, Zoagli, e nell’entroterra, Mele, Mignanego, Casella, Montoggio, Davagna, Moconesi, Lorsica, Ne e Cogorno).
Questo dato segnala anche, in alcuni comuni, un arresto dell’incremento demografico registrato negli anni precedenti (Arenzano, Pieve Ligure, Zoagli, e nell’entroterra, Mele, Mignanego, Casella, Montoggio, Davagna, Moconesi, Lorsica, Ne e Cogorno).
Considerando che il calo demografico dovuto alla denatalità è ovunque, in Liguria, un dato oramai strutturale, e che le variazioni più significative sono dovute all’immigrazione di residenti, da e per l’estero o da un comune all’altro, possiamo ipotizzare che se sulla costa i motivi di tale diminuzione sono da ricercarsi soprattutto nel permanere di alti valori immobiliari delle case a fronte di una generale crisi economica, per l’entroterra i motivi sono legati, oltre che alle scarse occasioni di lavoro, anche alla difficoltà di raggiungere i servizi essenziali. Il dato misura quindi una perdita di attrattività dei comuni interessati.
2) I Comuni “Parzialmente in calo” (Attrattività in declino; ricambio generazionale insufficiente)
Un secondo gruppo di comuni è costituito da quelli in cui il saldo demografico permane negativo, ma l’andamento del saldo migratorio è positivo. Sono comuni che presentano ancora una certa attrattività che tuttavia non riesce ad invertire il calo demografico. Genova si colloca in questa categoria, insieme a buona parte dei comuni costieri e del primo entroterra. Sono comuni che soffrono fortemente la crisi economica e faticano a ristrutturarsi per trovare nuovi sbocchi produttivi. L’alta incidenza della popolazione anziana è una delle caratteristiche socio-economiche principali di questo contesto.
3) I Comuni “Parzialmente in crescita” (Attrattività in aumento; ricambio generazionale dovuto ai migranti)
Un terzo gruppo di comuni è costituito da quei comuni che possiedono un saldo demografico positivo dovuto però unicamente al saldo migratorio positivo. Questi comuni sono caratterizzati da una buona attrattività. Sono generalmente localizzati in posizioni periferiche rispetto ad esempio ai centri costieri, ma dotati di buoni collegamenti viari.
4) I Comuni “In crescita” (Buona attrattività; ricambio generazionale)
Il quarto gruppo è costituito, infine, dai due soli comuni che possiedono un segno più tanto per il saldo naturale quanto per quello migratorio, e che si trovano in una zona intermedia tra costa ed entroterra: San Colombano Certenoli e Casarza Ligure. Per questi comuni il mix tra facilità di accesso alle zone costiere e la presenza di valori fondiari più favorevoli, oltre che la maggiore disponibilità di alloggi, hanno costituito indubbiamente fattori determinanti per la loro forte attrattività.
Conclusioni
Possiamo concludere dicendo che attualmente zona di Genova presenta una forte riduzione della sua capacità di ricambio generazionale e necessita quindi di robusti interventi strutturali che possano, almeno in parte, invertire un trend che porta Genova e il suo territorio verso una marginalizzazione che nei prossimi anni potrebbe subire preoccupanti accelerazioni, visto il ritmo di invecchiamento della popolazione e l’inversione del trend riguardante l’inserimento di nuovi abitanti recentemente riscontrato.
[1] Definizione Istat
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