Abbiamo visto in un precedente articolo alcuni metodi per delimitare un’area metropolitana, prendendo quale
esempio quella di Genova. Un altro metodo possibile per individuare un’area
metropolitana è quello utilizzato per definire i sistemi locali del lavoro.
I Sistemi Locali del Lavoro (SLL), nell’accezione proposta
dall’Istat, individuano aree (identificate e delimitate su tutto il territorio
nazionale) dove la popolazione risiede e lavora e dove quindi tende ad
esercitare la maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche. Dal
punto di vista tecnico e metodologico i SLL sono costruiti dall’aggregazione di
due o più comuni dove i flussi di pendolarismo giornaliero tra luogo di
residenza e luogo di lavoro sono auto-contenuti.
I Sistemi Locali del Lavoro nel 2001 erano 686, meno di quelli individuati nel 1991 (784) e nel 1981 (955). La
diminuzione non è avvenuta in modo uniforme, questo fenomeno è spiegabile con
la crescita economica di alcuni comuni che si sono “affrancati” dai Sistemi
Locali dei quali facevano parte in precedenza. Sarà interessante vedere i
risultati dell’ultimo censimento per capire eventuali nuove aggregazioni.
Un dato
interessante è il considerevole aumento del numero dei viaggi effettuati dalle
persone per
recarsi dal luogo di residenza al luogo di lavoro: da 391mila nel 1991 a 426mila nel
2001 (+9,0%). Anche qui attendiamo il confronto con il dato del 2011.
I confini dei Sistemi Locali del Lavoro oltrepassano in molti
casi i limiti amministrativi delle province e delle regioni. Il solo limite
amministrativo utilizzato dall’Istat per individuare i Sistemi Locali è quello del comune, che
rappresenta l’unità elementare per la rilevazione dei dati sugli spostamenti
quotidiani per motivi di lavoro. Risulta che ben 167 Sistemi Locali del Lavoro
sono formati da comuni che appartengono a più province e, tra questi, ve ne sono
49 multi-regionali.
Passando ad esaminare il caso di Genova, si scopre che i comuni
che fanno parte del suo Sistema Locale del lavoro, secondo l’Istat, fanno parte
tutti della provincia omonima. Essi sono 32 sui 67 che compongono la provincia.[1]
Confinano con il Sistema di Genova quelli di Savona, Ovada, Novi
Ligure, Bobbio, Chiavari e Rapallo.
I confini dei Sistemi non coincidono necessariamente con quelli
amministrativi delle province e delle regioni, essendo le aggregazioni basate
sui parametri che misurano i movimenti pendolari che configurano il sistema
stesso.
[1]Arenzano,
Avegno, Bargagli, Bogliasco, Busalla, Campoligure, Campomorone, Casella,
Ceranesi, Cogoleto, Crocefieschi, Davagna, Fontanigorda, Genova, Masone, Mele,
Mignanego, Montebruno, Montaggio, Pieve, Propata, Recco, Ronco Scrivia,
Rovegno, Sant’Olcese, Savignone, Serra Riccò, Sori, Torriglia, Uscio,
Valbrevenna, Vobbia.
Sistemi Locali del Lavoro dell'area genovese
1 – Cairo Montenotte
2 – Savona
3 – Acqui Terme
|
4 – Ovada
5 – Novi Ligure
6 – Genova
|
7 – Rapallo
8 – Chiavari
9 – Bobbio
|
10 – Bedonia
11 – Bugnato
12 – Levanto
|
La dimensione demografica è strettamente connessa al livello
dell’economia dei Sistemi Locali, e un’analisi della stessa (ad esempio, se in
crescita o se in diminuzione) permette di comprendere se si tratta di realtà
marginali, e quindi in declino anche demografico, o di entità in espansione economica
e demografica.
Ad esempio, il Sistema Locale di Bobbio, di cui fanno parte
anche i comuni liguri di Fascia, Gorreto e Rondanina, presenta, a livello
italiano, il massimo indice di vecchiaia[2],
ossia 614. Il Sistema di Genova si trova nel range compreso tra 210 e 250 ,
così come quello di Novi Ligure, mentre gli altri sistemi confinanti presentano
un indice superiore al 250, ossia tutti superiori al dato medio nazionale pari
a 131,4. Ci troviamo complessivamente in un ambito territoriale che presenta
una popolazione tendenzialmente assai più anziana rispetto alla media
nazionale.
Assai significativo è anche il dato che registra il numero dianziani per ogni bambino, che vede i Sistemi locali della Liguria centrale, del
basso Piemonte e dell’Appennino piacentino/parmense caratterizzati da rapporti
che vanno da 6 a 8 e anche oltre anziani per ogni bambino. Questo è un chiaro segno della debolezza di
una economia che non riesce ad attrarre giovani e famiglie con bambini probabilmente
per carenze di opportunità occupazionali in settori in grado di generare
elevati tassi di valore aggiunto. Questo si riflette negativamente sulla
produttività dei sistemi locali, che risulta bassa, di qui la debolezza delle
economie di tali sistemi locali.
Una ulteriore conferma dell’alta concentrazione di persone
anziane è il dato che registra il numeromedio di componenti per famiglia, che nel caso dei sistemi liguri centrali è
sempre inferiore a 2,2, inferiore al dato nazionale che è di 2,6. Inoltre la
percentuale di coppie con figli in Liguria è ovunque inferiore al 50%.
Sistemi Locali manifatturieri
I Sistemi Locali manifatturieri sono definiti in base alla
concentrazione territoriale degli addetti nell’industria manifatturiera e sono
considerati tali quando il coefficiente di concentrazione è maggiore del valore
medio nazionale.
La Liguria è interessata solo marginalmente dalla presenza di
tale tipologia di sistemi, grazie ai comuni del suo territorio che appartengono
ai sistemi di Cairo Montenotte, Ovada e Novi Ligure. Contiguo alla Liguria è il
sistema di Bedonia, ma non vi sono comuni liguri che ne fanno parte.
Sistemi Locali
turistici
I Sistemi Locali turistici sono definiti in base alla
concentrazione territoriale degli addetti nei servizi al consumatore e sono
considerati tali quando il coefficiente di concentrazione è maggiore del valore
medio nazionale.
In Liguria tutti i Sistemi, ad eccezione di quello di Cairo M.,
si configurano quali sistemi turistici, con diversi gradi di intensità. Questo
conferma naturalmente l’altissima vocazione turistica della regione, che si
conferma come una delle mete preferite da italiani e stranieri.
Sistemi
Locali dei Grandi Comuni
I Sistemi Locali dei Grandi Comuni sono quelli il cui comune
principale ha una popolazione residente di almeno 250 mila persone.
Rispetto al 1991, il comune di Genova risulta (nel 2001) in
contrazione per il calo della popolazione residente. Il rapporto tra la
popolazione con 65 anni e più e quella con meno di 15 anni (l’indice di vecchiaia)
conosce a Genova il valore massimo (240,5) tra le grandi città. A Genova gli
anziani per un bambino sono poco più di 6. A Napoli, tanto per fare un
confronto, sono meno di 2.
[2] rapporto
tra la popolazione di 65 anni e più e quella di meno di 15 anni
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