a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

giovedì 26 dicembre 2013

Genova, metropoli “debole”, ma può farcela diventando sempre più “smart”



Il rapporto ESPON ATLAS del 2006 definisce Genova una "metropoli debole", e i recenti dati su demografia, economia e istruzione confermano purtroppo questo trend, che non è però irreversibile, se si adottano gli strumenti giusti. A cominciare dallo sviluppo di una strategia di sviluppo sempre più "smart".

In questo nostro tempo, caratterizzato da una elevata complessità e rapidità degli scambi e dei mutamenti,  sono molti ed importanti i temi sociali, economici ed ambientali che si possono affrontare solo ad un livello metropolitano.
Si pensi, ad esempio, alla necessità di ripensare le strutture urbane in via di rigenerazione e di trasformazione limitando al contempo l’uso del suolo, o a come rendere efficiente la mobilità delle persone e delle merci, e ancora alla necessità dell’adeguamento dei servizi urbani alle trasformazioni demografiche e sociali, allo sviluppo sostenibile di un territorio, alla necessità di contenere i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di gas serra, alla necessità di ripensare lo sviluppo urbano e territoriale in termini di competitività giocata sulle competenze e sull’innovazione tecnologica piuttosto che sul livellamento verso il basso dei livelli di vita e di occupazione.


La dimensione metropolitana è quella che, al giorno d’oggi, maggiormente caratterizza le società su scala mondiale. In Europa più dei due terzi della popolazione vive nelle aree urbane e sarà proprio lo sviluppo delle città a determinare il futuro benessere sociale ed economico dell’Eurozona. La strategia di Lisbona ha posto le basi per questa strategia che vede nelle città metropolitane i motori dello sviluppo economico europeo, e questa impostazione è stata più volte riconfermata, fino alle recenti risoluzioni sulle linee prioritarie verso le quali verranno convogliati i fondi europei (UE2020).



Secondo la classificazione fatta da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) nel 2006 esistevano in Europa 76 aree metropolitane (le cosiddette “MEGA”, Metropolitan European Growth Areas), con popolazione superiore ai 500.000 abitanti. In Italia le aree individuate come MEGA sono quelle di Bologna, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino.



Non tutte le MEGA sono però equivalenti, ma sono ulteriormente suddivise in 5 classi secondo 4 gruppi di indicatori: popolazione e PIL, competitività, connessione con gli altri territori, livello di istruzione e conoscenze.


Al top di questa classifica si posizionano Londra e Parigi (definite “Global Nodes”).

Altre importanti città, Monaco, Francoforte, Madrid, Milano, Roma, Amburgo, Bruxelles, Copenhagen, Zurigo, Amsterdam, Berlino, Barcellona, Stoccarda, Stoccolma, Düsseldorf, Vienna e Colonia sono “European Engines”. Si tratta di città altamente competitive, dotate di un forte capitale umano e di una buona accessibilità: queste città presentano generalmente valori molto alti relativamente a tre indicatori su quattro.



Seguono Praga, Varsavia, Budapest, Bratislava, Berna, Lussemburgo, Lisbona, Lione, Anversa, Rotterdam, Aarhus, Malmö, Marsiglia, Nizza, Brema, Tolosa, Lille, Bergen, Edimburgo, Glasgow, Birmingham, Palma di Maiorca, Bologna, Bilbao, Valencia e Napoli che sono definite “Potential MEGA”.

Trattasi di città che rivestono ad oggi un ruolo meno nevralgico delle altre, ma che possiedono i requisiti per riuscire a ricoprire un ruolo importante nell’ottica di uno sviluppo policentrico ed equilibrato dei vari territori europei.



E Genova? È, secondo Espon, tra la cosiddette “Weak MEGA” ossia le città più deboli e poco competitive, tendenzialmente marginali rispetto al core europeo. Le altre città appartenenti a questa poco lusinghiera categoria sono Bordeaux, Bucarest, Cork, Gdansk-Gdynia-Sopot, Katowice, Cracovia, le Havre, Lubiana, Lodz, Porto, Poznan, Riga, Siviglia, Sofia, Southampton-Eastleigh, Szczecin, Tallin, Timisoara, Turku, La Valletta, Vilnius e Wroclaw.



Secondo tale classificazione, le città "MEGA deboli" sono localizzate generalmente in regioni caratterizzate da declino industriale, dove sarebbe opportuno lanciare politiche di riconversione economica e realizzare una migliore connessione con reti più ampie di città a livello europeo e mondiale.



Il programma “UE 2020” rappresenta la prosecuzione del ciclo della strategia di Lisbona che si è conclusa nel 2010. La strategia UE 2020, partendo dai risultati ottenuti fino ad oggi in termini di crescita e occupazione, si propone di raggiungere nuovi e più ambiziosi obiettivi, concentrandosi su quegli ambiti di intervento chiave che possano migliorare la collaborazione tra l’Unione e gli Stati membri.



In questo contesto il ruolo delle città metropolitane appare determinante per la realizzazione dei 5 obiettivi fondamentali che la UE si è data di qui al 2020, e che riguardano l'occupazione, l'istruzione, la ricerca e l'innovazione, l'integrazione sociale e la riduzione della povertà, il clima e l'energia.



Genova da questo punto di vista vanta un ruolo di primo piano, essendo una delle città che a livello italiano si è maggiormente distinta nel panorama delle cosiddette “Smart Cities” per progetti che riguardano la sostenibilità energetica degli edifici, la mobilità urbana, la produzione di energia da fonti rinnovabili, le nuove tecnologie applicate all’ambito portuale. Nel 2011, unica tre le città europee, si è aggiudicata tutti e tre i bandi della Comunità Europea riservate alle Smart Cities, e in Italia ben 6 dei 13 progetti inviati al Miur sono stati selezionati per la fase successiva.







Bibliografia

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