pubblicato su La Nazione
Firenze, 12 dicembre 2014 - Uno Statuto snello e incisivo che disegna una Città Metropolitana di Firenze come strumento di servizio ai Comuni e alle comunità che la compongono, in particolare attraveso il Piano strategico Metropolitano triennale
come atto di indirizzo per l’Ente e per l’esercizio delle funzioni dei
Comuni e delle Unioni di Comuni compresi nell’area; il Piano
territoriale della Città e il Piano strutturale metropolitano.
Il Consiglio metropolitano di Firenze ha approvato mercoledì sera lo Statuto della Città Metropolitana. Favorevoli i consiglieri del Pd, contrari
Forza Italia, Territori Beni Comuni e il Movimento Cinque Stelle. La
votazione è stata preceduta dalla votazione di emendamenti al testo, già
sottoposto al vaglio dell'Assemblea in una seduta precedente. "I tempi
sono stati stretti - ha spiegato il Sindaco Metropolitano Dario Nardella
- tuttavia questo non ha limitato il dialogo e la libertà di ciascuno
nel portare il proprio contributo, consentendo convergenze e anche
posizioni unanimi. Il passaggio dello Statuto è estramente importante ma
è il primo punto di una fase costituente che attraverserà i prossimi
mesi, per far crescere un nuovo soggetto che si misurerà con
problematiche complessissime e strumenti innovativi come il Piano
strategico. Questo spirito costruttivo e pragmatico offerto da tutti non
deve venire meno".
Lo Statuto rimanda al Regolamento del Consiglio (al
momento è in vigore quello provvisorio) per disciplinare il
funzionamento degli organi consiliari, le garanzie per le minoranze, le
forme di controllo politico amministrativo. Punto qualificante e
originale dello Statuto è tra l'altro l'articolo 18 che impone il
divieto di istituire enti strumentali e società di diritto privato o
assumere partecipazioni in enti e società diverse da quelle già
esistenti, con esclusione di quelle senza scopo di lucro. Inoltre la
Città promuove l’accorpamento, la fusione e la dismissione delle società
e delle partecipazioni non funzionali ai fini istituzionali allo scopo
di conseguire risparmi o una migliore funzionalità nello svolgimento
delle attività.
D'altra parte il Sindaco metropolitano istituisce presso la Città Metropolitana l'Osservatorio sul lavoro pubblico dipendente al
fine di favorire la piena valorizzazione delle risorse umane presenti
nel territorio metropolitano (art. 23).
Nel corso del dibattito sono
stati presentati quattro ordini del giorno, tre dei quali del Pd. Con il
primo si chiedono "risorse adeguate", da assicurare
mediante la legge di stabilità, perché la Città metropolitana possa
essere correttamente operativa; con il secondosi dà pieno mandato al
Sindaco Metropolitano Dario Nardella ad operare per concretizzare le
condizioni di applicazione della legge Delrio, anche in modo da
"evidenziare la discontinuità nella governance rispetto all'esperienza
delle Province"; con un altro, approvato all'unanimità, si chiede di
mettere in campo ogni azione possibile, nonostante la capacità di spesa
ridotta, per salvaguardare l'occupazione di tutto il personale, compreso
quello precario. Respinto un ordine del giorno dei consiglieri di
minoranza (Territori Beni Comuni, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e
Liste Civiche per la Città Metropolitana) per istituire un gruppo di
lavoro per reintroduzione del suffragio universale. Martedì 16, alle 16,
in Palazzo Vecchio, lo Statuto sarà presentato alla Conferenza
Metropolitana.
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