a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

sabato 13 dicembre 2014

Città metropolitana, statuto approvato dal consiglio

Il Consiglio Metropolitano ha approvato lo Statuto della Città Metropolitana di Genova, e ora la palla passa all'assemblea dei sindaci per l'approvazione definitiva prevista per il 19 dicembre.  Una considerazione: ci si sarebbe aspettati un po' più di condivisione con i cittadini dell'importante documento, visto che rappresenta il "motore" del funzionamento del nuovo ente. Ente che, però, nasce pesantamente condizionato dal nodo della mancata definizione delle sue funzioni e dal taglio delle risorse che ne mina alla base le sue reali possibilità di svolgere con pienezza quel ruolo propulsivo per il territorio che in teoria dovrebbe avere. Per dirla con il sindaco Doria, la città metropolitana rischia di nascere già morta, e questo è il vero problema da affrontare, per non affondare definitivamente in una crisi socio-economica che a Genova e provincia è particolarmente sentita.

pubblicato sul sito Genova24.it

Genova. Nell’ultima seduta del 2014 il consiglio metropolitano di Genova ha approvato all’unanimità, dopo la discussione e votazione di una dozzina di emendamenti, lo statuto della Città metropolitana, l’ente che fra 20 giorni prenderà il posto della Provincia di Genova.
Il prossimo passo previsto dalla legge Del Rio, che istituisce i nuovi enti di area vasta in alcuni grandi capoluoghi (e riforma radicalmente le Province in tutti gli altri capoluoghi) sarà l’approvazione da parte della conferenza metropolitana, ovvero l’assemblea di tutti i sindaci del territorio, 67 per quel che riguarda Genova: il Sindaco metropolitano Marco Doria ha annunciato che l’assise sarà convocata a breve per venerdì 19 dicembre.
Fra gli emendamenti alla bozza di statuto approvati oggi in consiglio, che hanno concorso a dar forma al testo finale di 42 articoli, spiccano quello che inserisce fra le finalità della città metropolitana il conseguimento di condizioni di maggior sicurezza delle comunità rispetto ai rischi idrogeologici e una serie di emendamenti che limano il potere della Città metropolitana di intervenire nell’autonomia gestionale di comuni e unioni di comuni.

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