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La vicenda della “riforma” delle province non poteva concludersi (ma,
in realtà, siamo ancora solo alle prime fasi) in modo peggiore.
La legge di stabilità 2015, che si è agganciata, per altro
violandola, alla pessima riformaccia operata da Delrio, ha scaturito un
florilegio di menzogne, equivoci, caos amministrativo, violazioni di
norme di legge in una serie probabilmente destinata ad allungarsi per
molto tempo.
Il tutto, sulla pelle dei lavoratori delle province, ma, soprattutto,
degli inconsapevoli cittadini, che inneggiano alla per altro
inesistente “abolizione” delle province, mentre aboliti sono i servizi
che esse erogano. Proviamo, in questa baraonda, a fare un po’ di ordine.
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