Un anno fa, ricorda il commissario della Provincia di Genova
“avevamo avviato insieme la Conferenza Metropolitana per uno statuto
condiviso dal territorio, ma la Città Metropolitana del DDL Delrio sarà
tutt’altro che partecipata”.
Genova, 8 - Una Città Metropolitana dove avranno rappresentanza
istituzionale solo i Comuni maggiori, escludendo la voce di quasi l’80%
del territorio provinciale genovese, e a scegliere chi dovrà guidare il
nuovo ente di area vasta non saranno più i cittadini, privati di uno
strumento fondamentale della democrazia come il voto. E’ quella del
disegno di legge del ministro Delrio, scrive in una nota a tutti i
sindaci e ai parlamentari del territorio il commissario della Provincia
di Genova Piero Fossati, la Città Metropolitana che vogliamo?
Fossati ricorda che “proprio un anno fa, anche grazie al prezioso contributo di ogni Comune, avevamo avviato insieme, tra i primissimi in Italia, la Conferenza Metropolitana per elaborare nella partecipazione e condivisione del territorio lo Statuto del nuovo ente”.
Fossati ricorda che “proprio un anno fa, anche grazie al prezioso contributo di ogni Comune, avevamo avviato insieme, tra i primissimi in Italia, la Conferenza Metropolitana per elaborare nella partecipazione e condivisione del territorio lo Statuto del nuovo ente”.
Un percorso in cui Piero Fossati dice “credevo profondamente e che assegnava in modo paritario a tutti i sindaci un ruolo da protagonista anche nel sistema elettorale diretto o indiretto per il futuro Sindaco metropolitano e per il Consiglio e richiedeva per l’approvazione dello Statuto il voto favorevole dei 2/3 dei Comuni”.
Per il commissario della Provincia si
tratta di “un aspetto fondamentale per garantire una partecipazione
piena di tutto il territorio alle scelte dell’area vasta, evitando
qualsiasi rischio di marginalizzazione dei Comuni più piccoli, ma non
per questo meno importanti, rispetto all’area urbana genovese e questo
impegno è sempre stato una priorità di tutta la mia esperienza di
amministratore della Provincia di Genova”.
Poi è arrivato il DDL Delrio. “Purtroppo il disegno di legge del ministro Delrio (cosiddetto “svuota Province”) all’esame della Camera con iter accelerato e urgente da lunedì 25 novembre, ha interrotto quel percorso, sostituito da scelte decisamente meno democratiche del ministro e del Governo Letta.
In un
clima di grande incertezza e confusione istituzionale, se diventerà
legge senza modifiche quel disegno di legge imporrà una Città
Metropolitana tutt’altro che partecipata a Genova (come a Milano,
Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Venezia, Bari e Reggio Calabria).”
Perché, chiarisce Fossati “dal 1^ gennaio 2014 la Città Metropolitana
comprenderà il territorio di tutti i Comuni dell’attuale Provincia (a
meno che entro il prossimo 28 febbraio un terzo dei Comuni o della
popolazione rappresentata deliberino di non farne parte), ma
contrariamente a quanto avevamo previsto nel lavoro congiunto per lo
Statuto, potranno avere rappresentanza istituzionale nel nuovo ente solo
i Comuni con popolazione non inferiore a 15.000 abitanti (4 su 67 in
Provincia di Genova) e non tutti gli altri che rappresentano i tre
quarti del territorio, oltre alle Unioni dei Comuni”.
Il disegno Delrio
inoltre “obbliga, fino al 31 dicembre 2017, il sindaco del Comune
capoluogo a governare direttamente la nuova Città Metropolitana,
mortificando così il livello di democrazia locale perchè l’investitura a
una funzione così alta non può prescindere dal suffragio universale,
libero e diretto dei cittadini”.
Ecco perché il commissario ribadisce
“sono fermamente contrario all’impostazione data dal Governo Letta nel
formulare il disegno di legge Delrio, nella convinzione che non sia
costituzionalmente legittimo, e mi sto impegnando per ottenere le
necessarie modifiche entro i limiti di tempo del dibattito
parlamentare”. E il tempo che resta è poco “per provare a migliorare un
progetto di riforma che rischia seriamente di minare la
rappresentatività del nostro territorio, escludendo totalmente la voce
delle aree periferiche e quindi i più deboli” ma Fossati chiama
ugualmente sindaci e parlamentari a raccolta: “proviamo a far sentire
tutti insieme la voce delle popolazioni e dei territori, a continuare
uniti questa battaglia di democrazia”.
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