a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

mercoledì 20 novembre 2013

Sondaggio: La maggioranza non vuole l’abolizione delle Province ma la loro trasformazione



di Andrea Pasetti

Per sostenere il processo di riforma degli apparati pubblici, nei mesi scorsi il Governo aveva lanciato una consultazione pubblica attraverso il sito www.partecipa.gov.it.



Sono stati da poco pubblicati gli esiti di tale iniziativa, che è risultata “la consultazione pubblica più partecipata d’Europa, con più di 200 mila risposte”. I dati sono stati validati dall’ISTAT e sono stati controllati da un autorevole Comitato Scientifico composto da Francesco Profumo, ex Ministro dell’Istruzione, Emanuele Baldacci, Capo Dipartimento ISTAT, Luca De Biase, Presidente Fondazione Ahref, e da esperti di qualità dell’informazione.



Tra i temi sottoposti alla consultazione era presente quello della riforma delle Autonomie Locali, particolarmente interessante in questa fase in cui è in discussione il disegno di legge del Ministro Del Rio, che prevede tra l’altro la costituzione delle Città metropolitane che dovrebbero sostituire le corrispondenti Province.



Ci sono delle sorprese in merito al quesito sull’abolizione o meno delle Province.



Nelle risposte al questionario breve, al quale hanno validamente risposto 131.676 persone, la scelta di “semplificare, abolendo le Province” è stata fatta solo dal 42,1% dei partecipanti, mentre il 46,1% ritiene di dover “accorpare gli Enti, riorganizzando le funzioni” e l’8,7% intende “mantenere l’attuale struttura”. Non prevale quindi l’idea dell’abolizione, ma quella del mantenimento e della riorganizzazione.



Oltre al questionario breve, la consultazione prevedeva anche un questionario di approfondimento: a questo hanno risposto 71.385 persone, cioè circa la metà del questionario breve; in questo caso l’orientamento delle risposte è risultato più favorevole alla soppressione ed al corrispondente trasferimento delle funzioni esercitate dalle Province, per il 50,8% alle Regioni, per l’11,8% a Ente intermedio (Città metropolitane? “nuove” Province? Unioni dei Comuni?), per il 9,2% a Ente intermedio facoltativo.



Nella Sintesi dei dati, pubblicata con grande evidenza, si enfatizzano i risultati del questionario di approfondimento come se fossero quelli più significativi: però, se la matematica non è un’opinione, risulta che il 54,8% delle risposte al questionario breve, cioè 72.158 sono per mantenere o riorganizzare le Province, mentre il 71,8% delle risposte al questionario di approfondimento, cioè 51.254 sono per sopprimerle (ma di queste quasi 15.000 sono a favore del trasferimento di funzioni a “Ente intermedio”) e questo dato è addirittura inferiore al 42,1% delle risposte a favore della soppressione del primo questionario.



Insomma, nonostante la sintesi un po’ fuorviante pubblicata sul sito governativo, risulta chiaro che la maggioranza delle risposte non è certo a favore della soppressione delle Province, ma prevale l’idea di una loro riorganizzazione e di un trasferimento di funzioni ad un Ente intermedio.



Ritengo che questi risultati confermino anche per la realtà genovese l’esigenza di procedere finalmente alla costituzione della nuova area metropolitana, intesa non come un “allargamento” del Comune capoluogo a spese dei Comuni più piccoli, ma come una “alleanza” tra tutte le comunità locali che vivono e lavorano sul nostro territorio per vincere le sfide dello sviluppo socio economico e della riqualificazione e protezione dell’ambiente, e per sentirsi davvero cittadini europei.

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