di Andrea Pasetti
Per sostenere il processo di
riforma degli apparati pubblici, nei mesi scorsi il Governo aveva lanciato una
consultazione pubblica attraverso il sito www.partecipa.gov.it.
Sono stati da poco pubblicati
gli esiti di tale iniziativa, che è risultata “la consultazione pubblica più partecipata d’Europa, con più di 200
mila risposte”. I dati sono stati validati dall’ISTAT e sono stati
controllati da un autorevole Comitato Scientifico composto da Francesco
Profumo, ex Ministro dell’Istruzione, Emanuele Baldacci, Capo Dipartimento
ISTAT, Luca De Biase, Presidente Fondazione Ahref, e da esperti di qualità
dell’informazione.
Tra i temi sottoposti alla
consultazione era presente quello della riforma delle Autonomie Locali, particolarmente
interessante in questa fase in cui è in discussione il disegno di legge del
Ministro Del Rio, che prevede tra l’altro la costituzione delle Città
metropolitane che dovrebbero sostituire le corrispondenti Province.
Ci sono delle sorprese in merito
al quesito sull’abolizione o meno delle Province.
Nelle risposte al questionario
breve, al quale hanno validamente risposto 131.676 persone, la scelta di
“semplificare, abolendo le Province” è stata fatta solo dal 42,1% dei
partecipanti, mentre il 46,1% ritiene di dover “accorpare gli Enti,
riorganizzando le funzioni” e l’8,7% intende “mantenere l’attuale struttura”. Non
prevale quindi l’idea dell’abolizione, ma quella del mantenimento e della
riorganizzazione.
Oltre al questionario breve, la
consultazione prevedeva anche un questionario di approfondimento: a questo
hanno risposto 71.385 persone, cioè circa la metà del questionario breve; in
questo caso l’orientamento delle risposte è risultato più favorevole alla
soppressione ed al corrispondente trasferimento delle funzioni esercitate dalle
Province, per il 50,8% alle Regioni, per l’11,8% a Ente intermedio (Città
metropolitane? “nuove” Province? Unioni dei Comuni?), per il 9,2% a Ente
intermedio facoltativo.
Nella Sintesi dei dati,
pubblicata con grande evidenza, si enfatizzano i risultati del questionario di
approfondimento come se fossero quelli più significativi: però, se la
matematica non è un’opinione, risulta che il 54,8% delle risposte al
questionario breve, cioè 72.158 sono per mantenere o riorganizzare le Province,
mentre il 71,8% delle risposte al questionario di approfondimento, cioè 51.254
sono per sopprimerle (ma di queste quasi 15.000 sono a favore del trasferimento
di funzioni a “Ente intermedio”) e questo dato è addirittura inferiore al 42,1%
delle risposte a favore della soppressione del primo questionario.
Insomma, nonostante la sintesi
un po’ fuorviante pubblicata sul sito governativo, risulta chiaro che la
maggioranza delle risposte non è certo a favore della soppressione delle Province,
ma prevale l’idea di una loro riorganizzazione e di un trasferimento di
funzioni ad un Ente intermedio.
Ritengo che questi risultati
confermino anche per la realtà genovese l’esigenza di procedere finalmente alla
costituzione della nuova area metropolitana, intesa non come un “allargamento”
del Comune capoluogo a spese dei Comuni più piccoli, ma come una “alleanza” tra
tutte le comunità locali che vivono e lavorano sul nostro territorio per
vincere le sfide dello sviluppo socio economico e della riqualificazione e
protezione dell’ambiente, e per sentirsi davvero cittadini europei.
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