L'allarme lo lancia il ministro per gli Affari regionali e le autonomie: le elezioni per il rinnovo degli enti sono previste per la prossima primavera e sarebbero un paradosso a ridosso dell'abolizione voluta dal ddl del governo ancora in discussione
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 4 novembre 2013
Elezioni per rinnovare un ente da abolire. E’ la beffa a cui rischiano di andare incontro le Province italiane e l’allarme lo lancia il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Graziano Delrio. “Se si non si approva entro fine anno il ddl svuota province, in primavera vanno rinnovati l’80% dei consigli provinciali:
sarebbe una beffa, meglio dire che non si vuole fare la riforma.
E’legittimo avere opinioni diverse ma il tema è nel programma del
Governo. Io spero che entro metà dicembre si approvi il provvedimento”.
Il paradosso è stato creato da un articolo infilato nel decreto femminicidio
che bloccava il prolungamento dei commissariamenti imposti dal decreto
Monti. In assenza di legge di riordino la conseguenza sarà il ritorno
alla legislazione precedente. E quindi al voto.
“Dalla
riorganizzazione delle Province - chiarisce Delrio a Radio 24 – non vi
saranno licenziamenti ma solo maggiori sinergie: i dipendenti non devono
temere per i loro posti di lavoro. Certamente non vi saranno più turn
over e ricambi, il sistema pubblico deve gestirsi con sistemi più
moderni”. Il taglio del personale politico provinciale
consentirà risparmi pari a 110 milioni di euro “che non sottovaluterei –
prosegue Delrio – per utilizzarli diversamente ma il maggiore risparmio
consiste nell’unire e nel semplificare, il federalismo che funziona è
quello in cui ognuno fa poche cose ma ben definite. Gli oltre 2 miliardi
per le funzioni generali possono essere risparmiati; almeno il 50% di
risparmi si potrebbe ottenere in un anno, un anno e mezzo”.
Il ministro ha ricordato che il Governo ha chiesto l’urgenza al ddl svuota-Province “perchè crede in questa riforma attesa da 30 anni, che inoltre rafforza le unioni dei comuni e finalmente istituisce le città metropolitane.
Ora il Parlamento deve discutere. Se si non si approva entro fine anno,
in primavera va rinnovata una buona parte dei consigli provinciali e
sarebbe veramente una beffa, sarebbe meglio dire che non si vuole fare
una riforma. Io spero che entro metà dicembre si approvi il
provvedimento”.
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