L’articolo 9 del progetto di legge 1212 concernente il riordino degli enti
locali e attualmente all’esame del Senato dispone che ciascuna Città
metropolitana succeda a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi
(comprese le entrate provinciali) della Provincia cui subentra (con esenzione
fiscale per il trasferimento di beni).
Il testo dispone che le risorse
della Città metropolitana siano costituite dal patrimonio, dal personale e
dalle risorse strumentali della Provincia medesima (comma 1).
La città metropolitana succede inoltre
a titolo universale in tutti i rapporti attivi e passivi, ivi comprese le
entrate, all’atto del subentro alla provincia. Le entrate delle province sono costituite da:
- imposta sulle assicurazioni
sulla responsabilità civile auto, la cui aliquota è stabilita nella misura del
12,5 per cento (salvo la facoltà delle Province di variarla in aumento o in
diminuzione di 3,5 punti percentuali).
- imposta provinciale di
trascrizione, iscrizione ed annotazione dei veicoli iscritti al pubblico
registro automobilistico (IPT);
- altri tributi propri derivati;
- compartecipazione provinciale
all’IRPEF (fissata dal d.P.C.M. 10/7/2012 nello 0,60 dell’imposta);
- compartecipazione alla tassa
automobilistica regionale sugli autoveicoli.
Il decreto legislativo n. 68 del
2011,
inoltre, all’art. 24 disciplina articolatamente il sistema finanziario delle
città metropolitane, e attribuisce loro la facoltà di avvalersi di altre fonti
di entrata oltre a quelle derivanti dal trasferimento di quelle della
provincia, secondo diverse modalità attuative e
previo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Funzioni metropolitane e spesa pubblica
Abbiamo visto come la
legislazione riguardante il finanziamento delle città metropolitane assegni ad
esse risorse anche aggiuntive, rispetto ai bilanci delle attuali province, in
funzione della complessità delle funzioni che i nuovi enti dovranno svolgere.
Non solo quindi le funzioni
fondamentali delle ex Province, ma anche la pianificazione territoriale
generale e la strutturazione del trasporto pubblico, o ancora lo sviluppo
economico e sociale dell’intero territorio governato.
In funzione della complessità
delle funzioni assunte dalla Città Metropolitana sarà la legge di stabilità a
definire, di volta in volta, la dotazione finanziaria. Una posizione assai
elastica del legislatore, quindi, che tende ad assecondare la configurazione
assunta dal nuovo ente in rapporto alle funzioni effettivamente ricoperte: solo
quelle della ex Provincia, o queste più altre delegate dai Comuni, o ancora
queste più altre delegate dalla Regione.
Una ulteriore ed importante fonte
di finanziamento delle città metropolitane può inoltre essere individuata negli
assi di sviluppo 2014-2020 individuati dalla Commissione Europea per
l’erogazione di fondi strutturali.
Nel complesso la politica di
coesione europea permetterà di mobilitare fino a 366,8 miliardi di euro destinati
alle regioni e alle città dell'UE e all'economia reale. È principalmente
tramite questo strumento d'investimento che l'Unione realizzerà gli obiettivi
della strategia Europa 2020: crescita e occupazione, lotta contro i cambiamenti
climatici e riduzione della dipendenza energetica, della povertà e
dell’esclusione sociale.
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