a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
mercoledì 31 dicembre 2014
Difesa del suolo e formazione, dalle Province alla Regione Liguria
Etichette:
città metropolitana
,
competenze
,
enti locali
,
province
,
provincia Genova
,
Regione Liguria
Via libera della Regione al riordino delle competenze
Etichette:
città metropolitana
,
competenze
,
enti locali
,
province
,
provincia Genova
,
Regione Liguria
Formazione, caccia, pesca e turismo passano alla Regione
Etichette:
enti locali
,
funzioni
,
provincia Genova
,
Regione Liguria
,
risorse
Province, la ricetta della Puglia: ai Comuni welfare e cultura
Etichette:
enti locali
,
funzioni
,
province
,
Puglia
,
riforma
lunedì 29 dicembre 2014
Nuove regioni, ecco come cambia il Belpaese
In futuro potrebbero esserci 12 regioni e la Liguria potrebbe essere accorpata con Piemnonte e Valle D'Aosta: sono quattro i disegni di legge che aspettano di essere esaminati dal Parlamento.
venerdì 26 dicembre 2014
Approvato lo Statuto della Città Metropolitana di Genova: analisi critica dei contenuti
L’Assemblea dei Sindaci lo
scorso 19 dicembre ha approvato, non senza qualche difficoltà, lo Statuto della Città Metropolitana di Genova. Esso dovrà però essere sottoposto a qualche
revisione nei prossimi mesi, così come richiesto dall’Assemblea su proposta del
sindaco di Ronco Scrivia, Simone Franceschi, che ha motivato la riserva
ritenendo che vadano meglio stabiliti i rapporti tra Città Metropolitana e
Comuni. Anche molti altri sindaci hanno espresso perplessità su questo punto.
Si è scelto comunque di approvare lo Statuto per non bloccare l’iter del nuovo
Ente, con il patto di revisionare i punti controversi, così come previsto dalla
legge Delrio. Entro il prossimo 28 Febbraio, è l’auspicio del Sindaco, avverrà
la verifica dello Statuto con la possibilità di discutere e votare i nuovi emendamenti.
Tra gli argomenti in discussione, il ruolo della Conferenza metropolitana, che
per molti dei sindaci presenti all’Assemblea dovrebbe essere più forte e
determinante per garantire il buon funzionamento del consiglio metropolitano, e
lavorare a stretto contatto con i sindaci partecipanti alle commissioni su
argomenti specifici.
mercoledì 24 dicembre 2014
Treni, meno fermate e rincari
Si profilano nuove preoccupazioni per gli utenti del trasporto pubblico della Liguria, Trenitalia piange miseria e chiede aumenti alla Regione agitando, come al solito, il fantasma del taglio delle linee e delle fermate...intanto la velocità commerciale è tra le più basse d'Italia, ma questo non può essere imputabile al numero di fermate, quanto alla vetustà del materiale rotabile impiegato, anch'esso tra i più vetusti e male in arnese tra quelli che circolano nella penisola. Per non parlare della "larghezza" delle tracce (ossia il tempo che da orario un treno impiega a coprire una certa tratta chilometrica) che non ci risulta siano mai state valutate da un ente terzo per stabilirne la reale congruità. Ma questo andrebbe fatto, dato che dal 2005 il servizio è pagato a tempo, e non a chilometro. Ecco una delle cose che l'Agenzia Regionale del trasporto pubblico dovrebbe valutare al più presto...a proposito, che fine ha fatto?
martedì 23 dicembre 2014
Entro fine anno in giunta il ddl delle province
Dalla Puglia una idea alternativa per fissare per legge il principio del trasferimento delle funzioni tra gli Enti. Secondo questo disegno di legge, a ogni funzione devono corrispondere le risorse e alle risorse i lavoratori.
Etichette:
enti locali
,
funzioni
,
legge
,
riforma
,
risorse
sabato 20 dicembre 2014
La riforma degli enti locali: un riepilogo assai esaustivo e...critico
Pubblicato su http://rilievoaiaceblogliveri.wordpress.com
La vicenda della “riforma” delle province non poteva concludersi (ma,
in realtà, siamo ancora solo alle prime fasi) in modo peggiore.
La legge di stabilità 2015, che si è agganciata, per altro
violandola, alla pessima riformaccia operata da Delrio, ha scaturito un
florilegio di menzogne, equivoci, caos amministrativo, violazioni di
norme di legge in una serie probabilmente destinata ad allungarsi per
molto tempo.
Il tutto, sulla pelle dei lavoratori delle province, ma, soprattutto,
degli inconsapevoli cittadini, che inneggiano alla per altro
inesistente “abolizione” delle province, mentre aboliti sono i servizi
che esse erogano. Proviamo, in questa baraonda, a fare un po’ di ordine.
Etichette:
Delrio
,
dipendenti
,
disoccupazione
,
enti locali
,
esuberi
,
province
,
riforma
,
servizi pubblici
Città metropolitana, Doria all'attacco di governo e Regione
Etichette:
dipendenti
,
disoccupazione
,
Doria
,
provincia Genova
,
sindaco metropolitano
Si alle aree omogenee, più autonomia al Tigullio
Etichette:
sindaci
,
sindaco metropolitano
,
statuto
,
Tigullio
,
zone omogenee
Città metropolitana, statuto con riserva: i sindaci chiedono subito di cambiarlo
Etichette:
assemblea metropolitana
,
città metropolitana
,
sindaci
,
statuto
Province: la rivolta dei dipendenti. Delrio: nessuno perderà il posto.
Etichette:
Delrio
,
dipendenti
,
enti locali
,
province
,
riforma
venerdì 19 dicembre 2014
Statuto approvato dai sindaci che però chiedono la sua revisione
Etichette:
città metropolitana
,
emendamenti
,
piccoli comuni
,
sindaci
,
statuto
giovedì 18 dicembre 2014
Province, il taglio è un pasticcio. A rischio scuole e mezzi pubblici.
Etichette:
enti locali
,
province
,
riforma
,
risorse
,
servizi pubblici
,
spending review
Città metropolitana, la regione stanzia 1 milione di euro
Etichette:
città metropolitana
,
funzioni
,
Regione Liguria
,
risorse
Provincia, futuro senza certezze per 264 dipendenti
Etichette:
dipendenti
,
disoccupazione
,
mobilità
,
provincia Genova
,
risorse
,
spending review
mercoledì 17 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
sabato 13 dicembre 2014
Doria attacca: esagerato tagliare un miliardo
Doria denuncia il taglio di risorse che mette in forse il funzionamento di province e città metropolitane.
Etichette:
città metropolitana
,
dipendenti
,
Doria
,
esuberi
,
funzioni
,
province
,
risorse
,
spending review
Città metropolitana, statuto approvato dal consiglio
Il Consiglio Metropolitano ha approvato lo Statuto della Città Metropolitana di Genova, e ora la palla passa all'assemblea dei sindaci per l'approvazione definitiva prevista per il 19 dicembre. Una considerazione: ci si sarebbe aspettati un po' più di condivisione con i cittadini dell'importante documento, visto che rappresenta il "motore" del funzionamento del nuovo ente. Ente che, però, nasce pesantamente condizionato dal nodo della mancata definizione delle sue funzioni e dal taglio delle risorse che ne mina alla base le sue reali possibilità di svolgere con pienezza quel ruolo propulsivo per il territorio che in teoria dovrebbe avere. Per dirla con il sindaco Doria, la città metropolitana rischia di nascere già morta, e questo è il vero problema da affrontare, per non affondare definitivamente in una crisi socio-economica che a Genova e provincia è particolarmente sentita.
pubblicato sul sito Genova24.it
Genova. Nell’ultima seduta del 2014 il consiglio
metropolitano di Genova ha approvato all’unanimità, dopo la discussione e
votazione di una dozzina di emendamenti, lo statuto della Città
metropolitana, l’ente che fra 20 giorni prenderà il posto della
Provincia di Genova.
Il prossimo passo previsto dalla legge Del Rio, che istituisce i
nuovi enti di area vasta in alcuni grandi capoluoghi (e riforma
radicalmente le Province in tutti gli altri capoluoghi) sarà
l’approvazione da parte della conferenza metropolitana, ovvero
l’assemblea di tutti i sindaci del territorio, 67 per quel che riguarda
Genova: il Sindaco metropolitano Marco Doria ha annunciato che l’assise
sarà convocata a breve per venerdì 19 dicembre.
Fra gli emendamenti alla bozza di statuto approvati oggi in
consiglio, che hanno concorso a dar forma al testo finale di 42
articoli, spiccano quello che inserisce fra le finalità della città
metropolitana il conseguimento di condizioni di maggior sicurezza delle
comunità rispetto ai rischi idrogeologici e una serie di emendamenti che
limano il potere della Città metropolitana di intervenire
nell’autonomia gestionale di comuni e unioni di comuni.
Etichette:
assemblea metropolitana
,
città metropolitana
,
dissesto idrogeologico
,
piano territoriale metropolitano
,
rischio idrogeologico
,
risorse
,
statuto
De Magistris: Niente soldi e tagli al personale: città metropolitana devastata
Etichette:
città metropolitana
,
disoccupazione
,
governance
,
Napoli
,
risorse
,
spending review
venerdì 12 dicembre 2014
Doria, allarme al governo: la città metropolitana rischia di nascere già morta
Vertice dell'Anci a Roma con il sottosegretario Delrio: risorse tagliate del 50%, soluzione insostenibile.
Visualizza l'articolo in .pdf
Visualizza l'articolo in .pdf
Etichette:
Anci
,
città metropolitana
,
Delrio
,
Doria
,
risorse
,
spending review
Finanziati oltre 6 milioni per la messa in sicurezza di Rapallo
Etichette:
alluvione
,
dissesto idrogeologico
,
rischio idrogeologico
,
risorse
Lanterna a rischio, finiti i soldi
Una delle conseguenze del drastico taglio di risorse alle province e alle città metropolitane è l'azzeramento dei fondi per tenere aperta la Lanterna: così quello che per tutti e nel mondo è il simbolo di Genova, rischia di tornare ad essere chiusa al pubblico, nonostante molte risorse siano state già investite per il restauro del faro e della passeggiata, una delle più suggestive della città.
Etichette:
città metropolitana
,
Lanterna
,
risorse
,
spending review
,
turismo
Provincia di Milano svuotata: a rischio i cantieri dell'Expo
L'esodo di molti funzionari dalla Provincia di Milano rischia di bloccare i certificati ambientali necessari per autorizzare i cantieri dell'Expo e molte grandi opere del 2015.
Etichette:
ambiente
,
disoccupazione
,
funzioni
,
governance
,
Milano
,
province
,
risorse
Ordine del giorno: il sindaco di Roma sia scelto da tutti i Comuni
Si fa strada l'ipotesi di una elezione del Sindaco di Roma a suffragio universale, ma per questo i municipi della capitale dovranno diventare comuni autonomi.
Etichette:
Municipi
,
sindaco metropolitano
,
sistema elettorale
Per i rifiuti una gestione unica e più economica
Convegno a Chiavari sul ruolo che la Città Metropolitana può svolgere in materia di servizi pubblici, se debitamente razionalizzati e adeguatamente gestiti.
Etichette:
città metropolitana
,
convegno
,
coordinamento
,
gestione associata
,
governance
,
rifiuti
,
Tigullio
Anche Firenze ha lo Statuto della Città Metropolitana
pubblicato su La Nazione
Firenze, 12 dicembre 2014 - Uno Statuto snello e incisivo che disegna una Città Metropolitana di Firenze come strumento di servizio ai Comuni e alle comunità che la compongono, in particolare attraveso il Piano strategico Metropolitano triennale
come atto di indirizzo per l’Ente e per l’esercizio delle funzioni dei
Comuni e delle Unioni di Comuni compresi nell’area; il Piano
territoriale della Città e il Piano strutturale metropolitano.
Il Consiglio metropolitano di Firenze ha approvato mercoledì sera lo Statuto della Città Metropolitana. Favorevoli i consiglieri del Pd, contrari
Forza Italia, Territori Beni Comuni e il Movimento Cinque Stelle. La
votazione è stata preceduta dalla votazione di emendamenti al testo, già
sottoposto al vaglio dell'Assemblea in una seduta precedente. "I tempi
sono stati stretti - ha spiegato il Sindaco Metropolitano Dario Nardella
- tuttavia questo non ha limitato il dialogo e la libertà di ciascuno
nel portare il proprio contributo, consentendo convergenze e anche
posizioni unanimi. Il passaggio dello Statuto è estramente importante ma
è il primo punto di una fase costituente che attraverserà i prossimi
mesi, per far crescere un nuovo soggetto che si misurerà con
problematiche complessissime e strumenti innovativi come il Piano
strategico. Questo spirito costruttivo e pragmatico offerto da tutti non
deve venire meno".
Lo Statuto rimanda al Regolamento del Consiglio (al
momento è in vigore quello provvisorio) per disciplinare il
funzionamento degli organi consiliari, le garanzie per le minoranze, le
forme di controllo politico amministrativo. Punto qualificante e
originale dello Statuto è tra l'altro l'articolo 18 che impone il
divieto di istituire enti strumentali e società di diritto privato o
assumere partecipazioni in enti e società diverse da quelle già
esistenti, con esclusione di quelle senza scopo di lucro. Inoltre la
Città promuove l’accorpamento, la fusione e la dismissione delle società
e delle partecipazioni non funzionali ai fini istituzionali allo scopo
di conseguire risparmi o una migliore funzionalità nello svolgimento
delle attività.
D'altra parte il Sindaco metropolitano istituisce presso la Città Metropolitana l'Osservatorio sul lavoro pubblico dipendente al
fine di favorire la piena valorizzazione delle risorse umane presenti
nel territorio metropolitano (art. 23).
Nel corso del dibattito sono
stati presentati quattro ordini del giorno, tre dei quali del Pd. Con il
primo si chiedono "risorse adeguate", da assicurare
mediante la legge di stabilità, perché la Città metropolitana possa
essere correttamente operativa; con il secondosi dà pieno mandato al
Sindaco Metropolitano Dario Nardella ad operare per concretizzare le
condizioni di applicazione della legge Delrio, anche in modo da
"evidenziare la discontinuità nella governance rispetto all'esperienza
delle Province"; con un altro, approvato all'unanimità, si chiede di
mettere in campo ogni azione possibile, nonostante la capacità di spesa
ridotta, per salvaguardare l'occupazione di tutto il personale, compreso
quello precario. Respinto un ordine del giorno dei consiglieri di
minoranza (Territori Beni Comuni, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e
Liste Civiche per la Città Metropolitana) per istituire un gruppo di
lavoro per reintroduzione del suffragio universale. Martedì 16, alle 16,
in Palazzo Vecchio, lo Statuto sarà presentato alla Conferenza
Metropolitana.
Etichette:
città metropolitana
,
Firenze
,
statuto
giovedì 11 dicembre 2014
Alluvioni, j'accuse di Fossati: Somme urgenze? Una beffa, Roma pagherà solo il 50%.
Etichette:
alluvione
,
dissesto idrogeologico
,
Fossati
,
infrastrutture
,
rischio idrogeologico
,
risorse
,
viabilità
mercoledì 10 dicembre 2014
I conti delle alluvioni, rete idrica in ginocchio
Etichette:
acqua
,
alluvione
,
provincia Genova
,
risorse
,
servizi pubblici
,
Tigullio
ATO: La provincia continui i controlli
Etichette:
acqua
,
città metropolitana
,
contratto di servizio
,
governance
,
sindaci
martedì 9 dicembre 2014
Fossati: costretto a lasciare una eredità molto pesante, le casse sono vuote
Il commissario della Provincia di Genova denuncia la drammatica situazione in cui versa l'Ente, che non cambierà, nell'immediato, quando si insedierà la città metropolitana.
Etichette:
Fossati
,
provincia Genova
,
risorse
Personale della Provincia, 800 a rischio. A tremare sono soprattutto i precari.
Diversamente da quanto sempre assicurato nel corso dell'iter della legge 56, che prevedeva il riassorbimento di tutto il personale in forza alle Province, ultimamente sta con insistenza circolando la voce di esuberi, anche consistenti.
Non essendo chiaro ad oggi come verranno redistribuite le deleghe inerenti funzioni in precedenza assegnate alle province in particolare dalle regioni, allocare le risorse diventa difficile, di conseguenza le regioni non si fidano e lasciano le deleghe in capo alle province che però con i pesanti tagli subiti rischiano seriamente il default...insomma, il solito pasticcio all'italiana. Continuo a pensare che siano questi esempi che allontanano, più di ogni cosa, gli investitori stranieri dall'Italia: quale affidabilità può offrire un simile "sistema Paese"?
Etichette:
dipendenti
,
esuberi
,
funzioni
,
iter legislativo
,
L56/14
,
province
ATO acqua: rafforzare i controlli sul gestore anche nel passaggio alla Città Metropolitana
I sindaci della provincia di Genova, futura città metropolitana, chiedono che il nuovo Ente effettui controlli più stringenti in materia di gestione delle acque e maggiori verifiche sul soggetto gestore del servizio.
Etichette:
acqua
,
assemblea metropolitana
,
contratto di servizio
,
governance
,
servizi pubblici
,
sindaci
lunedì 8 dicembre 2014
Goodbye, territorio! Quale sviluppo con poteri concentrati e governance debole?
di Giuseppe Roma*
EyesReg, Vol.4, N.6 – Novembre 2014. L’intreccio appassionante fra
investimenti e territorio, fra economia dell’innovazione e luoghi
fisici della transizioni, pongono un quesito allarmante. E’ possibile lo
sviluppo, oggi sempre più legato alle città e alle maxopoli, al
protagonismo imprenditoriale regionalizzato, senza un rinnovato disegno
di governo istituzionale? L’attuale contesto spinge oggi a pensare più a vuoti di potere decentrato, con effetti negativi proprio sull’economia.
Territorio senza presidi.
Province eliminate, Camere di Commercio
azzoppate. Ora a chi tocca? Nel giro di pochi anni siamo passati dal
considerare le autonomie funzionali come baluardo dello sviluppo, dall’
esaltare la “forza del territorio” come strumento della coesione
comunitaria, allo svuotamento dei presidi di riferimento locale.Tutti
cercano,infatti, di ridurre le proprie reti decentrate: le Poste o i
Carabinieri, le banche o le Ferrovie. Resistono i blocchi d’interessi
più corposi come università e piccoli ospedali.
La ragione dichiarata di questa furia iconoclasta, supportata da una
forte pressione mediatica che ha tramortito l’opinione pubblica, risiede
nella sacrosanta campagna anti-sprechi e anti-casta.
Non possiamo affermare che queste istituzioni siano esenti da pecche.
Basti pensare alle tante Province inventate solo per moltiplicare
l’impiego pubblico, o al drenaggio di risorse camerali dirottate verso
le associazioni di cui le Camere sono espressione. Ma si tratta di
deviazioni e inconvenienti facilmente riformabili, su cui peraltro si
sono utilmente impegnati gli enti interessati, formulando adeguate
proposte.
Se dall’attualità politica, passiamo ad affrontare il tema più in
generale, la sensazione è che i provvedimenti attuali non ridisegnino
una nuova forma di governo del territorio, né rappresentino le
proiezioni “fisiche” di una rinnovata architettura istituzionale.
Siamo passati da una lontana stagione in cui tutto era distretto
(scolastico, sanitario, persino industriale e turistico) alla fase
attuale dove tutto, al contrario, si ridurrebbe – nel migliore dei casi-
ad aggregazioni volontarie (di comuni) o ad ambiti funzionali per
l’erogazione di servizi.
C’è un evidente difetto interpretativo: la funzionalità non è
paradigma sufficiente per progettare l’avvenire di vaste aree
urbanizzate, né tanto meno per risolvere adeguatamente le problematiche
dell’oggi.
Etichette:
città metropolitana
,
confini
,
Delrio
,
enti locali
,
funzioni
,
governance
,
L56/14
,
Piano area metropolitana
,
province
sabato 6 dicembre 2014
Città Metropolitana e pianificazione del territorio
di Francesco Gastaldi e Sonia Zarino
Con la legge 56/2014 (detta legge Delrio) la Città Metropolitana,
realtà istituzionale di cui si discuteva da almeno venticinque anni, è
diventata realtà e dal 1 gennaio 2015 subentrerà, con funzioni anche
nuove e diverse, alle dieci relative province, comportando rilevanti
innovazioni sui processi di governo del territorio. Il testo normativo
individua le funzioni fondamentali del nuovo ente di area vasta che
dovrà occuparsi di sviluppo economico, promozione e gestione integrata
dei servizi, infrastrutture, reti di comunicazione e le relazioni
istituzionali afferenti al proprio livello, comprese quelle a livello
europeo. La Città Metropolitana si occuperà inoltre di mobilità e
viabilità e dovrà assicurare la compatibilità e la coerenza della
pianificazione urbanistica comunale nell’ambito metropolitano.
Le Regioni dovevano già a luglio decidere quali funzioni delegare
alle città metropolitane e tuttavia, per il momento, l’accordo si è
trovato solo per quelle di tipo amministrativo. Per tutto il resto le
Regioni si sono impegnate unicamente ad “adottare le iniziative
legislative di propria competenza” entro la fine del 2014. Un impegno in
verità assai vago che lascia intendere, in filigrana, il dualismo che
si è venuto a creare tra le regioni e i nuovi enti metropolitani che,
specie in alcuni casi, hanno un peso assai elevato nelle dinamiche
politiche e socio-economiche degli ambiti regionali di appartenenza.
In attesa della riforma del titolo V della seconda parte della
Costituzione – delle relative norme di attuazione e fermo restando la
competenza regionale (articoli 114 e 117) – le Città Metropolitane
saranno governate, secondo la legge 56/2014, dal sindaco, il consiglio e
la conferenza metropolitana. Non è prevista la costituzione della
giunta, ma è data la facoltà al sindaco di nominare un vicesindaco e uno
o più consiglieri delegati. Il consiglio, l’organo d’indirizzo e
controllo, approva regolamenti, piani, programmi e approva o adotta ogni
altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano; ha altresì
potere di proposta dello statuto (attualmente in fase di redazione) e
poteri decisori finali per l’approvazione del bilancio.
Proprio le risorse appaiono il nodo attualmente più intricato in
quanto le Città Metropolitane, a fronte di un aumento del numero di
competenze “pesanti”, ereditano quelle delle province, che da alcuni
anni sono oggetto di pesante decurtazione. Posto che le Città
Metropolitane per funzionare necessitano di risorse proporzionate alle
funzioni che esse saranno chiamate a svolgere, l’utilizzo dei fondi
europei tramite i PON (Piani Operativi Nazionali) si pone così come una
importante scelta strategica: lo stanziamento previsto è di quasi 600
milioni di euro tra il 2014 e il 2020, ma riguarda solamente progetti
inerenti l’agenda digitale, la mobilità e sostenibilità urbana e
l’inclusione sociale.
Verso il Piano Territoriale Metropolitano
Il nuovo ente si occuperà di “pianificazione territoriale generale”,
comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle
infrastrutture, anche fissando vincoli e obiettivi all’attività e
all’esercizio delle funzioni dei comuni ricompresi nell’area. A tale
attribuzione si affianca la “pianificazione territoriale di
coordinamento”, nonché la “tutela e valorizzazione dell’ambiente”
ereditata dalla Provincia; un ruolo di coordinamento tra i diversi temi e
soprattutto tra i differenti piani, possibilmente con un impegno
concreto di razionalizzazione e semplificazione. Il termine
“pianificazione generale” sembra far riferimento alla possibilità di
previsioni di carattere prescrittivo e cogente, selezionando progetti e
azioni rilevanti di scala vasta e lasciando così alla strumentazione
urbanistica “tradizionale” compiti regolativi di livello
comunale/locale.
In un quadro di leggi urbanistiche e di governo del territorio in
cui, ad eccezione della regione Piemonte, le Città Metropolitane non
esistono, e fatte salve le leggi regionali che dovrebbero specificare in
dettaglio compiti e ruoli delle singole realtà istituzionali, il Piano
Territoriale Metropolitano (PTM) sarà quindi chiamato a svolgere tre
principali funzioni: strategica, di coordinamento e prescrittiva, con efficacia prevalente per ambiti e temi selezionati cercando forme di condivisione e raccordo con i comuni.
Riassumendo si può dire che il PTM potrebbe quindi avere alcune
caratteristiche del piano territoriale di coordinamento provinciale e
avere una valenza di piano strutturale per quel che riguarda l’assetto
complessivo del territorio – non incidente però sui diritti edificatori
- oltre una valenza attuativa per alcune funzioni strategiche
(infrastrutture e sistemi di livello metropolitano) da gestire tramite
accordi di programma con gli enti locali interessati. In attesa che
siano le leggi urbanistiche regionali a definire le prerogative del PTM,
saranno gli Statuti attualmente in corso di elaborazione a farsi carico
di tale definizione, dopo di che si aprirà la fase di elaborazione che
potrebbe, verosimilmente, avvalersi delle elaborazioni già prodotte
dalle province in sede di piani territoriali di coordinamento.
Etichette:
città metropolitana
,
F.Gastaldi
,
governance
,
Piani Territoriali
,
pianificazione strategica
,
Piano area metropolitana
,
piano territoriale metropolitano
,
statuto
L'ultima barricata delle Province
"Spegneremo il riscaldamento nelle scuole e non faremo manutenzione alle strade": la contromossa della Provincia se passerà la riforma così come è stata rielaborata.
Visualizza l'articolo in .pdf
Visualizza l'articolo in .pdf
Etichette:
città metropolitana
,
Delrio
,
emendamenti
,
iter legislativo
,
provincia Genova
,
risorse
Roma dia al Comune di Milano i fondi per il trasporto
Le città metropolitane alzano la voce, e chiedono che i fondi per il trasporto pubblico non debbano più passare per la Regione ma provenire direttamente dallo Stato. Un primo esempio del temuto dualismo tra città metropolitana e regione?
Etichette:
città metropolitana
,
regioni
,
risorse
,
stato
,
trasporto pubblico
venerdì 5 dicembre 2014
Provincia, i sindacati chiedono chiarimenti su città metropolitana e destino dei lavoratori
Etichette:
dipendenti
,
emendamenti
,
esuberi
,
legge stabilità
,
provincia Genova
,
risorse
Legge di Stabilità: cambiare subito verso su città metropolitane e province chiedono Doria e Burlando agli Stati generali liguri
Scoppia il nodo delle risorse il cui taglio metterebbe in seria discussione il funzionamento degli enti locali oltre a mettere a rischio l'occupazione dei dipendenti.
Visualizza l'articolo in .pdf
Parte 1
Parte 2
Etichette:
città metropolitana
,
Delrio
,
disoccupazione
,
Doria
,
finanza pubblica
,
province
,
risorse
giovedì 4 dicembre 2014
Città metropolitana, lavoratori in bilico. Possibile un taglio di 250 dipendenti
L'emendamento Bressa contenuto nella legge di stabilità prefigura una città metropolitana "leggera" prevedendo tagli consistenti di personale attualmente impiegato nelle Province (si parla del 30%). Questo però non era previsto nella legge Delrio e rimette in discussione l'operatività dei nuovi enti.
Etichette:
Bressa
,
città metropolitana
,
dipendenti
,
emendamenti
,
esuberi
,
legge stabilità
,
province
,
risorse
mercoledì 3 dicembre 2014
Nuove frane, mobilità in tilt
Il problema delle risorse si abbatte sulle province proprio quando l'emergenza metereologica evidenzia l'urgenza e la vastità del rischio idrogeologico cui il territorio è sottoposto. Come potrà una Città Metropolitana di cui non si sanno con certezza funzioni e attribuzioni far fronte a criticità tanto elevate?
Etichette:
città metropolitana
,
Fontanabuona
,
funzioni
,
rischio idrogeologico
,
risorse
Doria, due modelli possibili di città metropolitana
Due possibili i modelli per la Città Metropolitana secondo il sindaco Doria: uno in cui la città metropolitana eredita le funzioni e il personale della provincia, e un altro in cui cede risorse e funzioni ai Comuni.
Etichette:
città metropolitana
,
Delrio
,
Doria
,
governance
lunedì 1 dicembre 2014
Nei grandi centri manca la sintonia con il "globale"
Il recente rapporto sulla qualità della vita prodotto da Il Sole 24 Ore evidenzia come, ancora una volta, siano i centri urbani medio-piccoli che riportano i risultati migliori, segno che le grandi città non riescono a risolvere molti dei conflitti e delle problematicità causati, spesso, dalla mancanza della capacità di governance di situazioni complesse da parte dalle classi dirigenti e dalle pubbliche amministrazioni.
Etichette:
città metropolitana
,
classifica
,
Genova
,
governance
,
qualità della vita
Il Gruppo CAP apre il web GIS ai professionisti
Per la prima volta una azienda pubblica in Italia mette gratuitamente a disposizione la propria banca dati del sottosuolo, consentendo di accedere a un patrimonio di informazioni costantemente aggiornato.
Una iniziativa indubbiamente positiva ed importante, che va ad ampliare il panorama degli open data e apre la strada ad una sempre più stretta collaborazione tra pubblico e privato che potenzialmente va a migliorare la qualità della progettazione dei nuovi interventi sul territorio.
Etichette:
database
,
open data
,
progetti territoriali
domenica 30 novembre 2014
Da gennaio addio Provincia, il territorio resta senza custodi
La polizia provinciale non figura nell'organizzazione della città metropolitana, e se entro il 1 gennaio 2015 non verrà prevista una variazione dell'attuale ordinamento, nessuno vigilerà più sulle discariche abusive, sul bracconaggio, sulla pesca di frodo, ecc.
Etichette:
città metropolitana
,
polizia provinciale
Gli architetti: ora solo riuso e più atenzione alle periferie
Il convegno a Sestri Levante su città metropolitana e pianificazione ha fatto emergere le non poche criticità di una pianificazione fortemente sbilanciata sulla necessità di applicare una miriade di normative spesso farraginose e poco aderenti all'evoluzione rapida della realtà socio-economica.
Etichette:
città metropolitana
,
convegno
,
pianificazione
,
pianificazione strategica
,
statuto
sabato 29 novembre 2014
San Colombano, danni per 5 milioni. Doria visita le zone più colpite.
Etichette:
alluvione
,
Fontanabuona
,
sindaco metropolitano
Anche Uscio e Avegno decidono di "sposarsi"
Altri due Comuni del Golfo Paradiso hanno deciso di dare vita ad una unione che, nelle intenzioni delle due Amministrazioni, servirà a migliorare le sinergie reciproche e ad allentare i vincoli del patto di stabilità.
venerdì 28 novembre 2014
Le emergenze e le energia della Val Fontanabuona nella visita di Marco Doria
Il Sindaco Metropolitano in visita nella valle colpita dall'alluvione, nella speranza di un futuro rilancio delle attività economiche.
Visualizza l'articolo in .pdf
Visualizza l'articolo in .pdf
Etichette:
alluvione
,
Doria
,
Fontanabuona
,
sviluppo economico
giovedì 27 novembre 2014
Province: più carrozzoni di prima
La recente formulazione della legge di stabilità pone una pesante ipoteca sull'occupazione dei dipendenti delle province, dopo che per mesi si era assicurato che non vi sarebbero stati problemi nel ricollocare tutti i lavoratori. Inoltre la carenza di risorse mette a rischio i servizi erogati ai cittadini.
Etichette:
città metropolitana
,
Delrio
,
dipendenti
,
disoccupazione
,
iter legislativo
,
province
,
risorse
martedì 25 novembre 2014
La Liguria al palo: Bankitalia fotografa la lunga crisi dell'economia
Un ritratto preoccupante di una economia ferma e per così dire apatica, caratterizzata da una diminuzione delle forze di lavoro che la indebolisce ulteriormente.
Visualizza l'articolo in .pdf
Visualizza l'articolo in .pdf
Etichette:
Bankitalia
,
crisi economica
,
Liguria
,
rapporto
domenica 23 novembre 2014
Il (contestato) mea culpa di Fassino. "Sulle province abbiamo sbagliato"
Che la riforma degli enti locali e, in particolare, che l'abolizione delle province fosse prima di tutto più una esigenza di immagine che di reale volontà di razionalizzare gli enti locali lo avevamo già capito e anche detto, ora dopo Bersani anche Fassino fa retromarcia e si accorge che la legge Delrio lascia irrisolte numerose questioni, in primis quello del taglio delle risorse per servizi reali che le province forniscono ai territori: la manutenzione delle strade, la gestione degli edifici scolastici superiori, la manutenzione del territorio, ad esempio. Ed ora? Chi assicurerà queste funzioni? Per ora le regioni non si decidono a effettuare le scelte necessarie, le risorse non arrivano e i territori pagano le conseguenze dell'incertezza e dei mancati interventi.
Invece che procedere ad una revisione degli enti locali partendo da una seria analisi funzionale, si è proceduto alla (imperfetta) abolizione delle province, usando un criterio che non serve a dare risposte vere ai quesiti dello sviluppo territoriale delle grandi agglomerazioni urbane.
Etichette:
città metropolitana
,
Fassino
,
funzioni
,
province
,
servizi pubblici
,
spending review
sabato 22 novembre 2014
Lo Statuto della Città Metropolitana: la proposta dell'ANCI
L'ANCI ha elaborato una proposta di Statuto sul quale i vari consigli metropolitani stanno lavorando per giungere alle rispettive formulazioni che dovanno essere approvate prima dell'entrata in vigore del nuovo ente, che avverrà il 1 gennaio 2015.
Visualizza lo schema di Statuto
Visualizza lo schema di Statuto
Etichette:
Anci
,
città metropolitana
,
statuto
giovedì 20 novembre 2014
Periferie: rivoluzioni in corso? Intervista a Roger Keil
Articolo del dossier Suburban Revolution. Periferie al centro, lavori in corso
di Chiara Buongiovanni
di Chiara Buongiovanni
In questo tempo “caldo” per le smart city, viene in mente un’impressione un po’ ardita. “Tutte le città intelligenti si somigliano; ogni periferia è invece creativa a modo suo”.
Per dei versi, la nostra percezione un po’ questa: le periferie
avanzano e prendono il palco nel discorso sulla smart city, non solo con
i loro problemi e le loro istanze, ma anche con la loro predisposizione
a generare innovazione sociale genuinamente originale e forse una nuova
coscienza politica. Ne abbiamo parlato con Roger Keil,
professore di scienze politiche alla York University, in Canada.
Coordinatore di un gruppo di ricerca internazionale sulle periferie,
Roger ha coniato il nome “Suburban Revolution” perché dice “più andiamo
avanti, più ci rendiamo conto che quella che Lefevbre ha definito
negli anni ’70 la “urban revolution” è in realtà una rivoluzione suburbana per proporzioni, temi e istanze”. E’
da loro che abbiamo mutuato il titolo del nostro primo appuntamento
sulle periferie a Smart City Exhibition ed è con Roger che apriamo il
nostro lavoro di approfondimento. Ecco la sintesi di una skype call
Roma – Toronto, per aprire oggi il nostro lavoro sulle periferie.
Chi parla?
Sono Roger Keil, sono professore di Scienze politiche alla York University di Toronto dove coordino il gruppo di ricerca internazionale Global Suburbanism. Governance, Land and Infrastructure in the 21st Century”.
Sono Roger Keil, sono professore di Scienze politiche alla York University di Toronto dove coordino il gruppo di ricerca internazionale Global Suburbanism. Governance, Land and Infrastructure in the 21st Century”.
Nella vostra ricerca ipotizzate che stiamo attraversando una
“Rivoluzione suburbana”. Cosa significa questo per la realtà europea?
Quello che da tempo chiamiamo Urban Revolution (rivoluzione urbana) è in realtà una rivoluzione suburbana. Più andiamo avanti e più ce ne rendiamo conto e sarà ancora più evidente per le prossime generazioni. La stragrande maggioranza della popolazione vive nelle periferie. Parliamo di “Revolution” per mantenere l’enfasi molto presente nei discorsi legati alla dimensione urbana: dalla “rivoluzione urbana” al secolo urbano”. In realtà le dinamiche urbane dal Medio Evo in poi sono dinamiche piuttosto “evolutive” e in contesti come quello europeo stiamo assistendo a dinamiche contrarie: persone che piuttosto si allontanano dalla città, tanto che c’è chi parla di “fine dell’urbanizzazione”. Ma è anche vero che si tratta di un processo rivoluzionario per altre zone del mondo: dalla Cina all’India alla stessa Europa dell’est dopo la caduta del Muro. Si tratta di un processo che ha interessato soprattutto l’ultima generazione ed è rivoluzionario nel senso che sta cambiando tutto: il modo in cui la gente vive, la struttura economica, le struttura spaziale e delle relazioni, l’utilizzo della terra e delle risorse. E questo è qualcosa che possiamo osservare pressoché dovunque.
Quello che da tempo chiamiamo Urban Revolution (rivoluzione urbana) è in realtà una rivoluzione suburbana. Più andiamo avanti e più ce ne rendiamo conto e sarà ancora più evidente per le prossime generazioni. La stragrande maggioranza della popolazione vive nelle periferie. Parliamo di “Revolution” per mantenere l’enfasi molto presente nei discorsi legati alla dimensione urbana: dalla “rivoluzione urbana” al secolo urbano”. In realtà le dinamiche urbane dal Medio Evo in poi sono dinamiche piuttosto “evolutive” e in contesti come quello europeo stiamo assistendo a dinamiche contrarie: persone che piuttosto si allontanano dalla città, tanto che c’è chi parla di “fine dell’urbanizzazione”. Ma è anche vero che si tratta di un processo rivoluzionario per altre zone del mondo: dalla Cina all’India alla stessa Europa dell’est dopo la caduta del Muro. Si tratta di un processo che ha interessato soprattutto l’ultima generazione ed è rivoluzionario nel senso che sta cambiando tutto: il modo in cui la gente vive, la struttura economica, le struttura spaziale e delle relazioni, l’utilizzo della terra e delle risorse. E questo è qualcosa che possiamo osservare pressoché dovunque.
Etichette:
innovazione
,
periferia
,
smart city
,
sociologia
mercoledì 19 novembre 2014
Città metropolitane e qualità della vita: Genova avanti piano tra modelli del passato e nuove tendenze del futuro
Genova appare oggi come una città dove la qualità della vita è basata in
larga parte su fattori di tipo tradizionale che però appaiono in crisi mentre
non riesce a realizzare compiutamente delle spinte verso quei modelli più
innovativi degli stili di vita che connotano, oggi, le città maggiormente
dinamiche ed attrattive. Eppure Genova, insieme al suo territorio, presentano molte potenzialità in campo
socio-culturale e ambientale che dovrebbero essere valorizzate per far giungere capitale umano e attività ad alto valore aggiunto.
Il quarto elemento che lo studio ICity
Rate 2014* prende in considerazione è la qualità della vita, un parametro che
riassume molti aspetti che determinano l’attrattività di una città per come ci
si abita.
Genova, come evidenziato dal
grafico, si posiziona al quinto posto, a metà di una classifica che vede sul
podio Bologna, seguita da Firenze e Venezia, splendide città dove l’arte, la
cultura, la qualità dei servizi e, in una parola, lo stile di vita, sono
diventate un paradigma nel mondo. Roma, per inciso, è quarta e rientra comunque
nella categoria delle città d’arte che occupano la parte alta della classifica.
I fattori “standard” che misurano
la qualità della vita sono le opportunità di lavoro presenti nel territorio, la
coesione sociale (i livelli di assistenza ai cittadini indigenti), la sicurezza,
la cura dell’infanzia, l’assistenza sanitaria e l’assistenza agli anziani.
I fattori “smart” che misurano la
qualità della vita sono l’attrattività (cultura, spettacoli, intrattenimento,
ecc.), le infrastrutture di connessione alla Rete, l’internazionalizzazione
culturale (valore delle esportazioni dei prodotti delle attività artistiche,
creative e di intrattenimento), l’offerta di intrattenimenti (addetti unità
locali), i servizi di connessione residenziale (ADSL), il livello di sharing
economy (diffusione di spazi per il coworking, GAS, carpooling, ecc.).
Esaminando i fattori standard,
registriamo che Genova è quinta anche per quel che riguarda le opportunità di
lavoro offerte ai suoi cittadini, dopo Firenze, Milano, Bologna e Venezia, ma
prima di Torino e Roma. Genova è quinta anche per quel che riguarda la coesione
sociale e la cura dell’infanzia, settori fortemente in crisi a causa della
riduzione delle risorse verso gli enti locali da parte dello Stato centrale.
Genova fa leggermente meglio (si
posiziona quarta) nel settore della cura agli anziani, che dispongono di una
assistenza domiciliare assai capillare, mentre l’assistenza sanitaria registra
una performance assai deludente, e vede Genova al penultimo posto della
classifica a causa del fenomeno dell’emigrazione verso altre regioni per motivi
di cura. Per quel che riguarda il fattore sicurezza, infine, Genova è sesta e
presenta un indice di microcriminalità tutt’altro che trascurabile, venendo
subito dopo le grandi città del nord.
Per quel che concerne i fattori
smart Genova si posiziona al quarto posto quel che riguarda l’attrattività dopo
Firenze, Venezia e Roma, rivelando un buon potenziale di miglioramento. Genova
possiede molte delle caratteristiche delle città meglio posizionate (capitale
culturale e artistico, spazi centrali pedonalizzati, e in più un ambiente naturale
solo in parte valorizzato: mare, riviere, colline, panorami, ecc.).
Genova è terza per quel che
riguarda l’offerta di intrattenimenti dopo Roma e Milano, un dato che sfata
decisamente l’immagine un po’ grigia e dimessa dei cittadini genovesi che al
contrario sono assidui frequentatori di spettacoli teatrali, concerti e di
eventi culturali quali mostre e conferenze.
Questo interesse per la cultura e
gli spettacoli resta una attività che non si irradia al di fuori dell’ambito
locale, come testimonia il sesto posto occupato da Genova per quel che concerne
l’internazionalizzazione culturale, l’indice cioè che esprime il valore delle
esportazioni dei prodotti delle attività artistiche, creative e di
intrattenimento. I genovesi amano la cultura, ma non la vedono come un potenziale
business.
Tra i fattori presi in esame in
questo capitolo sulla qualità della vita rientrano anche le infrastrutture di
connessione alla Rete e i servizi di connessione residenziale (ADSL). Genova è
rispettivamente al quinto e al quarto posto, ponendosi davanti a città anche
molto più grandi in termini di popolazione ed estensione.
L’ultimo fattore preso in esame è
la sharing economy o economia
collaborativa tramite la quale viene data la possibilità di utilizzare un bene
senza doverlo per forza acquistare. Tipici esempi di questo modello sono
appunto gli spazi per il coworking, il cohousing, lo sharing di cose
(biciclette, auto, utensili, ecc.), dalle più semplici alle più complesse.
Genova si pone per quel che
concerne questo fattore al sesto posto, dopo le maggiori città del nord e dopo
Roma, la capitale, che sono i centri dove questo tipo di innovazione ha fatto
più presa anche per via della crisi economica accentuata specie nelle grandi
aggregazioni urbane. Da notare che proprio su questo nuovo modello economico si
stanno concentrando le attenzioni di noti economisti (J. Rifkin è uno di
questi) che considerano la sharing
economy una delle modalità del futuro. Genova si rivela su questo terreno assai indietro, ma dovrà recuperare il distacco per non perdere delle importanti occasioni di rinnovamento del modello socio-economico che si dimostra per molti versi ormai in crisi strutturale.
* “ICity Rate 2014 - La classifica delle città intelligenti
italiane, seconda edizione” – Ottobre 2014, realizzata da FORUM PA.
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)