Genova appare oggi come una città dove la qualità della vita è basata in
larga parte su fattori di tipo tradizionale che però appaiono in crisi mentre
non riesce a realizzare compiutamente delle spinte verso quei modelli più
innovativi degli stili di vita che connotano, oggi, le città maggiormente
dinamiche ed attrattive. Eppure Genova, insieme al suo territorio, presentano molte potenzialità in campo
socio-culturale e ambientale che dovrebbero essere valorizzate per far giungere capitale umano e attività ad alto valore aggiunto.
Il quarto elemento che lo studio ICity
Rate 2014* prende in considerazione è la qualità della vita, un parametro che
riassume molti aspetti che determinano l’attrattività di una città per come ci
si abita.
Genova, come evidenziato dal
grafico, si posiziona al quinto posto, a metà di una classifica che vede sul
podio Bologna, seguita da Firenze e Venezia, splendide città dove l’arte, la
cultura, la qualità dei servizi e, in una parola, lo stile di vita, sono
diventate un paradigma nel mondo. Roma, per inciso, è quarta e rientra comunque
nella categoria delle città d’arte che occupano la parte alta della classifica.
I fattori “standard” che misurano
la qualità della vita sono le opportunità di lavoro presenti nel territorio, la
coesione sociale (i livelli di assistenza ai cittadini indigenti), la sicurezza,
la cura dell’infanzia, l’assistenza sanitaria e l’assistenza agli anziani.
I fattori “smart” che misurano la
qualità della vita sono l’attrattività (cultura, spettacoli, intrattenimento,
ecc.), le infrastrutture di connessione alla Rete, l’internazionalizzazione
culturale (valore delle esportazioni dei prodotti delle attività artistiche,
creative e di intrattenimento), l’offerta di intrattenimenti (addetti unità
locali), i servizi di connessione residenziale (ADSL), il livello di sharing
economy (diffusione di spazi per il coworking, GAS, carpooling, ecc.).
Esaminando i fattori standard,
registriamo che Genova è quinta anche per quel che riguarda le opportunità di
lavoro offerte ai suoi cittadini, dopo Firenze, Milano, Bologna e Venezia, ma
prima di Torino e Roma. Genova è quinta anche per quel che riguarda la coesione
sociale e la cura dell’infanzia, settori fortemente in crisi a causa della
riduzione delle risorse verso gli enti locali da parte dello Stato centrale.
Genova fa leggermente meglio (si
posiziona quarta) nel settore della cura agli anziani, che dispongono di una
assistenza domiciliare assai capillare, mentre l’assistenza sanitaria registra
una performance assai deludente, e vede Genova al penultimo posto della
classifica a causa del fenomeno dell’emigrazione verso altre regioni per motivi
di cura. Per quel che riguarda il fattore sicurezza, infine, Genova è sesta e
presenta un indice di microcriminalità tutt’altro che trascurabile, venendo
subito dopo le grandi città del nord.
Per quel che concerne i fattori
smart Genova si posiziona al quarto posto quel che riguarda l’attrattività dopo
Firenze, Venezia e Roma, rivelando un buon potenziale di miglioramento. Genova
possiede molte delle caratteristiche delle città meglio posizionate (capitale
culturale e artistico, spazi centrali pedonalizzati, e in più un ambiente naturale
solo in parte valorizzato: mare, riviere, colline, panorami, ecc.).
Genova è terza per quel che
riguarda l’offerta di intrattenimenti dopo Roma e Milano, un dato che sfata
decisamente l’immagine un po’ grigia e dimessa dei cittadini genovesi che al
contrario sono assidui frequentatori di spettacoli teatrali, concerti e di
eventi culturali quali mostre e conferenze.
Questo interesse per la cultura e
gli spettacoli resta una attività che non si irradia al di fuori dell’ambito
locale, come testimonia il sesto posto occupato da Genova per quel che concerne
l’internazionalizzazione culturale, l’indice cioè che esprime il valore delle
esportazioni dei prodotti delle attività artistiche, creative e di
intrattenimento. I genovesi amano la cultura, ma non la vedono come un potenziale
business.
Tra i fattori presi in esame in
questo capitolo sulla qualità della vita rientrano anche le infrastrutture di
connessione alla Rete e i servizi di connessione residenziale (ADSL). Genova è
rispettivamente al quinto e al quarto posto, ponendosi davanti a città anche
molto più grandi in termini di popolazione ed estensione.
L’ultimo fattore preso in esame è
la sharing economy o economia
collaborativa tramite la quale viene data la possibilità di utilizzare un bene
senza doverlo per forza acquistare. Tipici esempi di questo modello sono
appunto gli spazi per il coworking, il cohousing, lo sharing di cose
(biciclette, auto, utensili, ecc.), dalle più semplici alle più complesse.
Genova si pone per quel che
concerne questo fattore al sesto posto, dopo le maggiori città del nord e dopo
Roma, la capitale, che sono i centri dove questo tipo di innovazione ha fatto
più presa anche per via della crisi economica accentuata specie nelle grandi
aggregazioni urbane. Da notare che proprio su questo nuovo modello economico si
stanno concentrando le attenzioni di noti economisti (J. Rifkin è uno di
questi) che considerano la sharing
economy una delle modalità del futuro. Genova si rivela su questo terreno assai indietro, ma dovrà recuperare il distacco per non perdere delle importanti occasioni di rinnovamento del modello socio-economico che si dimostra per molti versi ormai in crisi strutturale.
* “ICity Rate 2014 - La classifica delle città intelligenti
italiane, seconda edizione” – Ottobre 2014, realizzata da FORUM PA.
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