a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

mercoledì 19 novembre 2014

Città metropolitane e qualità della vita: Genova avanti piano tra modelli del passato e nuove tendenze del futuro


Genova appare oggi come una città dove la qualità della vita è basata in larga parte su fattori di tipo tradizionale che però appaiono in crisi mentre non riesce a realizzare compiutamente delle spinte verso quei modelli più innovativi degli stili di vita che connotano, oggi, le città maggiormente dinamiche ed attrattive. Eppure Genova, insieme al suo territorio, presentano molte potenzialità in campo socio-culturale e ambientale che dovrebbero essere valorizzate per far giungere capitale umano e attività ad alto valore aggiunto.

Il quarto elemento che lo studio ICity Rate 2014* prende in considerazione è la qualità della vita, un parametro che riassume molti aspetti che determinano l’attrattività di una città per come ci si abita.

Genova, come evidenziato dal grafico, si posiziona al quinto posto, a metà di una classifica che vede sul podio Bologna, seguita da Firenze e Venezia, splendide città dove l’arte, la cultura, la qualità dei servizi e, in una parola, lo stile di vita, sono diventate un paradigma nel mondo. Roma, per inciso, è quarta e rientra comunque nella categoria delle città d’arte che occupano la parte alta della classifica.

I fattori “standard” che misurano la qualità della vita sono le opportunità di lavoro presenti nel territorio, la coesione sociale (i livelli di assistenza ai cittadini indigenti), la sicurezza, la cura dell’infanzia, l’assistenza sanitaria e l’assistenza agli anziani.

I fattori “smart” che misurano la qualità della vita sono l’attrattività (cultura, spettacoli, intrattenimento, ecc.), le infrastrutture di connessione alla Rete, l’internazionalizzazione culturale (valore delle esportazioni dei prodotti delle attività artistiche, creative e di intrattenimento), l’offerta di intrattenimenti (addetti unità locali), i servizi di connessione residenziale (ADSL), il livello di sharing economy (diffusione di spazi per il coworking, GAS, carpooling, ecc.).

Esaminando i fattori standard, registriamo che Genova è quinta anche per quel che riguarda le opportunità di lavoro offerte ai suoi cittadini, dopo Firenze, Milano, Bologna e Venezia, ma prima di Torino e Roma. Genova è quinta anche per quel che riguarda la coesione sociale e la cura dell’infanzia, settori fortemente in crisi a causa della riduzione delle risorse verso gli enti locali da parte dello Stato centrale.

Genova fa leggermente meglio (si posiziona quarta) nel settore della cura agli anziani, che dispongono di una assistenza domiciliare assai capillare, mentre l’assistenza sanitaria registra una performance assai deludente, e vede Genova al penultimo posto della classifica a causa del fenomeno dell’emigrazione verso altre regioni per motivi di cura. Per quel che riguarda il fattore sicurezza, infine, Genova è sesta e presenta un indice di microcriminalità tutt’altro che trascurabile, venendo subito dopo le grandi città del nord.

Per quel che concerne i fattori smart Genova si posiziona al quarto posto quel che riguarda l’attrattività dopo Firenze, Venezia e Roma, rivelando un buon potenziale di miglioramento. Genova possiede molte delle caratteristiche delle città meglio posizionate (capitale culturale e artistico, spazi centrali pedonalizzati, e in più un ambiente naturale solo in parte valorizzato: mare, riviere, colline, panorami, ecc.).

Genova è terza per quel che riguarda l’offerta di intrattenimenti dopo Roma e Milano, un dato che sfata decisamente l’immagine un po’ grigia e dimessa dei cittadini genovesi che al contrario sono assidui frequentatori di spettacoli teatrali, concerti e di eventi culturali quali mostre e conferenze. 

Questo interesse per la cultura e gli spettacoli resta una attività che non si irradia al di fuori dell’ambito locale, come testimonia il sesto posto occupato da Genova per quel che concerne l’internazionalizzazione culturale, l’indice cioè che esprime il valore delle esportazioni dei prodotti delle attività artistiche, creative e di intrattenimento. I genovesi amano la cultura, ma non la vedono come un potenziale business.

Tra i fattori presi in esame in questo capitolo sulla qualità della vita rientrano anche le infrastrutture di connessione alla Rete e i servizi di connessione residenziale (ADSL). Genova è rispettivamente al quinto e al quarto posto, ponendosi davanti a città anche molto più grandi in termini di popolazione ed estensione.

L’ultimo fattore preso in esame è la sharing economy o economia collaborativa tramite la quale viene data la possibilità di utilizzare un bene senza doverlo per forza acquistare. Tipici esempi di questo modello sono appunto gli spazi per il coworking, il cohousing, lo sharing di cose (biciclette, auto, utensili, ecc.), dalle più semplici alle più complesse.
Genova si pone per quel che concerne questo fattore al sesto posto, dopo le maggiori città del nord e dopo Roma, la capitale, che sono i centri dove questo tipo di innovazione ha fatto più presa anche per via della crisi economica accentuata specie nelle grandi aggregazioni urbane. Da notare che proprio su questo nuovo modello economico si stanno concentrando le attenzioni di noti economisti (J. Rifkin è uno di questi) che considerano la sharing economy una delle modalità del futuro. Genova si rivela su questo terreno assai indietro, ma dovrà recuperare il distacco per non perdere delle importanti occasioni di rinnovamento del modello socio-economico che si dimostra per molti versi ormai in crisi strutturale.

* “ICity Rate 2014 - La classifica delle città intelligenti italiane, seconda edizione” – Ottobre 2014, realizzata da FORUM PA.

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