Il territorio genovese possiede un buon grado di accessibilità
infrastrutturale, ma il suo tallone d’Achille è rappresentato dal trasporto
pubblico locale e dalla congestione correlata al suo mediocre funzionamento.
Possibili soluzioni? Una migliore organizzazione ed integrazione dei diversi
mezzi di trasporto su gomma e su ferro, ricomprendendo le nuove forme di mobilità alternativa, quali l’uso
della bicicletta, il car sharing, il car pooling, ecc.
Continuiamo il nostro viaggio
nella ricerca ICity Rate 2014* prendendo in considerazione la mobilità, un
elemento di primaria importanza per classificare le città metropolitane che
sulla mobilità e sul grado di accessibilità verso attività e servizi fondano gran
parte del loro funzionamento.
Genova, come evidenziato dal
grafico, si posizione nella parte medio-bassa della classifica, risultando
settima tra le città metropolitane italiane, prima però di città come Roma o
Milano che scontano probabilmente una congestione da traffico particolarmente
elevata.
I fattori “standard” che misurano
l’efficienza del sistema della mobilità sono l’accessibilità aerea,
l’accessibilità terrestre, la fluidità dell’assetto territoriale (tempi di
percorrenza), il livello di incidentalità, la possibilità di effettuare scambi
intermodali tra mezzi privati e mezzi pubblici, l’offerta di trasporto pubblico
locale (TPL).
I fattori “smart” che misurano
l’innovazione nel settore della mobilità sono il livello di adeguamento
ecologico delle autovetture, la ciclabilità, le limitazioni al traffico, il
livello di mobilità alternativa, la mobilità sostenibile e l’uso di infomobilità,
la propensione all’uso dei mezzi pubblici.
Tra i fattori standard, Genova è
al terzo posto per quel che riguarda l’accessibilità terrestre ed aerea e per
l’interscambio modale tra veicoli privati e veicoli pubblici, mentre le
posizioni di testa sono rispettivamente tenute da Bologna, Roma e Venezia.
Genova è terz’ultima per quel che
riguarda la fluidità territoriale, ossia il fattore che misura quanto tempo
mediamente le persone impiegano ogni giorno per i tragitti casa-lavoro, ed è
sesta per l’offerta di trasporto pubblico locale (nonostante i biglietti siano
tra i più cari d’Italia).
Genova è infine, e questo è un
fattore positivo, tra le città con il più basso indice di incidentalità (il
poco invidiabile primato spetta a Napoli), ed è “battuta” solo da Milano che ha
il più basso indice tra le CM italiane.
Tra i fattori smart Genova è
seconda in classifica per l’uso della mobilità “alternativa” e per servizi alla
mobilità sostenibile e all’infomobilità rispettivamente dopo Milano e Bologna. Da
questo punto di vista osserviamo che il car sharing si è affermato molto a Genova,
facendone una della città italiane che maggiormente utilizza questo servizio. Genova
risulta tuttavia ultima per ciclabilità a causa della ben nota carenza di piste
dedicate a questa modalità di spostamento.
Genova è quinta per quel che
riguarda il rinnovo del parco di vetture circolanti, che risultano tra le più
obsolete delle grandi città del nord Italia ed è quinta anche per la
propensione all’uso dei mezzi pubblici, la cui offerta come abbiamo visto non è
particolarmente brillante. Genova infine è terza dopo Milano e Firenze per le
limitazioni imposte al traffico privato, misurate in termini di ZTL rapportate
alla superficie territoriale.
Complessivamente la fotografia
della mobilità genovese appare caratterizzata da performance non
particolarmente brillanti e occorre lavorare molto specie su alcuni aspetti che
necessitano una sostanziale correzione.
Uno degli aspetti da migliorare è
indubbiamente quello dei tempi di percorrenza casa-lavoro, che penalizzano i cittadini genovesi (così come quelli milanesi e romani) rispetto a quelli delle altre CM, e
che va visto insieme all’altro aspetto da migliorare che è l’offerta di
trasporto pubblico, in quanto i due fattori sono collegati. Una offerta di TPL non
ottimale spinge all’uso del mezzo privato e la conseguenza è l’aumento della
congestione e quindi dei tempi di percorrenza complessivi, tanto per i mezzi
privati quanto per quelli pubblici. L’utilizzo di corsie protette e semafori
“intelligenti” ad esempio potrebbero aumentare la propensione all’uso del mezzo
pubblico migliorando i parametri corrispondenti.
L’accessibilità è invece uno dei
fattori di cui Genova è meglio dotata, ma a questa potenzialità non fa
riscontro un adeguato utilizzo della rete esistente che è scarsamente
interconnessa (basti pensare al caso dell’aeroporto cittadino che non possiede
un collegamento diretto con le maggiori stazioni ferroviarie). Un migliore e
più articolato sistema di parcheggi di interscambio in corrispondenza delle uscite
autostradali, connesso con un altrettanto efficiente sistema di linee di TPL
dovrebbe, a livello di città metropolitana, migliorare la vivibilità dei centri
urbani che sono spesso congestionati non solo nel centro di Genova ma anche
nelle città della provincia (si pensi ad esempio a Rapallo).
* “ICity Rate 2014 - La classifica delle città intelligenti
italiane, seconda edizione” – Ottobre 2014, realizzata da FORUM PA
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