a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

domenica 16 novembre 2014

Mobilità: L’area di Genova non brilla tra le città metropolitane



Il territorio genovese possiede un buon grado di accessibilità infrastrutturale, ma il suo tallone d’Achille è rappresentato dal trasporto pubblico locale e dalla congestione correlata al suo mediocre funzionamento. Possibili soluzioni? Una migliore organizzazione ed integrazione dei diversi mezzi di trasporto su gomma e su ferro, ricomprendendo le nuove forme di mobilità alternativa, quali l’uso della bicicletta, il car sharing, il car pooling, ecc.



Continuiamo il nostro viaggio nella ricerca ICity Rate 2014* prendendo in considerazione la mobilità, un elemento di primaria importanza per classificare le città metropolitane che sulla mobilità e sul grado di accessibilità verso attività e servizi fondano gran parte del loro funzionamento.

Genova, come evidenziato dal grafico, si posizione nella parte medio-bassa della classifica, risultando settima tra le città metropolitane italiane, prima però di città come Roma o Milano che scontano probabilmente una congestione da traffico particolarmente elevata.

I fattori “standard” che misurano l’efficienza del sistema della mobilità sono l’accessibilità aerea, l’accessibilità terrestre, la fluidità dell’assetto territoriale (tempi di percorrenza), il livello di incidentalità, la possibilità di effettuare scambi intermodali tra mezzi privati e mezzi pubblici, l’offerta di trasporto pubblico locale (TPL).

I fattori “smart” che misurano l’innovazione nel settore della mobilità sono il livello di adeguamento ecologico delle autovetture, la ciclabilità, le limitazioni al traffico, il livello di mobilità alternativa, la mobilità sostenibile e l’uso di infomobilità, la propensione all’uso dei mezzi pubblici.

Tra i fattori standard, Genova è al terzo posto per quel che riguarda l’accessibilità terrestre ed aerea e per l’interscambio modale tra veicoli privati e veicoli pubblici, mentre le posizioni di testa sono rispettivamente tenute da Bologna, Roma e Venezia.

Genova è terz’ultima per quel che riguarda la fluidità territoriale, ossia il fattore che misura quanto tempo mediamente le persone impiegano ogni giorno per i tragitti casa-lavoro, ed è sesta per l’offerta di trasporto pubblico locale (nonostante i biglietti siano tra i più cari d’Italia). 

Genova è infine, e questo è un fattore positivo, tra le città con il più basso indice di incidentalità (il poco invidiabile primato spetta a Napoli), ed è “battuta” solo da Milano che ha il più basso indice tra le CM italiane.

Tra i fattori smart Genova è seconda in classifica per l’uso della mobilità “alternativa” e per servizi alla mobilità sostenibile e all’infomobilità rispettivamente dopo Milano e Bologna. Da questo punto di vista osserviamo che il car sharing si è affermato molto a Genova, facendone una della città italiane che maggiormente utilizza questo servizio. Genova risulta tuttavia ultima per ciclabilità a causa della ben nota carenza di piste dedicate a questa modalità di spostamento.

Genova è quinta per quel che riguarda il rinnovo del parco di vetture circolanti, che risultano tra le più obsolete delle grandi città del nord Italia ed è quinta anche per la propensione all’uso dei mezzi pubblici, la cui offerta come abbiamo visto non è particolarmente brillante. Genova infine è terza dopo Milano e Firenze per le limitazioni imposte al traffico privato, misurate in termini di ZTL rapportate alla superficie territoriale.

Complessivamente la fotografia della mobilità genovese appare caratterizzata da performance non particolarmente brillanti e occorre lavorare molto specie su alcuni aspetti che necessitano una sostanziale correzione.

Uno degli aspetti da migliorare è indubbiamente quello dei tempi di percorrenza casa-lavoro, che penalizzano i cittadini genovesi (così come quelli milanesi e romani) rispetto a quelli delle altre CM, e che va visto insieme all’altro aspetto da migliorare che è l’offerta di trasporto pubblico, in quanto i due fattori sono collegati. Una offerta di TPL non ottimale spinge all’uso del mezzo privato e la conseguenza è l’aumento della congestione e quindi dei tempi di percorrenza complessivi, tanto per i mezzi privati quanto per quelli pubblici. L’utilizzo di corsie protette e semafori “intelligenti” ad esempio potrebbero aumentare la propensione all’uso del mezzo pubblico migliorando i parametri corrispondenti.

L’accessibilità è invece uno dei fattori di cui Genova è meglio dotata, ma a questa potenzialità non fa riscontro un adeguato utilizzo della rete esistente che è scarsamente interconnessa (basti pensare al caso dell’aeroporto cittadino che non possiede un collegamento diretto con le maggiori stazioni ferroviarie). Un migliore e più articolato sistema di parcheggi di interscambio in corrispondenza delle uscite autostradali, connesso con un altrettanto efficiente sistema di linee di TPL dovrebbe, a livello di città metropolitana, migliorare la vivibilità dei centri urbani che sono spesso congestionati non solo nel centro di Genova ma anche nelle città della provincia (si pensi ad esempio a Rapallo).

* “ICity Rate 2014 - La classifica delle città intelligenti italiane, seconda edizione” – Ottobre 2014, realizzata da FORUM PA

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