di F. Q. | 10 novembre 2014
“Si aboliscono le Province o gli spartineve?”. E’ Pierluigi Bersani, ex leader del Partito democratico a criticare la riforma del collega e compagno di partito Graziano Delrio. E’
la lunga odissea delle province in Italia: enti di secondo livello
prima aboliti a parole, poi ridimensionati e infine, con la legge di
stabilità, azzoppati dal taglio dei fondi che gli impediscono di
adempiere alle loro funzioni principali. E a farsi portavoce del
grido di allarme che viene dalle realtà locali è l’ex segretario
democratico ed esponente della minoranza Pd. “Non è facile smontare
questo tsunami di demagogia”, ha detto all’incontro i sindaci della
provincia di Piacenza e i parlamentari, “ma non siamo disposti ad
accettare una situazione simile”. Proprio il direttore generale
dell’ente, Vittorio Silva, ha annunciato il blocco del
contratto quadro che avrebbe garantito la manutenzione della rete
stradale provinciale, pari a 1.111 chilometri di strade e il rischio
dopo i tagli previsti dalla legge di stabilità, anche per il
riscaldamento nelle scuole.
Meno di una settimana fa i rappresentanti delle Province hanno incontrato il governo e lanciato un appello perché la riforma sia applicata davvero. A creare problemi è il mancato passaggio di competenze di cui avrebbero dovuto essere responsabili le Regioni. Gli enti di secondo livello si trovano a doversi occupare delle vecchie funzioni, ma con un budget dimezzato.
“Cosi non può andare”, ha detto Bersani, “perché i dati sono
impressionanti. Quando ho visto la Finanziaria ho detto: pregate che non
nevichi. Ho visto le tabelle che riguardano le province e ci sono
situazioni anche peggiori. Qui bisogna capire se abbiamo voluto abolire
le province o gli spartineve? Ma questo è il frutto avvelenato di una malattia: l’ideologia.
E di una bolla demagogica micidiale che su questo tema, invece di
essere preso dall’alto doveva essere preso nello specifico e in
prospettiva di area vasta”. In questo modo, ha aggiunto “abbiamo solo
sbaraccato e detto ai sindaci: pensateci voi. Ora non resta che prendere
tempo, trovare i soldi, perché non vedo altra soluzione. Non sono
comunque disposto ad accettarlo. Bisogna reagire.
Quando arriverò a Roma tirerò qualche accidente”. D’accordo con la
protesta di Bersani anche gli altri due parlamentari piacentini del Pd,
Maurizio Migliavacca e Marco Bergonzi.
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