Occorre preservare quello che si può
definire un vero e proprio patrimonio per il nostro territorio, caratterizzato
da una qualità ambientale che opportunamente valorizzata costituirebbe un
importante fattore di sviluppo economico.
Proseguiamo con questo articolo l’analisi
dei fattori che rendono più o meno “smart” la città metropolitana di Genova rispetto
alle altre CM italiane secondo la ricerca ICity Rate 2014 di FORUM PA.
Il secondo dei sei settori chiave
considerati dalla ricerca è quello che analizza la qualità dell’ambiente, e in
questo caso Genova si pone complessivamente al primo posto tra le dieci città
metropolitane.
I fattori “standard” che misurano
la qualità dell’ambiente della città sono il consumo di energia, la
disponibilità di verde, la depurazione delle acque, la quantità di rifiuti non
differenziati, il numero di imprese che investono nel settore green e la
qualità dell’aria (n.ro di giorni di supero dei livelli limite per la salute
unama).
I fattori “smart” che misurano le
azioni che svolgono un ruolo attivo nel miglioramento della qualità dell’ambiente
sono il controllo della qualità dell’aria (n° centraline per ab.), il tasso di
dispersione della rete idrica, le pratiche di ecomanagement da parte della PA, il
livello di utilizzo di fotovoltaico su edifici comunali, l’incidenza del verde
in percentuale e le tipologie di conferimento dei rifiuti.
Genova non primeggia in nessuno di questi fattori, tuttavia
l’analisi del loro mix fa pendere la bilancia in suo favore rispetto alle altre
città metropolitane.
Tra i fattori “standard” Genova è
seconda dopo Bari per quel che riguarda la qualità dell’aria, ma si piazza
ultima per quanto riguarda la disponibilità di verde per abitante, ed è a metà
classifica nella depurazione delle acque, nella gestione dei rifiuti e per la
presenza di imprese “green”. Genova presenta anche alti consumi energetici, posizionandosi
dopo Milano e Napoli.
Tra i fattori “smart”, che vedono
complessivamente Genova al terzo posto dopo Venezia e Milano, Genova primeggia
nel controllo della qualità dell’aria (n° di centraline installate). Genova si
segnala però come una delle città dove la dispersione idrica è maggiore, dopo
Milano e Bologna. Anche altri fattori (ecomanagement, incidenza del verde,
iniziative di conferimento dei rifiuti) non vanno oltre la metà della
classifica. Circa il Fotovoltaico
comunale Genova si posiziona al terzo posto dopo Bologna e Roma, ma ad una
distanza davvero molto rimarchevole.
Possiamo concludere che, pur tra
luci ed ombre, il bilancio complessivo riferito alla qualità dell’ambiente
genovese è positivo, ma vi sono segnali abbastanza inquietanti che ci spingono
a non abbassare la guardia e ad intensificare quelle azioni che mirano a
preservare quello che si può definire un vero e proprio patrimonio per il
nostro territorio, caratterizzato da una qualità ambientale che opportunamente
valorizzata costituirebbe un importante fattore di sviluppo economico.
Genova deve fare di più ad
esempio per aumentare la disponibilità di verde pubblico, e questo anche in
considerazione del fatto che i recenti eventi alluvionali sono dovuti in gran
parte alla eccessiva impermeabilizzazione dei terreni urbanizzati, una scelta
che dovrà essere necessariamente rivista nei prossimi anni.
Non può sfuggire
alla riflessione critica che i buoni risultati in termini di qualità dell’aria
sono dovuti molto anche alla posizione costiera della città, fortemente aiutata
in questo dai venti che “spazzano” con regolarità l’atmosfera spingendo via gli
inquinanti da traffico e da impianti di riscaldamento.
Molto resta da fare, in
realtà, nel campo della limitazione dei consumi energetici da fonti fossili, nell’adozione di
impianti che usano energie rinnovabili, nel ciclo dei rifiuti adottando la
filosofia della “economia circolare” per creare filiere del riciclo e del riuso
a valenza economica in grado di produrre valore aggiunto e diminuzione di costi
per i cittadini.
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