La polizia provinciale non figura nell'organizzazione della città metropolitana, e se entro il 1 gennaio 2015 non verrà prevista una variazione dell'attuale ordinamento, nessuno vigilerà più sulle discariche abusive, sul bracconaggio, sulla pesca di frodo, ecc.
a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)
domenica 30 novembre 2014
Gli architetti: ora solo riuso e più atenzione alle periferie
Il convegno a Sestri Levante su città metropolitana e pianificazione ha fatto emergere le non poche criticità di una pianificazione fortemente sbilanciata sulla necessità di applicare una miriade di normative spesso farraginose e poco aderenti all'evoluzione rapida della realtà socio-economica.
Etichette:
città metropolitana
,
convegno
,
pianificazione
,
pianificazione strategica
,
statuto
sabato 29 novembre 2014
San Colombano, danni per 5 milioni. Doria visita le zone più colpite.
Etichette:
alluvione
,
Fontanabuona
,
sindaco metropolitano
Anche Uscio e Avegno decidono di "sposarsi"
Altri due Comuni del Golfo Paradiso hanno deciso di dare vita ad una unione che, nelle intenzioni delle due Amministrazioni, servirà a migliorare le sinergie reciproche e ad allentare i vincoli del patto di stabilità.
venerdì 28 novembre 2014
Le emergenze e le energia della Val Fontanabuona nella visita di Marco Doria
Il Sindaco Metropolitano in visita nella valle colpita dall'alluvione, nella speranza di un futuro rilancio delle attività economiche.
Visualizza l'articolo in .pdf
Visualizza l'articolo in .pdf
Etichette:
alluvione
,
Doria
,
Fontanabuona
,
sviluppo economico
giovedì 27 novembre 2014
Province: più carrozzoni di prima
La recente formulazione della legge di stabilità pone una pesante ipoteca sull'occupazione dei dipendenti delle province, dopo che per mesi si era assicurato che non vi sarebbero stati problemi nel ricollocare tutti i lavoratori. Inoltre la carenza di risorse mette a rischio i servizi erogati ai cittadini.
Etichette:
città metropolitana
,
Delrio
,
dipendenti
,
disoccupazione
,
iter legislativo
,
province
,
risorse
martedì 25 novembre 2014
La Liguria al palo: Bankitalia fotografa la lunga crisi dell'economia
Un ritratto preoccupante di una economia ferma e per così dire apatica, caratterizzata da una diminuzione delle forze di lavoro che la indebolisce ulteriormente.
Visualizza l'articolo in .pdf
Visualizza l'articolo in .pdf
Etichette:
Bankitalia
,
crisi economica
,
Liguria
,
rapporto
domenica 23 novembre 2014
Il (contestato) mea culpa di Fassino. "Sulle province abbiamo sbagliato"
Che la riforma degli enti locali e, in particolare, che l'abolizione delle province fosse prima di tutto più una esigenza di immagine che di reale volontà di razionalizzare gli enti locali lo avevamo già capito e anche detto, ora dopo Bersani anche Fassino fa retromarcia e si accorge che la legge Delrio lascia irrisolte numerose questioni, in primis quello del taglio delle risorse per servizi reali che le province forniscono ai territori: la manutenzione delle strade, la gestione degli edifici scolastici superiori, la manutenzione del territorio, ad esempio. Ed ora? Chi assicurerà queste funzioni? Per ora le regioni non si decidono a effettuare le scelte necessarie, le risorse non arrivano e i territori pagano le conseguenze dell'incertezza e dei mancati interventi.
Invece che procedere ad una revisione degli enti locali partendo da una seria analisi funzionale, si è proceduto alla (imperfetta) abolizione delle province, usando un criterio che non serve a dare risposte vere ai quesiti dello sviluppo territoriale delle grandi agglomerazioni urbane.
Etichette:
città metropolitana
,
Fassino
,
funzioni
,
province
,
servizi pubblici
,
spending review
sabato 22 novembre 2014
Lo Statuto della Città Metropolitana: la proposta dell'ANCI
L'ANCI ha elaborato una proposta di Statuto sul quale i vari consigli metropolitani stanno lavorando per giungere alle rispettive formulazioni che dovanno essere approvate prima dell'entrata in vigore del nuovo ente, che avverrà il 1 gennaio 2015.
Visualizza lo schema di Statuto
Visualizza lo schema di Statuto
Etichette:
Anci
,
città metropolitana
,
statuto
giovedì 20 novembre 2014
Periferie: rivoluzioni in corso? Intervista a Roger Keil
Articolo del dossier Suburban Revolution. Periferie al centro, lavori in corso
di Chiara Buongiovanni
di Chiara Buongiovanni
In questo tempo “caldo” per le smart city, viene in mente un’impressione un po’ ardita. “Tutte le città intelligenti si somigliano; ogni periferia è invece creativa a modo suo”.
Per dei versi, la nostra percezione un po’ questa: le periferie
avanzano e prendono il palco nel discorso sulla smart city, non solo con
i loro problemi e le loro istanze, ma anche con la loro predisposizione
a generare innovazione sociale genuinamente originale e forse una nuova
coscienza politica. Ne abbiamo parlato con Roger Keil,
professore di scienze politiche alla York University, in Canada.
Coordinatore di un gruppo di ricerca internazionale sulle periferie,
Roger ha coniato il nome “Suburban Revolution” perché dice “più andiamo
avanti, più ci rendiamo conto che quella che Lefevbre ha definito
negli anni ’70 la “urban revolution” è in realtà una rivoluzione suburbana per proporzioni, temi e istanze”. E’
da loro che abbiamo mutuato il titolo del nostro primo appuntamento
sulle periferie a Smart City Exhibition ed è con Roger che apriamo il
nostro lavoro di approfondimento. Ecco la sintesi di una skype call
Roma – Toronto, per aprire oggi il nostro lavoro sulle periferie.
Chi parla?
Sono Roger Keil, sono professore di Scienze politiche alla York University di Toronto dove coordino il gruppo di ricerca internazionale Global Suburbanism. Governance, Land and Infrastructure in the 21st Century”.
Sono Roger Keil, sono professore di Scienze politiche alla York University di Toronto dove coordino il gruppo di ricerca internazionale Global Suburbanism. Governance, Land and Infrastructure in the 21st Century”.
Nella vostra ricerca ipotizzate che stiamo attraversando una
“Rivoluzione suburbana”. Cosa significa questo per la realtà europea?
Quello che da tempo chiamiamo Urban Revolution (rivoluzione urbana) è in realtà una rivoluzione suburbana. Più andiamo avanti e più ce ne rendiamo conto e sarà ancora più evidente per le prossime generazioni. La stragrande maggioranza della popolazione vive nelle periferie. Parliamo di “Revolution” per mantenere l’enfasi molto presente nei discorsi legati alla dimensione urbana: dalla “rivoluzione urbana” al secolo urbano”. In realtà le dinamiche urbane dal Medio Evo in poi sono dinamiche piuttosto “evolutive” e in contesti come quello europeo stiamo assistendo a dinamiche contrarie: persone che piuttosto si allontanano dalla città, tanto che c’è chi parla di “fine dell’urbanizzazione”. Ma è anche vero che si tratta di un processo rivoluzionario per altre zone del mondo: dalla Cina all’India alla stessa Europa dell’est dopo la caduta del Muro. Si tratta di un processo che ha interessato soprattutto l’ultima generazione ed è rivoluzionario nel senso che sta cambiando tutto: il modo in cui la gente vive, la struttura economica, le struttura spaziale e delle relazioni, l’utilizzo della terra e delle risorse. E questo è qualcosa che possiamo osservare pressoché dovunque.
Quello che da tempo chiamiamo Urban Revolution (rivoluzione urbana) è in realtà una rivoluzione suburbana. Più andiamo avanti e più ce ne rendiamo conto e sarà ancora più evidente per le prossime generazioni. La stragrande maggioranza della popolazione vive nelle periferie. Parliamo di “Revolution” per mantenere l’enfasi molto presente nei discorsi legati alla dimensione urbana: dalla “rivoluzione urbana” al secolo urbano”. In realtà le dinamiche urbane dal Medio Evo in poi sono dinamiche piuttosto “evolutive” e in contesti come quello europeo stiamo assistendo a dinamiche contrarie: persone che piuttosto si allontanano dalla città, tanto che c’è chi parla di “fine dell’urbanizzazione”. Ma è anche vero che si tratta di un processo rivoluzionario per altre zone del mondo: dalla Cina all’India alla stessa Europa dell’est dopo la caduta del Muro. Si tratta di un processo che ha interessato soprattutto l’ultima generazione ed è rivoluzionario nel senso che sta cambiando tutto: il modo in cui la gente vive, la struttura economica, le struttura spaziale e delle relazioni, l’utilizzo della terra e delle risorse. E questo è qualcosa che possiamo osservare pressoché dovunque.
Etichette:
innovazione
,
periferia
,
smart city
,
sociologia
mercoledì 19 novembre 2014
Città metropolitane e qualità della vita: Genova avanti piano tra modelli del passato e nuove tendenze del futuro
Genova appare oggi come una città dove la qualità della vita è basata in
larga parte su fattori di tipo tradizionale che però appaiono in crisi mentre
non riesce a realizzare compiutamente delle spinte verso quei modelli più
innovativi degli stili di vita che connotano, oggi, le città maggiormente
dinamiche ed attrattive. Eppure Genova, insieme al suo territorio, presentano molte potenzialità in campo
socio-culturale e ambientale che dovrebbero essere valorizzate per far giungere capitale umano e attività ad alto valore aggiunto.
Il quarto elemento che lo studio ICity
Rate 2014* prende in considerazione è la qualità della vita, un parametro che
riassume molti aspetti che determinano l’attrattività di una città per come ci
si abita.
Genova, come evidenziato dal
grafico, si posiziona al quinto posto, a metà di una classifica che vede sul
podio Bologna, seguita da Firenze e Venezia, splendide città dove l’arte, la
cultura, la qualità dei servizi e, in una parola, lo stile di vita, sono
diventate un paradigma nel mondo. Roma, per inciso, è quarta e rientra comunque
nella categoria delle città d’arte che occupano la parte alta della classifica.
I fattori “standard” che misurano
la qualità della vita sono le opportunità di lavoro presenti nel territorio, la
coesione sociale (i livelli di assistenza ai cittadini indigenti), la sicurezza,
la cura dell’infanzia, l’assistenza sanitaria e l’assistenza agli anziani.
I fattori “smart” che misurano la
qualità della vita sono l’attrattività (cultura, spettacoli, intrattenimento,
ecc.), le infrastrutture di connessione alla Rete, l’internazionalizzazione
culturale (valore delle esportazioni dei prodotti delle attività artistiche,
creative e di intrattenimento), l’offerta di intrattenimenti (addetti unità
locali), i servizi di connessione residenziale (ADSL), il livello di sharing
economy (diffusione di spazi per il coworking, GAS, carpooling, ecc.).
Esaminando i fattori standard,
registriamo che Genova è quinta anche per quel che riguarda le opportunità di
lavoro offerte ai suoi cittadini, dopo Firenze, Milano, Bologna e Venezia, ma
prima di Torino e Roma. Genova è quinta anche per quel che riguarda la coesione
sociale e la cura dell’infanzia, settori fortemente in crisi a causa della
riduzione delle risorse verso gli enti locali da parte dello Stato centrale.
Genova fa leggermente meglio (si
posiziona quarta) nel settore della cura agli anziani, che dispongono di una
assistenza domiciliare assai capillare, mentre l’assistenza sanitaria registra
una performance assai deludente, e vede Genova al penultimo posto della
classifica a causa del fenomeno dell’emigrazione verso altre regioni per motivi
di cura. Per quel che riguarda il fattore sicurezza, infine, Genova è sesta e
presenta un indice di microcriminalità tutt’altro che trascurabile, venendo
subito dopo le grandi città del nord.
Per quel che concerne i fattori
smart Genova si posiziona al quarto posto quel che riguarda l’attrattività dopo
Firenze, Venezia e Roma, rivelando un buon potenziale di miglioramento. Genova
possiede molte delle caratteristiche delle città meglio posizionate (capitale
culturale e artistico, spazi centrali pedonalizzati, e in più un ambiente naturale
solo in parte valorizzato: mare, riviere, colline, panorami, ecc.).
Genova è terza per quel che
riguarda l’offerta di intrattenimenti dopo Roma e Milano, un dato che sfata
decisamente l’immagine un po’ grigia e dimessa dei cittadini genovesi che al
contrario sono assidui frequentatori di spettacoli teatrali, concerti e di
eventi culturali quali mostre e conferenze.
Questo interesse per la cultura e
gli spettacoli resta una attività che non si irradia al di fuori dell’ambito
locale, come testimonia il sesto posto occupato da Genova per quel che concerne
l’internazionalizzazione culturale, l’indice cioè che esprime il valore delle
esportazioni dei prodotti delle attività artistiche, creative e di
intrattenimento. I genovesi amano la cultura, ma non la vedono come un potenziale
business.
Tra i fattori presi in esame in
questo capitolo sulla qualità della vita rientrano anche le infrastrutture di
connessione alla Rete e i servizi di connessione residenziale (ADSL). Genova è
rispettivamente al quinto e al quarto posto, ponendosi davanti a città anche
molto più grandi in termini di popolazione ed estensione.
L’ultimo fattore preso in esame è
la sharing economy o economia
collaborativa tramite la quale viene data la possibilità di utilizzare un bene
senza doverlo per forza acquistare. Tipici esempi di questo modello sono
appunto gli spazi per il coworking, il cohousing, lo sharing di cose
(biciclette, auto, utensili, ecc.), dalle più semplici alle più complesse.
Genova si pone per quel che
concerne questo fattore al sesto posto, dopo le maggiori città del nord e dopo
Roma, la capitale, che sono i centri dove questo tipo di innovazione ha fatto
più presa anche per via della crisi economica accentuata specie nelle grandi
aggregazioni urbane. Da notare che proprio su questo nuovo modello economico si
stanno concentrando le attenzioni di noti economisti (J. Rifkin è uno di
questi) che considerano la sharing
economy una delle modalità del futuro. Genova si rivela su questo terreno assai indietro, ma dovrà recuperare il distacco per non perdere delle importanti occasioni di rinnovamento del modello socio-economico che si dimostra per molti versi ormai in crisi strutturale.
* “ICity Rate 2014 - La classifica delle città intelligenti
italiane, seconda edizione” – Ottobre 2014, realizzata da FORUM PA.
domenica 16 novembre 2014
Mobilità: L’area di Genova non brilla tra le città metropolitane
Il territorio genovese possiede un buon grado di accessibilità
infrastrutturale, ma il suo tallone d’Achille è rappresentato dal trasporto
pubblico locale e dalla congestione correlata al suo mediocre funzionamento.
Possibili soluzioni? Una migliore organizzazione ed integrazione dei diversi
mezzi di trasporto su gomma e su ferro, ricomprendendo le nuove forme di mobilità alternativa, quali l’uso
della bicicletta, il car sharing, il car pooling, ecc.
Continuiamo il nostro viaggio
nella ricerca ICity Rate 2014* prendendo in considerazione la mobilità, un
elemento di primaria importanza per classificare le città metropolitane che
sulla mobilità e sul grado di accessibilità verso attività e servizi fondano gran
parte del loro funzionamento.
Genova, come evidenziato dal
grafico, si posizione nella parte medio-bassa della classifica, risultando
settima tra le città metropolitane italiane, prima però di città come Roma o
Milano che scontano probabilmente una congestione da traffico particolarmente
elevata.
I fattori “standard” che misurano
l’efficienza del sistema della mobilità sono l’accessibilità aerea,
l’accessibilità terrestre, la fluidità dell’assetto territoriale (tempi di
percorrenza), il livello di incidentalità, la possibilità di effettuare scambi
intermodali tra mezzi privati e mezzi pubblici, l’offerta di trasporto pubblico
locale (TPL).
I fattori “smart” che misurano
l’innovazione nel settore della mobilità sono il livello di adeguamento
ecologico delle autovetture, la ciclabilità, le limitazioni al traffico, il
livello di mobilità alternativa, la mobilità sostenibile e l’uso di infomobilità,
la propensione all’uso dei mezzi pubblici.
sabato 15 novembre 2014
Genova al primo posto tra le città metropolitane italiane per la qualità ambientale: un patrimonio da valorizzare e da tutelare anche come fattore premiante per lo sviluppo economico
Occorre preservare quello che si può
definire un vero e proprio patrimonio per il nostro territorio, caratterizzato
da una qualità ambientale che opportunamente valorizzata costituirebbe un
importante fattore di sviluppo economico.
Proseguiamo con questo articolo l’analisi
dei fattori che rendono più o meno “smart” la città metropolitana di Genova rispetto
alle altre CM italiane secondo la ricerca ICity Rate 2014 di FORUM PA.
Il secondo dei sei settori chiave
considerati dalla ricerca è quello che analizza la qualità dell’ambiente, e in
questo caso Genova si pone complessivamente al primo posto tra le dieci città
metropolitane.
I fattori “standard” che misurano
la qualità dell’ambiente della città sono il consumo di energia, la
disponibilità di verde, la depurazione delle acque, la quantità di rifiuti non
differenziati, il numero di imprese che investono nel settore green e la
qualità dell’aria (n.ro di giorni di supero dei livelli limite per la salute
unama).
I fattori “smart” che misurano le
azioni che svolgono un ruolo attivo nel miglioramento della qualità dell’ambiente
sono il controllo della qualità dell’aria (n° centraline per ab.), il tasso di
dispersione della rete idrica, le pratiche di ecomanagement da parte della PA, il
livello di utilizzo di fotovoltaico su edifici comunali, l’incidenza del verde
in percentuale e le tipologie di conferimento dei rifiuti.
Genova non primeggia in nessuno di questi fattori, tuttavia
l’analisi del loro mix fa pendere la bilancia in suo favore rispetto alle altre
città metropolitane.
Tra i fattori “standard” Genova è
seconda dopo Bari per quel che riguarda la qualità dell’aria, ma si piazza
ultima per quanto riguarda la disponibilità di verde per abitante, ed è a metà
classifica nella depurazione delle acque, nella gestione dei rifiuti e per la
presenza di imprese “green”. Genova presenta anche alti consumi energetici, posizionandosi
dopo Milano e Napoli.
Tra i fattori “smart”, che vedono
complessivamente Genova al terzo posto dopo Venezia e Milano, Genova primeggia
nel controllo della qualità dell’aria (n° di centraline installate). Genova si
segnala però come una delle città dove la dispersione idrica è maggiore, dopo
Milano e Bologna. Anche altri fattori (ecomanagement, incidenza del verde,
iniziative di conferimento dei rifiuti) non vanno oltre la metà della
classifica. Circa il Fotovoltaico
comunale Genova si posiziona al terzo posto dopo Bologna e Roma, ma ad una
distanza davvero molto rimarchevole.
Possiamo concludere che, pur tra
luci ed ombre, il bilancio complessivo riferito alla qualità dell’ambiente
genovese è positivo, ma vi sono segnali abbastanza inquietanti che ci spingono
a non abbassare la guardia e ad intensificare quelle azioni che mirano a
preservare quello che si può definire un vero e proprio patrimonio per il
nostro territorio, caratterizzato da una qualità ambientale che opportunamente
valorizzata costituirebbe un importante fattore di sviluppo economico.
Genova deve fare di più ad
esempio per aumentare la disponibilità di verde pubblico, e questo anche in
considerazione del fatto che i recenti eventi alluvionali sono dovuti in gran
parte alla eccessiva impermeabilizzazione dei terreni urbanizzati, una scelta
che dovrà essere necessariamente rivista nei prossimi anni.
Non può sfuggire
alla riflessione critica che i buoni risultati in termini di qualità dell’aria
sono dovuti molto anche alla posizione costiera della città, fortemente aiutata
in questo dai venti che “spazzano” con regolarità l’atmosfera spingendo via gli
inquinanti da traffico e da impianti di riscaldamento.
Molto resta da fare, in
realtà, nel campo della limitazione dei consumi energetici da fonti fossili, nell’adozione di
impianti che usano energie rinnovabili, nel ciclo dei rifiuti adottando la
filosofia della “economia circolare” per creare filiere del riciclo e del riuso
a valenza economica in grado di produrre valore aggiunto e diminuzione di costi
per i cittadini.
Etichette:
ambiente
,
città metropolitana
,
Genova
,
ICity Rate 2014
,
qualità
,
smart city
Iscriviti a:
Post
(
Atom
)