20 marzo 2012
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Le città europee e americane mantengono alto il livello di competitività
a livello globale, anche rispetto alle città dei Paesi emergenti,
grazie alla capacità di attrarre i migliori talenti e di valorizzare il capitale umano, in un contesto complessivamente più sviluppato. Molto in basso alla classifica sono invece Milano e Roma, superate da tutte le principali città europee.
Questo giudizio è contenuto nello studio dell’Economist Intelligence Unit (la divisione del magazine The Economist dedicata all’attività di ricerca) Hot spots. Benchmarking global city competitiveness, che misura la competitività di 120 città del mondo
comparandole secondo otto diverse categorie (forza economica, capitale
umano, efficienza dell’apparato istituzionale, solidità finanziaria,
appeal globale, struttura fisica, capitale sociale e culturale,
patrimonio e rischi naturali).Le dieci città più competitive nel mondo, in particolare, sono:
1. New York
2. Londra
3. Singapore
4. Parigi e Hong Kong
6. Tokyo
7. Zurigo
8. Washington, DC
9. Chicago
10. Boston
Si confermano dunque al vertice città europee e americane, in quanto ritenute in grado di attirare capitali, imprese, talenti e turisti nonostante l'invecchiamento delle infrastrutture e i deficit di bilancio statali.
È ancora il fattore umano, quindi, l'aspetto determinante per il successo di una città: “Il dinamismo economico è in aumento ovunque, soprattutto nelle città asiatiche, ma le città americane ed europee godono di un patrimonio che dà loro un forte vantaggio competitivo”, ha detto Leo Abruzzese, direttore delle ricerche globali dell'Economist Intelligence Unit. “In particolare, le città già sviluppate sono più capaci di attrarre i migliori talenti da tutto il mondo”.
Le italiane probabilmente non ci riescono abbastanza, visto che Milano si piazza al 47° posto e Roma al 50°, dopo tutte le principali città europee: Francoforte (11°), Ginevra (13°), Amsterdam (17°), Stoccolma (20°), Copenhagen (23°), Vienna (25°), Dublino (27°) e Madrid (28°), solo per citarne alcune.
Fra i trend emergenti, si segnalano il ruolo preminente delle città asiatiche nella classifica basata sulla forza economica (15 delle prime 20, di cui 12 cinesi) e la crescente importanza, rispetto alle megalopoli (con più di dieci milioni di abitanti), delle città di dimensioni medie (tra i 2 e i 5 milioni di abitanti), destinate nei prossimi cinque anni a ingrandirsi ogni anno dell’8,7%.
Per rafforzare la futura attrattività globale delle città, fa notare però lo studio, accanto agli investimenti in infrastrutture (su cui si stanno concentrando le città delle economie emergenti) sarà necessario sviluppare ulteriormente gli aspetti “soft” come l’istruzione, la qualità della vita, le libertà e i diritti civili – tutti ambiti in cui le città occidentali attualmente sono meglio strutturate. In considerazione di ciò si può invece prevedere che città come Buenos Aires, Johannesburg o Cape Town – che hanno già sviluppato questi aspetti e stanno ora emergendo economicamente – potranno migliorare il proprio posizionamento.
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