a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

lunedì 4 febbraio 2013

La mobilità nell’area metropolitana di Genova

Nella provincia di Genova la mobilità intercomunale delle persone (mezzi pubblici e privati) si aggira sulle 340.000 unità/giorno. L’auto fa la parte del leone, essendo usata in più del 70% dei casi, segue il treno (circa il 19%) e il trasporto pubblico su gomma (circa 9%).[1]
Il 43,5% della mobilità complessiva è di tipo pendolare (studio o lavoro) mentre il 56,5% è di tipo occasionale.
L’area di Genova è quella che genera (al suo interno, in ingresso ed in uscita) la quota maggiore di mobilità provinciale (oltre il 55%), ma notevole è anche la sua attrattività nei confronti di altre province regionali ed extraregionali (Basso Piemonte).
Altri centri che generano volumi degni di nota sono i comuni dell’Entella (oltre il 19%), della Val Polcevera (quasi il 14%) e del Golfo Paradiso (quasi il 13%).
La conformazione del territorio ligure, caratterizzato da strette vallate disposte perpendicolarmente rispetto alla linea di costa (struttura “a pettine”) ha fortemente condizionato l’armatura infrastrutturale della regione: lungo la costa corrono la linea ferroviaria (di valenza nazionale e internazionale, oltre che regionale), la via Aurelia e di poco più a nord si trova la linea autostradale.
La viabilità delle valli dell’interno converge sulla costa dove si trovano i nodi territoriali di maggiore importanza. In corrispondenza della città di Genova troviamo due importanti sistemi vallivi, la val Bisagno e la val Polcevera che costituiscono (specialmente la seconda) delle direttrici infrastrutturali urbane ed extraurbane, ospitando linee ferroviarie e autostradali che collegano la Liguria con il nord dell’Italia e dell’Europa.

Mobilità su auto
In base ai dati del 2008[2] i viaggi intercomunali complessivi diurni di auto con O/D la provincia di Genova sono oltre 222.000 unità (41,5% sono movimenti pendolari). A questi vanno sommati altri 18.000 viaggi di attraversamento della provincia (circa l’8% di quelli interni).
L’area di Genova movimenta più della metà di questi spostamenti (78,6% interni alla provincia e il 21,4% di scambio con altre aree provinciali), mentre altri ambiti significativi in termini di mobilità generata sono l’Entella (23,9%), la val Polcevera (17,3%), il Golfo Paradiso (14,1%) la valle Scrivia (12,4%) e la val Fontanabuona (12.2%).

Mobilità su autobus extraurbano
Sempre in base ai dati del 2008 gli spostamenti intercomunali riferiti all’intera giornata su autobus extraurbano (ossia quelli che servono il territorio provinciale esclusa l’area interna di Genova) ammontano a 30.000 unità; di questi il 40% sono pendolari (57% studenti e 43% lavoratori) e il restante 60% rappresenta i movimenti “occasionali”.
L’area di Genova mette in gioco circa il 44% dei movimenti, seguita dall’Entella (26%), dal Golfo Paradiso e dalla val Polcevera (circa 10%).

Mobilità su mezzi pubblici urbani e di valenza urbana (treni metropolitani, bus, metro, tram, ascensori, ecc.)
In base ai dati presenti sul sito dell’AMT[3] (azienda trasporti urbani di Genova) ogni giorno sono circa 430.000 i viaggi effettuati sulla rete cittadina tramite autobus, filobus, metropolitana, ascensori, ecc., e rappresenterebbero il 50% degli spostamenti complessivi interni alla città.
Secondo i dati riportati nel PUM[4] di Genova la quota di trasporto pubblico (riferita a gomma + ferro) rappresenta circa il 40% dei viaggi complessivi, mentre il trasporto privato rappresenta il restante 60% circa.
La componente lavoro è pari a due terzi della mobilità nell’ora di punta mattutina del giorno lavorativo, ma questa componente scende a meno di un terzo se riferita alla mobilità totale annua, e in questo caso risulta prevalente la componente “altri motivi” rispetto alla motivazione “lavoro” o “affari”. Da altre indagini statistiche[5] risulta che la componente di spostamento per cure familiari ha avuto un aumento negli ultimi anni, una ipotesi plausibile potrebbe essere quella di mettere in relazione questi due dati.

Mobilità su ferrovia
La domanda di mobilità intercomunale su treno ammonta[6] a 55.000 unità (i pendolari sono l’85% del totale). Anche in questo caso l’area genovese polarizza gli spostamenti (85%), seguono le zone costiere dell’Entella, il Golfo Paradiso e la Riviera di Ponente (tutte circa al 9%). Notevole è il ruolo della provincia di Alessandria che si rapporta a Genova specie per una quota di pendolari che si recano nel capoluogo ligure.
Il servizio locale sulla direttrice costiera di ponente offre molti più collegamenti rispetto a quello sulle altre direttrici (il doppio rispetto a quello sulla direttrice di levante[7]). Considerando però anche il servizio di lunga percorrenza la situazione si inverte: l’offerta cumulata è quindi simile sulle due direttrici costiere, anche se ovviamente il servizio cui fare riferimento per la mobilità interna provinciale è quello locale.
Oltre la direttrice costiera fanno servizio ferroviario locale anche altre linee “minori” (Genova – Casella, linea “lenta” nella val Polcevera, linea Genova – Ovada) che hanno però una loro notevole importanza nella dinamica complessiva della mobilità dell’area genovese.


[1] Dati estratti dai documenti del Piano della Mobilità Extraurbana della provincia di Genova, 2008.
[2] Vedi nota precedente.
[3] Dati 2011.
[4] PUM (Piano Urbano della Mobilità) di Genova, 2010.
[5] Ricerche ISTAT su evoluzione società italiana.
[6] Vedi nota 1.
[7] Vedi nota 1.

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