a cura di Sonia Zarino (architetto, urbanista)

giovedì 31 gennaio 2013

Genova e la Liguria, un nuovo assetto istituzionale?

di Francesco Gastaldi (Università IUAV - Venezia)


L'iter per la costituzione amministrativa della Città Metropolitana di Genova è ormai avviato, e salvo imprevisti il 1 gennaio 2014 enterà in vigore. Molti però sono ancora gli interrogativi e i nodi da sciogliere per arrivare alla definizione della nuova entità, non c'è davvero tempo da perdere.
Con l'avvento del Governo Monti e l'approvazione della “Spending review” (Decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012 convertito nella legge n. 135 del 7 agosto del 2012) l'istituzione della città metropolitana di Genova (di cui si discute dal 1990) ha subito un’improvvisa accelerazione.
Il Consiglio Regionale della Liguria nella seduta del 22 ottobre 2012 ha rettificato il provvedimento della Giunta regionale di “Proposta al Governo di riordino delle Province ubicate nel territorio ligure" e invita il Consiglio dei ministri a recepire l’ipotesi pervenuta dal CAL (Consiglio delle Autonomie Locali) ligure e a formulare il riordino istituzionale del territorio regionale che è stato sottoposto anche con ANCI Liguria. Tale proposta prevede: 1) la provincia della Spezia non cambia la propria dimensione territoriale; 2) la città metropolitana di Genova, come estensione territoriale, corrisponde a quella della soppressa provincia di Genova e include tutti i comuni, già facenti parte della provincia stessa; 3) la nuova provincia, risultante dal riordino delle attuali province di Imperia e Savona, include tutti i comuni già facenti parte delle due province; 4) il capoluogo della nuova provincia di Imperia-Savona, sarà determinato applicando il comma 4 bis dell'articolo 17 del Decreto legge n. 95, secondo cui assume il ruolo di comune capoluogo delle singole province il comune già capoluogo di provincia con maggior popolazione residente, cioè Savona.
Fra i criteri adottati nella definizione delle nuove province c'è quello secondo cui vengono mantenute le province confinanti solo con province di regioni diverse da quella di appartenenza: da questo criterio discende la conferma della provincia della Spezia. La nuova provincia di Savona e Imperia avrà un’estensione territoriale pari a kmq 2.701 e una popolazione residente di circa 510 mila. Il Consiglio Regionale della Liguria ha deliberato in attesa che la Corte Costituzionale fissi la trattazione di svariati ricorsi. La provincia di Imperia (come altre in Italia) ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro la deliberazione del Consiglio dei Ministri. Il Consiglio regionale ha anche stabilito che qualora le pronunce della Corte costituzionale e del Tar dovessero comportare conseguenze rilevanti sull'impianto normativo, la Regione Liguria provvederà ad assumere, d’intesa con il CAL e con le associazioni degli enti locali, le iniziative necessarie per un riordino istituzionale che possa avvenire con modalità più rispettose delle specificità del territorio e dell’assetto sociale ed economico regionale.
Scompare la Provincia di Genova, commissariata dopo la scadenza del mandato amministrativo, e al suo posto nasce la Città Metropolitana di Genova che dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2014, data di scadenza dell'incarico del commissario che è stato nominato. La Conferenza metropolitana, composta da tutti i sindaci e dal commissario della Provincia di Genova, entro il 31 ottobre 2013 dovrà deliberare lo statuto della Città metropolitana di Genova. Lo statuto definirà la modalità di elezione del sindaco metropolitano fra tre opzioni: il sindaco metropolitano sarà di diritto il sindaco del capoluogo (Genova); il sindaco sarà scelto da un’elezione di secondo livello da parte dei sindaci e dei consiglieri dei Comuni del territorio; il sindaco sarà eletto a suffragio universale e diretto. Il documento dovrà essere approvato dalla Conferenza metropolitana con una maggioranza dei due terzi, e comunque con il voto favorevole del sindaco di Genova e del commissario della Provincia.
La stesura dello Statuto dell’ente è affidata a tre commissioni composte da otto sindaci più un rappresentante del comune di Genova ciascuna (supportate dai segretari generali della provincia e dei comuni di Genova ed Arenzano), fisserà gli organi, le funzioni, i rapporti con i comuni e il criterio di elezione del sindaco e del consiglio metropolitano. La mancata conversione in legge del decreto di riordino delle province non sta fermando il processo di trasformazione della provincia di Genova in città metropolitana. A fine marzo 2013 scadrà infatti l’incarico del Commissario straordinario della provincia Piero Fossati e si insedierà in via provvisoria, sino allo svolgimento delle elezioni metropolitane, il sindaco di Genova, Marco Doria.

Il dibattito sulle questioni istituzionali e territoriali suscitate dal decreto “spending review” è stato in  Liguria piuttosto sterile, stanti anche i vincoli normativi, procedure codificate e i ristretti tempi a disposizione. L’estate ha visto il vicesindaco del Comune di Genova, Stefano Bernini lanciarsi in una provocatoria proposta di suddividere l’attuale territorio comunale in cinque nuovi comuni e di consorziare i piccoli comuni limitrofi al capoluogo con l’obiettivo di creare una città metropolitana composta da comuni di medie dimensioni (in tutto 8 o 9 comuni da 60-70 mila abitanti ciascuno) [1]. Stefano Bernini, si è dichiarato favorevole al decentramento di funzioni esclusive lasciando però alla città metropolitana la gestione dei servizi più importanti, dai trasporti ai rifiuti. La proposta che per un certo periodo è stata fatta propria dal PD, non ha trovato accoglienza nel sindaco Marco Doria e tiepidi riscontri da parte dell’ANCI ligure che ha ritenuto la soluzione troppo complessa.
La riorganizzazione delle province ha registrato l’ipotesi di costituzione della “provincia del Levante” o “provincia dei Parchi” che avrebbe dovuto comprendere l’area del Tigullio (l’area di Levante della provincia di Genova per un totale di circa 150 mila abitanti) aggregata all’attuale provincia della Spezia. Portavoce di questa proposta sono stati in primo luogo il Sindaco di Chiavari (principale centro del Tigullio), del PDL e alcuni esponenti del PD locale. I sostenitori hanno sottolineato le potenzialità turistiche, la vocazione ad una valorizzazione sotto il profilo ambientale e naturalistico (il parco e la riserva marina di Portofino, il parco dell’Aveto, quelli delle Cinque Terre, di Portovenere e di Montemarcello) e una certa omogeneità dell’area rispetto a queste valenze. Questa sembra essere stata l’unica riflessione attenta alle questioni territoriali che si è sviluppata, anche se da subito è apparsa senza concrete possibilità di realizzazione.




[1] Si vedano gli articoli pubblicati su Repubblica ed Genova: Ava Zunino, Nuovi comuni. La mappa dei sogni, in Repubblica ed. Genova, 14 agosto 2012, pag. 5; Ava Zunino, “Città metropolitana? Non vogliamo subirla”, in Repubblica ed. Genova, 15 agosto 2012, pag. 4; Ava Zunino, Genova divisa in più comuni? Doria dice: no, in Repubblica ed. Genova, 14 settembre 2012, pag. 11
 



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